Paralimpiadi di Parigi 2024: semplicità, inclusione e bellezza, il tutto in una manifestazione che non solo offre spunti di riflessione importanti, è un tripudio di talenti che, con coraggio e devozione, ci hanno lasciato senza parole con le loro incredibili abilità sportive.

Ci sarebbero tanti nomi importanti da elencare anche in questa nuova manifestazione che prende il nome di Paralimpiadi, solo che non è possibile farlo e non solo perché vi hanno partecipato 4.400 atleti, soprattutto perché è difficile affermare quale sia un fuori classe. Ognuno di loro, a modo suo, lo è.

Una storia retrò.

I primi giochi Paralimpici furono tenuti in Svezia dal 21 al 28 febbraio del 1976. Prendono questo nome in quanto paralleli ai giochi olimpici, ma non è l’unica interessante curiosità: il simbolo è differente per colori e stile da quello delle Olimpiadi, in quanto composto non dai cinque cerchi, ma da tre agitos (dal latino agito, ovvero “Io mi muovo”) di colore blu, rosso verde. Nella prima edizione si confrontarono 98 atleti rappresentanti 16 nazioni. Tra gli sport: sci alpino, sci nordico e slittino per atleti ipovedenti e amputati, sport tipici del periodo invernale.

Ai giorni nostri.

I giochi olimpici quest’anno sono cominciati il 28 agosto e terminati l’8 settembre con cerimonie di apertura e di chiusura con un unico filo conduttore che ha portato a stupire con semplicità ed eleganza e a emozionare. In questa edizione che ho seguito con molta costanza, ho scoperto atleti e atlete che non conoscevo e che hanno gareggiato pur avendo superato un certa soglia di età.

Un momento di riflessione.

Ho riflettuto e messo insieme i pezzi: una atleta quasi cinquantenne, ipovedente, medaglia d’oro… Se non è incredibile un successo come questo, se non è incredibile questa forza di volontà, allora, cosa lo è?

Il modo in cui ho ammirato atlete correre con le protesi alle gambe, atleti nuotare con tutti e quattro gli arti amputati, fare scherma seduti su di una carrozzina, lo porterò sempre con me e non perché si abbia bisogno di dover imparare qualcosa.

Neanche perché non è giusto lamentarsi per sciocchezze quando al mondo esistono persone così forti: semplicemente per la bellezza della semplicità e la meraviglia di persone straordinarie che, ogni giorno, vivono e fanno cose ordinarie.

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Immagine di copertina di EUROSPORT