You la serie tv Netflix tratta dall’omonimo romanzo di Caroline Kepnes ha scatenato una serie di timori e paturnie, che in genere cerchiamo di tenere sopite.


Il personaggio di Joe, il protagonista di You, è uno stalker che mostra immediatamente la natura patologica dei propri pensieri.
Le vicende di You iniziano con l’entrata di Bek , un’aspirante scrittrice, nella libreria diretta da Joe.
Bek, provocante quanto basta, attira l’ossessiva attenzione di Joe, che quando inserisce il nome della ragazza su Google, gli sia apre un mondo, il mondo di Bek.


La ragazza ha infatti un disturbo narcisistico di personalità e mostra sui social compulsivamente e ossessivamente tutto ciò che fa, pensa o desidera.
Prendete una persona con tendenze da stalker e un’altra con un disturbo narcisistico e la bomba è pronta per esplodere.
Lui segue lei che si mostra al mondo; lui è ossessionato dall’immagine di lei.


Joe inizia a cercare sempre più informazioni su Bek e sulle persone che la circondano. Dai particolari presenti nelle foto su Instagram e sui post di Facebook, Joe riesce a ricostruire molti aspetti della vita di Bek, perfino il suo indirizzo.
Chi meglio di Joe, che ha ben intuito la personalità della ragazza, riesce a plasmarsi e interpretare i desideri di Bek da cui è ossessionato e che gli regala particolari intimi della sua vita su un piatto d’argento grazie ai post social?
Joe si cala perfettamente nel ruolo del bravo ragazzo pronto a salvare Bek da questa sua voglia di mostrarsi e apparire dettata dalla paura di non essere accettata, e dalle sue insicurezze.


Joe sulla strada per la conquista incontrerà degli ostacoli che eliminerà prontamente

You non solo mostra quanto l’apparenza inganna, ma anche quanto la fiducia può essere mal riposta.


You fa leva su tutte le paure che nascono al giorno d’oggi quando ci si sofferma a pensare quanto mostriamo di noi sui social e quanto qualcuno, di cui noi nemmeno immaginiamo l’esistenza, potrebbe convincersi di conoscerci. Per non parlare del timore di essere “guardati” in maniera ossessiva tramite i social, perché nella fase iniziale, è proprio il bisogno spasmodico di Bek di apparire che permette alla follia di Joe di fare il suo corso.

You ci mostra che potenzialmente tutti noi possiamo essere oggetto di ossessione e che questo strumento a volte pericoloso che sono i social, usato in maniera sbagliata rischia di alimentare determinate ossessioni, in un senso e nell’altro.
Un tempo molti di noi avevano un diario segreto e tutti i nostri pensieri intimi rimanevano tali… segreti.

Tutto è andato così fino all’ avvento di facebook.

Da quel giorno i concetti di privacy e intimità si sono capovolti.
Pensieri e parole più o meno felici iniziano a piovere sul web. Opinioni, giudizi, speranze, aspettative e qualche volta addirittura preghiere di ognuno, tutt’ ad un tratto, sono lì in bella mostra alla mercé di chiunque, e l’intimità e la privacy volano via per sempre insieme al caro vecchio diario segreto.


Tutt’ a un tratto si diffonde l’idea che ciò che non viene mostrato non esiste.


Mi chiedo quale sia stato il momento esatto in cui abbiamo rinunciato a mettere un lucchetto ai nostri pensieri più intimi e abbiamo deciso che dovevamo a tutti i costi apparire… rinunciando ad essere.
Qual è stato esattamente il momento in cui l’emozione ci è sfuggita dalle mani e si è trasformata nella quinta essenza del narcisismo?
I social sono spesso lo specchio d’acqua di Narciso. Ma fate attenzione… ricordate che Narciso nel suo specchio ci è annegato.
A volte mantenere del riserbo sulla nostra vita personale può salvarci da situazioni pericolose.