Il 5 agosto 1981 fu abolito il matrimonio riparatore. La prima donna ad opporsi a questa costrizione fu, a metà degli anni ’60, l’allora quindicenne Franca Viola, che si rifiutò di sposare il suo stupratore e di sollevarlo in questo modo dalle conseguenze di un’accusa di violenza carnale. Franca sposò molti anni dopo un suo amico di infanzia.
Oliva Denaro, l’ultimo romanzo di Viola Ardone è liberamente ispirato, anche se molto fedele, alla vera storia di Franca Viola,

Oliva Denaro. Siamo in Sicilia nel 1960. Oliva Denaro ha quindici anni e vive in paesino dove tutti sanno e sparlano di tutti. Dove i “maschi” hanno dei ruoli e dei privilegi non consentiti alle “femmine”.

Fin da bambina ad Oliva vengono imposti dalla madre, donna molto conformista, regole e comportamenti che una “femmina” deve adottare.

Il padre, uomo molto resistente alle difficoltà della vita, senza pregiudizi e molto silenzioso per carattere, riesce a stare sempre al fianco della ragazza, al momento giusto.

Dal giorno in cui a Oliva arriva “il marchese”, la sua vita vira improvvisamente. Non può più giocare con Saro, suo amico d’infanzia, non può più uscire con Liliana, sua migliore amica e figlia del comunista del paese.

Nonostante le rare uscite, Oliva viene adocchiata dal figlio di una famiglia influente del paese, che non accetta il rifiuto della ragazza e la violenta. Oliva rifiuta il matrimonio riparatore, ritenendo che non è la vittima doversi vergognare, ma l’aguzzino, che non va salvato.

Il romanzo è un denuncia alla violenza fisica, ed è un’accusa alla mediocre mentalità della società maschilista e patriarcale.

Raccontato in prima persona dalla protagonista per le prime tre parti del romanzo. È poi raccontato dalla voce del padre che si alterna con quella di Oliva nella quarta parte. Dopo un ventennio, e che spiega “cosa è successo”.

Ardone riesce con molta intensità a trasmettere i sentimenti di Oliva e degli altri protagonisti di questa vicenda.

La lettura risulta scorrevole e il ritmo è scandito come un orologio, le parole usate sono pungenti ed incisive, senza mai cadere nel volgare, ma sempre con il garbo che contraddistingue l’autrice.

Il primo lavoro di Viola Ardone che ho amato è stato Il treno dei bambini, con il quale la scrittrice, in questo romanzo, ha voluto tessere un filo di collegamento facendo negli ultimi capitoli materializzare la figura di Maddalena Criscuolo, anche qui presentata come attivista politica, più grande di alcuni anni , che continua a portare avanti le sue battaglie per l’approvazione delle leggi in favore delle donne.