Frankenstein della scrittrice Mary Shelley è stato da poco battuto all’asta per la faraonica cifra di 1,17 milioni di dollari.
Ebbene sì, Mary Shelley è la donna che ha scritto il libro più pagato al mondo, Frankenstein. Quando si tratta di manoscritti aste con cifre così importanti sono abbastanza usuali. La cosa cambia per le copie stampate, il romanzo della Shelley ne è l’esempio.
La copia che ha battuto ogni record, divenendo il libro scritto da una donna più pagato di tutti i tempi – prima di Shelley ci era riuscita solo Jane Austen con Emma, che venne venduto da Bonhams nel 2008 per 150.000 dollari – fa parte di quelle prime cinquecento copie stampate nel 1818. La medesima copia era già stata battuta all’asta nel 1985, e Christie’s proprio in quell’occasione lo aveva definito come “eccezionalmente raro”.
Il valore così alto è dovuto, come hanno spiegato i portavoce della casa d’aste, alle buone condizioni in cui versa il libro. Il romanzo si presenta in tre volumi con all’interno delle tavole originali con copertina rigida. La prefazione è del marito di Mary Shelley, il poeta Percy Shelley. Vi è anche una dedica da parte della scrittrice per suo padre, il giornalista, filosofo e politico, William Goldwin. Vi sono anche altre copie della prima stampa del romanzo, ma molto più danneggiate e perciò hanno un valore di mercato molto più basso.
Mai un libro scritto da una donna aveva raggiunto queste cifre.
Pensare che Mary Shelley scrisse Frankenstein, chiamato anche Il moderno Prometeo, per scommessa. Nel 1816, lei, suo marito Percy Shelley, e Lord Byron si trovavano sul lago di Ginevra. Qui durante le giornate si dilettavano leggendo a turno storie di fantasmi tratti dalla letteratura tedesca. Lord Byron sfidò i suoi amici. Ognuno si sarebbe dovuto cimentare nella stesura di un racconto che fosse ancora più pauroso e inquietante di quelli letti sino a quel momento. Mary non se lo fece ripetere e iniziò a imbastire nella sua mente una storia in cui tutte le paure più profonde dell’uomo trovassero uno sbocco.
Mary Shelley diede vita al suo capolavoro.
Il romanzo vide le stampe nel 1818, in forma anonima e in una tiratura limitata, cinquecento copie. Mary Shelley si sarebbe dovuta accontentare di un terzo dei profitti netti. Solo nel 1831 la scrittrice ripubblicò il libro rendendo noto il suo nome, cosa che scatenò una serie di domande nell’opinione pubblica, che faceva fatica a immaginare una donna dietro a tanto orrore e inquietudine.
Da allora Frankenstein è entrato di diritto tra le opere più importanti della letteratura del terrore, ma è stato anche il precursore di un nuovo genere letterario molto amato e apprezzato dai lettori e scrittori successivi a Mary Shelley, il genere fantascientifico.
Ancora oggi se pensiamo a Victor Frankenstein e alla sua idea di ridare vita a un corpo assemblato con parti di altri uomini, nonostante i passi da gigante fatti nella medicina, nella chirurgia, nel mondo della scienza in generale, non possiamo che rabbrividire e chiuso il libro guardarci le spalle alla ricerca di un qualcosa che vorremmo non fosse lì. Ecco la grandezza di Mary Shelley.
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