Come sarebbe starsene seduti su un piccolo bar con vista Terra e sorseggiare una freschissima acqua appena estratta dal sottosuolo lunare? Forse per pensare a un bar dobbiamo ancora aspettare molto, ma la conferma di acqua sulla luna spiana la strada alle colonizzazioni del satellite.
Sofia ha scoperto l’acqua sulla Luna. Chi è Sofia? Un telescopio speciale montato a bordo di un opportuno boeing 747 che lavora nell’infrarosso. La sua speciale capacità di “volare” gli ha permesso di aggirare la troposfera terrestre e osservare più da vicino la Luna, confermando così quelle che fino a ora erano solo teorie. La scoperta risale allo scorso ottobre e da allora si sono aperti gli scenari più disparati.
Una grande scoperta per un futuro stellare
Quando una molecola d’acqua viene colpita da una radiazione solare ne assorbe l’energia che ne modifica elasticamente la forma. La molecola si agita finché non decide di tornare alla sua condizione originaria, rilasciando una radiazione elettromagnetica visibile nell’infrarosso a una specifica frequenza.
In verità, il dubbio sulla presenza di acqua sulla Luna era già sorto in passato, quando la missione Chandrayaan 1 – lanciata dall’Agenzia spaziale indiana nel 2008 – aveva registrato una firma speciale grazie alla luce riflessa dalla superficie lunare. Purtroppo, la tecnologia dell’epoca non permetteva di capire se si trattasse proprio di acqua, ovvero una molecola di ossigeno e due di idrogeno, o di idrossile, ovvero una molecola d’acqua e una di idrogeno. Con Sofia ogni dubbio è stato spazzato via: sulla Luna si trova proprio H2O.
E adesso?
Innanzi tutto va detto che l’acqua non si trova all’interno di mari e distese come siamo abituati a vedere. La Luna, infatti, non ha un’atmosfera che la protegge, né dai piccoli asteroidi che la bombardano né dal vento solare che la sferza costantemente. Per questo motivo i recenti studi ipotizzano che la molecola incriminata possa trovarsi intrappolata all’interno della roccia. Si tratterebbe, quindi, di dover “strizzare” la Luna per poter ottenere acqua corrente come noi la intendiamo.
Certo è che la scoperta apre numerosi scenari che vanno dalle esplorazioni ancor più profonde fino a una vera e propria colonia sulla Luna, che potrebbe diventare il pit stop necessario prima di partire per Marte.
Un progetto più specifico è quello della missione Luna Trailblazer della NASA, che si occuperà proprio di capire quanto l’acqua possa essere facilmente estraibile, anche considerate le temperature rigide che regnano sulla Luna (-184 gradi centigradi nelle zone di buio perenne). Il lancio è previsto per febbraio 2025, un anno dopo la nuova missione che riporterà l’uomo sulla luna.
Houston we’ve had a problem
Per il 2024, la NASA ha programmato la missione Artemis, che riporterà l’uomo sulla Luna insieme alla primissima donna. L’obbiettivo di Artemis è quello di stabilire una base autosufficiente sul satellite e ovviamente, la disponibilità di acqua in loco favorirebbe notevolmente le cose. L’idea è quella di dare il là per un’economia lunare e sfruttare il nostro piccolo sassolino galattico come base di partenza per luoghi troppo lontani dalla Terra come Marte.
Ma la colonizzazione della Luna e dello spazio in generale porta con sé diverse domande. Per esempio, come si stabilirà a chi appartiene cosa?
A tal riguardo, esiste il “Trattato sullo spazio extra-atmosferico”, firmato nel 1967, che proibisce a tutti gli stati firmatari di rivendicare risorse poste nello spazio e che consente l’utilizzo della Luna, così come di tutti gli altri corpi celesti, esclusivamente per scopi pacifici e ne proibisce l’uso per effettuare test di armi o manovre militari.
Insomma, si direbbe che nello spazio si andrà in pace. Almeno nella teoria.
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