Si chiamava Matilda Joslyn Gage. Fu una suffragetta e scrittrice vissuta nel 1800. Perché è importante? Perché in suo ricordo è nato il cosiddetto Effetto Matilda, ovvero la tendenza a negare il contributo femminile nelle scoperte scientifiche.
La definizione di Effetto Matilda è nata negli anni ’90 grazie a Margaret W. Rossiter. Con queste due semplici parole, la storica della scienza, voleva marcare il mancato riconoscimento delle donne nelle scienze, i cui meriti sono attribuiti ai colleghi uomini. Margaret forgia il concetto nel 1993, basandosi su Matilda Joslyn Gage, che nel 1870 pubblicò Woman as Inventor. L’obbiettivo di entrambe era dimostrare che le donne ci sono sempre state, e sono sempre state dotate di cervello.
Margaret W. Rossiter
Margaret W. Rossiter è una storica della scienza. È nata nel 1944 ed è famosa per aver dato vita all’Effetto Matilda. La sua notorietà, come spesso accade, è dovuta a una semplice curiosità. Durante gli studi a Yale pose una domanda a uno dei suoi professori: dove sono le scienziate? La risposta non fu delle migliori e finiva con un qualcosa del tipo “lavoro da uomini”.
Ecco che allora, la professoressa Rossiter ha deciso di dedicare la sua vita alla ricerca di tracce femminili nella storia delle scienze. I suoi studi hanno scovato centinaia di esempi. Tantissime donne che hanno avuto la loro parte nel mondo scientifico ma che, volontariamente o meno, sono state cancellate dalla storia. La sua ricerca è stata rivoluzionaria, poiché nel riportare alla luce fantasmi dimenticati ha aperto le porte alle generazioni future.
Effetto Matilda
L’Effetto Matilda è quindi il mancato riconoscimento del contributo femminile nelle scienze. Non solo indica la tendenza a svalutare i risultati ottenuti dalle donne, ma anche quella ad attribuirne i successi ai colleghi uomini. Gli esempi nel corso della storia sono innumerevoli e la stessa Rossiter ha dovuto rivedere il suo progetto di scriverne un solo libro in favore di tre.
Il nome è dovuto a Matilda Joslyn Gage che nel 1870 pubblicò il saggio Woman as inventor. Matilda era una suffragetta e dedicò la sua vita a combattere per i diritti delle donne. Prima di Margaret W. Rossiter, già la stessa Gage aveva stilato un elenco di molte invenzioni nate dalla mente di una donna.
In ombra
Nel 1908, un articolo della rivista Scientific American inizia chiedendosi come mai, dato che le donne possono studiare materie scientifiche liberamente e la legge non gli impedisce di lavorare, trovano così tanti ostacoli nella ricerca di un’occupazione. L’autore dell’articolo afferma in seguito che questi ostacoli sono dovuti alla debolezza fisica e mentale della donna rispetto all’uomo. Questo articolo di “Le Scienze” sugli errori della storica rivista, fa riflettere sul pensiero comune che per secoli ha tagliato fuori le donne dal mondo ma che, purtroppo, era considerato la normalità.
Tra i nomi che spiccano nelle ricerche della professoressa Rossiter c’è anche l’esempio recente di Jocelyn Bell Burnell. Lavorava all’Università di Cambridge insieme all’astronomo Antony Hewish. Stavano cercando di costruire un radiotelescopio quando un rumore di fondo attirò l’attenzione della scienziata. Quel rumore si sarebbe svelato essere una pulsar (una stella di neutroni). Nel 1974 Hewish vinse il premio Nobel per aver scoperto le pulsar. Il fatto che ad individuarle e a scoprirle effettivamente fu Jocelyn è stato semplicemente tagliato dai registri.
Con le sue pubblicazioni, Women Scientists in America, Margaret W. Rossiter da voce a tutte coloro che non si sono mai sentite apposto e a quelle menti che sono state dimenticate. In un articolo al magazine Smithsonian la Rossiter racconta di una lettera inviatale da una collega. Questa la ringraziava per il suo lavoro poiché lei stessa aveva passato anni in terapia siccome le persone attorno a lei non l’accettavano nel suo settore. Margaret le ha risposto così, sottolineando che il problema non era lei, ma le restrizioni della società in cui viviamo.
As scientists they were atypical women; as women they were unusual scientists.
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