Gli ideali della cavalleria sembrano ormai rilegati a epoche antiche, film e letteratura. Eppure c’è stato un periodo in cui quelle virtù tanto decantate dai poeti medioevali erano prese d’esempio, soprattutto da quei personaggi che la storia della cavalleria l’hanno scritta. E c’è stato un momento in cui il mito dei Nove Prodi era un motivo ricorrente nella vita delle corti e sulle pareti dei castelli. Ma chi erano i Nove Prodi che personificano gli ideali e le virtù della cavalleria?
GLI IDEALI DELLA CAVALLERIA

Facciamo intanto un passo indietro e soffermiamoci a elencare in cosa un cavaliere, degno di questo nome, doveva eccellere: educazione, cortesia, generosità, abilità nella caccia, dedizione ai valori cristiani e amore per la poesia nonché devozione per la donna amata. Insomma tutte qualità da ammirare che forse oggi è più difficile emulare, dato il cambiamento di scenario sociale in cui viviamo. Ma in passato nei Nove Prodi si specchiavano quei signorotti, e non solo, che anelavano a diventare influenti e ben visti. Il tema era talmente diffuso che lo si ritrova anche raffigurato sulle pareti di alcuni castelli (ne avevamo già accennato in questo articolo sul castello di Anjony) o di quello nella Manta, vicino a Saluzzo.

I NOVE PRODI

Per la precisione i Nove Prodi erano personaggi biblici, personaggi illustri dell’antichità classica e cavalieri di un passato che in quel tempo era considerato recente. Elenchiamoli e proviamo a capire perché vennero scelti:

  • Ettore di Troia. Il più valoroso dei figli di Priamo, il Re di Troia che combattè con coraggio contro Achille pur sapendo di andare incontro alla morte. Scelto proprio tra i Nove perché un vero cavaliere non teme la Fine ma combatte per dovere e amore della patria.
  • Alessandro Magno. Figlio del Re macedone Filippo II è uno dei condottieri più grandi che si ricordino. Guerriero indomito, abile stratega, simboleggia il cavaliere glorioso che non teme le sfide più ardue e conquista sotto di sé popoli e terre.
  • Giulio Cesare. Generale romano, conquistò la Gallia, vinse battaglie anche in quel lontano ed esotico Egitto. Coraggioso, impetuoso, una delle figure della storia romana più di spicco. Inserito tra i Nove forse proprio per il suo ingegno bellico.
  • Giosuè, il conquistatore di Canaan. Successe a Mosè come capo degli Istraeliti. Condottiero biblico, conquistò la Palestina tra cui le città di Gerico e Gabaon, spartendone poi i territori tra le tribù israelitiche.
  • Re Davide. Colui che uccise il gigante Golia armato solo di una fionda, del proprio coraggio e della propria Fede. L’ideale perfetto della cavalleria.
  • Giuda Maccabeo. Un altro condottiero e patriota ebreo. Anch’egli raggiunse vittorie importanti ma cadde in battaglia, come dovrebbe concludersi il destino dei veri cavalieri.
  • Re Artù. Il sovrano della Tavola Rotonda che pose gli uomini tutti allo stesso livello. Figura a metà tra la leggenda e la storia. Coraggioso, indomito, il suo mito si è talmente radicato nei tempi che ancora oggi lo ricordiamo in libri e film. Un’icona indiscussa della cavalleria.
  • Carlo Magno. Re dei Franchi, dei Longobardi e Imperatore dei Romani. Condottiero instancabile.
  • Goffredo di Buglione. Principale comandante della prima crociata. Difensore del Santo Sepolcro, posto tra i combattenti per la Fede addirittura da Dante nel Paradiso.

Insomma, personaggi che abbiamo sentito nominare, che abbiamo studiato sui libri di scuola. Portatori di ideali che oggi, forse, non si considerano nemmeno più.

Ma se dovessimo stilare una lista di Nove Prodi di epoca moderna, chi potremmo inserire? Trovare uomini e donne in cui rispecchiarsi, non per la loro abilità nella caccia o nei tornei passati oramai di moda, ma per la fedeltà nei loro ideali non dovrebbe essere così difficile, anzi. Abbiamo bisogno di miti da seguire, di personaggi che la storia l’hanno scritta, per poterci confrontare con loro e trarre ispirazione. Ne avevano bisogno gli uomini di ieri e ne hanno bisogno, più che mai, gli uomini del presente.