L’attuale emergenza coronavirus richiede di rimanere a casa provocando un notevole disagio soprattutto per chi soffre di disturbi alimentari. È molto importante oggi più che mai richiamare l’attenzione sul problema per evitare il rischio di ricaduta e la possibile comparsa del problema.

Il 15 marzo ricorre la Giornata nazionale dei disturbi alimentari. Questa data è mirata a sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo ai problemi di Anoressia, Bulimia, Obesità, Binge Eating e altre.

In Italia sono quasi 3 milioni le persone che soffrono di questi disturbi tra uomini e donne e quest’anno con i vari lockdown vi è stato il 30% di aumento dei casi.

Soffrire di questi disturbi alimentari, comporta diversi problemi sulla salute fisica e mentale, infatti il disturbo alimentare è associato ad altre patologie psichiatriche con conseguenze che si ripercuotono sulla vita sociale, si riscontrano gravi penalizzazioni per le capacità relazionali, lavorative e sociali.

La Giornata nazionale dei disturbi alimentari è stata istituita per la prima volta nel 2012. L’iniziativa è partita da un papà di una giovane vittima, Giulia, di soli 17 anni morta per bulimia proprio il 15 marzo.

In tutta Italia in occasione di questa giornata si organizzano eventi di vario genere come convegni, presentazioni di libri, banchetti informativi, ecc.

OBIETTIVI DELLA GIORNATA
  • difendere i diritti fondamentali di chi è colpito da un DCA, combattendo informazioni sbagliate e pregiudizi;
  • sensibilizzare l’opinione pubblica, facendo conoscere la frequenza, le caratteristiche e le gravi conseguenze che questi disturbi possono avere per la salute fisica e psicologica di chi ne soffre;
  • scoraggiare il distacco ed il disinteresse da parte di chi non è direttamente coinvolto dalla malattia;
  • accrescere la consapevolezza a livello individuale, collettivo e istituzionale del carattere di epidemia sociale che i DCA stanno assumendo a livello nazionale e mondiale;
  • creare una rete di solidarietà verso chi è colpito da DCA, personalmente o in famiglia, per combatterne il disagio relazionale e il senso di abbandono e sconfiggere l’omertà che accompagna questi disturbi.

È fondamentale aumentare la corretta informazione intorno ai DCA per facilitare la comprensione dei meccanismi psico-biologici che favoriscono la malattia e diffondere la consapevolezza che questi disturbi possono essere curati attraverso una rete assistenziale orientata all’individuazione precoce del disturbo, tramite l’attivazione di percorsi riabilitativi multidisciplinari specializzati.