“Anima mia ,
chiudi gli occhi
piano piano
e come s’affonda nell’acqua
immergiti nel sonno
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni ti accoglierà.
Anima mia,
chiudi gli occhi piano piano
abbandonati come nell’arco delle mie braccia
nel tuo sonno non dimenticarmi
chiudi gli occhi piano piano
i tuoi occhi marroni
dove brucia una fiamma verde anima mia.
NAZIM HIKMET, da “Poesie d’amore” (1948)
Intorno ai SOGNI aleggia da sempre un grande mistero, o almeno così ci piace pensare, nonostante gli studi fatti da esperti che affermano quanto siano in realtà un’elaborazione del nostro cervello che lavora incessantemente anche mentre dormiamo.
I sogni non sono altro che un’elaborazione di varie immagini o situazioni vissute ogni giorno da tutti noi. Allora mi chiedo: come mai invece mi piace pensarla diversamente? Quanto mi affascina l’idea che i miei sogni siano frutto di desideri, sensazioni, paure che inconsciamente fanno parte di me, ma non ho il coraggio di esternare.
Se la notte si fanno bei sogni la mattina ci si sveglia con quel ricordo e magari il pensiero può accompagnarci anche durante il giorno; un pensiero piacevole.
Se invece, come spesso capita, i sogni non sono proprio piacevoli possono svegliarci anche nel cuore della notte e creare in noi un po’ di angoscia.
Tante volte, invece, non vorremmo svegliarci perché il sogno che stiamo facendo è così bello e reale che proviamo il desiderio di viverlo davvero. Penso che sia capitato almeno una volta a tutti.
Può capitare anche di cercare di ricordarli e non riuscirci.
In questo caso ho letto un’interessante teoria che riguarda gli aborigeni Senoi della Malesia.
Loro avevano fatto dei SOGNI il loro modo di vivere. Avevano l’abitudine di raccontare quello che emergeva dal loro inconscio all’interno del nucleo familiare o davanti a tutta la Tribù.
Al risveglio, tutti i membri, bambini compresi, raccontavano i propri sogni o, per lo meno, quello che ricordavano.
Nessuna emozione veniva considerata di poca importanza, anzi: i sogni venivano considerati davvero importanti perché costituivano un tassello essenziale per la vita di tutti i giorni.
Quelli che richiedono maggiore attenzione sono i sogni vividi e che rimangono impressi a lungo dopo il nostro risveglio.
La teoria che riguarda i SENOI, a mio avviso, è davvero interessante. Dovremmo fare come loro e imparare ad accogliere i sogni come UNA PARTE IMPORTANTE DI NOI. Siamo noi che li generiamo, quella parte di noi che nella fase del sonno non ragiona a mente lucida come invece facciamo quando siamo svegli e affrontiamo le nostre giornate razionalmente. Ed è proprio questo il punto focale: mi piace pensare al sogno come a un qualcosa di non ragionato, un po’ come quando vaghiamo con la fantasia.
Certo, non sempre si fanno bei sogni ma, anche in quel caso, non vedo il lato negativo. E’ come se in qualche modo con un brutto sogno esorcizzassimo le nostre paure che magari abbiamo timore ad esternare con altri. Mi piace vederla così…
I sogni ci spingono a capire molte cose, a volte, e io credo sia giusto accoglierli e dare loro un giusto spazio nella nostra vita.
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