“Se domani sono io, se domani non torno, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”. Questi versi della poesia di Cristina Torres Caceres, sono stati dedicati a Giulia Cecchettin. La giovane ragazza di Vigonovo (Venezia), uccisa dal suo ex fidanzato Filippo Turetta. Con il caso di Giulia c’è stato un risveglio inaspettato che ha scosso tutti, a dimostrazione che non bisogna mai abbassare la guardia.
Si è svolto questa mattina il Convegno “Vittime di violenza: storie di ordinaria quotidianità” nella Sala Capitolare del Chiostro del Convento di Santa Maria Minerva. Questo fenomeno complesso è stato portato in primo piano dagli avvocati Cristiana Arditi di Castelvetere e Maria Letizia Sassi. Cristina Matranga, Direttore Generale ASL Roma 4. Patrizia Schiarizza, Presidente “Il Giardino Segreto” per gli orfani di femminicidio. Emanuele Ricifari, Dirigente di Pubblica Sicurezza. L’Onorevole Elena Leonardi. Viviana Langhe, Professoressa Psicologia Clinica e la giornalista Rai. Ha moderato: Alessandra Barone.
Elisa Caponetti
Lavora da trenta anni nel campo dell’Ascolto Vittime di Violenza della ASL Roma 4 in qualità di psicoterapeuta e CTU e Perito del Tribunale. Ha presentato il libro ” Vittime di violenza: storie di ordinaria quotidianità”, da cui si è preso spunto per parlare appunto delle varie declinazioni di violenza conto le donne. Una sintesi della sua attività di lavoro come incitamento alle donne ad uscire dalla violenza riconoscendone in tempo i segni.
Più di 29,000 donne, tra i 16 e i 75 anni, si sono rivolti al Centro Violenza nel 2022. La violenza è presente soprattutto nei giovani dove è in costante aumento, come testimonia quanto successo a Giulia.
Purtroppo c’è una percezione alterata in quanto non si pensa che l’altro possa essere violento. Diverse testimonianze di giovani donne evidenziano come questa mancanza di libertà, di controllo continuo nel relazionarsi con gli altri. Sia percepito come un rapporto esclusivo con il partner. È una violenza più sottile, una violenza mentale in cui non ci sono segni evidenti di maltrattamenti fisici.
È essenziale un intervento presso le scuole
per un sostegno psicologico, in moda da riuscire a riconoscere questi segnali e un’educazione alla responsabilizzazione, per comprendere le conseguenze e il rischio su se stessi e gli altri. Si è deciso a tal proposito di portare nelle scuole le testimonianze di alcune vittime.
Mentre ascoltavo mi è venuto spontaneo pensare a tutte quelle volte che ci lamentiamo dei nostri partner che non ci chiamano spesso o non siano presenti quanto vorremmo, sottovalutando che quello che viene inteso come trascuratezza può essere rispetto dei nostri spazi, della nostra libertà grazie alla fiducia che abbiamo saputo costruire nei nostri confronti.
Ogni esperienza è diversa dall’altra e i dati sconfortanti rendono ancora più complicato questo fenomeno.
La violenza sulle donne ha tante forme. Ogni tre giorni una donna viene uccisa e un bambino/a rimane orfano/a. Questi bambini e/o minori come si vuole definirli, sono spesso, testimoni involontari della violenza all’interno della loro famiglia. Violenza tra le mura domestiche dove sono state uccise il 78% delle donne dai partner; violenza da parte del partner per accedere all’eredità.
La Dott.ssa Matranga
ha parlato dell’attivazione di un protocollo nel 2019 tra la ASL, la Repubblica di Civitavecchia e gli Ordini di Psicologi, con uno sportello all’interno della Procura, e un tavolo istituzionale, con cadenza trimestrale, in cui partecipano diversi soggetti del territorio, tutte le forze dell’Ordine, Assessori, Sindaci, i servizi dell’ASL come gli Sportelli Anti Violenza, il Dipartimento di Salute Mentale, la Neuropsichiatria Infantile, Il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Bracciano e di Civitavecchia, con codice rosa che è l’accesso per i casi più gravi.
È stato attivato anche il percorso PCTO, percorsi di alternanza scuola di lavoro, rivolto ai ragazzi per farli entrare in contatto con i mestieri del futuro. Questo progetto è nato a seguito degli incontri che si stanno svolgendo ciclicamente all’interno delle scuole per offrire l’opportunità di lavorare anche in strutture che si occupano di violenza in modo da comprendere il percorso delle vittime dall’inizio, da quando si rivolgono ai centri competenti.
Da questo Convegno sono emerse esperienze di ascolto di tutto ciò che non viene mai raccontato, degli interventi che si stanno facendo nelle scuole, della mancanza di organico e talvolta di risorse specializzate, di fondi economici a supporto delle norme già in vigore. Ma è anche emerso un dato positivo di vittime che sono riuscite a recuperare i propri spazi, la propria serenità, tornando ad avere fiducia in se stesse, per realizzarsi indipendentemente dall’età, senza dare più tutto quel potere al partner.
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