Antropologa ed egittologa britannica di grande acume e molto stimata in ambito accademico, Margaret Murray è anche ricordata per aver sviluppato un’originale ipotesi nell’ambito dello studio del folklore europeo circa il culto stregonesco in Europa.
Margaret Alice Murray nacque a Calcutta il 13 luglio del 1863. Insieme a Mary, la sorella maggiore, ella crebbe all’interno di una ricca famiglia dell’Impero britannico, impregnata dei valori e degli ideali conservatori della società vittoriana.
Tuttavia, la piccola Margaret si trovò faccia a faccia con gli Indiani originari del posto (facevano parte della servitù e casa Murray ne contava almeno una decina) diventando loro amica. Al posto di vederli come servi ed esseri inferiori, Margaret simpatizzava con loro e con le loro condizioni di vita, specialmente quelle delle donne.
Durante tutta la sua vita, Margaret ebbe sempre a cuore la condizione femminile. Era membro della WSPU (Women’s Social and Political Union), faceva donazioni per sostenere la causa per il diritto di voto e prese parte a marce e proteste tra cui la cosiddetta “Mud March” (la Marcia del Fango), una protesta pacifica svoltasi a Londra nel 1907 per il suffragio femminile.
La passione per l’Egittologia
“Il mio terzo tentativo [di trovare una carriera] fu l’egittologia, e da questo non ho mai vacillato” (da My First Hundred Years, 1963)
Per i primi trent’anni della sua vita, Margaret (assieme alla sorella) si spostò e visse tra l’India e l’Inghilterra. Si può dire che scoprì l’archeologia e l’egittologia quasi per caso.
Siamo nel 1893. Margaret non era sposata, non aveva figli e non sapeva ancora chiaramente cosa fare della sua vita fino a quando lesse sul London Times che William Flinders Petrie, famoso archeologo e rinomato egittologo britannico, avrebbe tenuto una serie di lezioni al dipartimento di Egittologia dello University College London (UCL).
L’anno seguente Margaret iniziò, quindi, a frequentare l’UCL. In quegli anni alle donne era precluso l’ingresso sia a Oxford che a Cambridge e lo University College London era l’unica (e la prima) università a conferire le lauree alle donne.
Non passò molto tempo che Margaret si distinse prepotentemente dal resto della classe. La sua intelligenza e il suo entusiasmo impressionarono Petrie. Grazie alla sua conoscenza delle lingue e alla sua abilità nel replicare perfetti facsimili delle iscrizioni in geroglifici, latino, greco e copto, Margaret divenne l’illustratrice principale di Petrie e la sua assistente.
Gli scavi in Egitto
Nel 1902 Margaret si recò nella città di Abido, una delle più antiche città dell’Alto Egitto e, insieme a Eliopoli, una delle due città sante.
Come si può immaginare, era un sito che attirava archeologi ed egittologi di tutto il mondo per la sua presenza di molte tombe reali e templi antichissimi. Durante gli scavi ad Abido, Margaret portò alla luce l’Osirion, un tempio dedicato al dio Osiride.
Margaret ritornò in Egitto nell’inverno 1903-1904 nella città di Saqqara, anch’essa una necropoli. I suoi resoconti su entrambi i viaggi, Osireion at Abydos e Saqqara Mastabas, ebbero molta influenza sugli egittologi del tempo.
Grazie alle sue scoperte e alle sue pubblicazioni, Margaret Murray diventò una figura di spicco e di riferimento nel campo dell’Egittologia. Venne addirittura consultata da diversi musei per dei consigli sulla catalogazione dei loro manufatti egizi.
Tra folklore e stregoneria
Con lo scoppio della Prima guerra mondiale nel 1914, gli scavi in Egitto (e in qualunque altra parte del mondo) non poterono più proseguire.
Parallelamente alla sua passione per l’Egittologia che mai la abbandonò, Margaret Murray – durante questo periodo di stasi – iniziò ad interessarsi anche al folklore e alla stregoneria, in modo particolare alla storia della stregoneria europea.
Nel 1917 pubblicò un articolo sulla stregoneria nella rivista Folk-Lore, seguito da tre libri: The Witch-Cult in Western Europe (1921), The God of the Witches (1933) (trad. italiana: “Il Dio delle streghe”, 1972) e The Divine King in England (1954).
Al centro di queste sue opere vi era l’ipotesi che la stregoneria fosse un’antica religione precristiana risalente al Paleolitico i cui adepti partecipavano a sabba ed eseguivano riti di ogni tipo. Quello della fertilità era il più importante.
La Murray credeva che, nella sua forma originaria, questa religione fosse dominata dalle donne e che si venerasse una divinità femminile.
Inoltre, sempre secondo Margaret, questo culto pagano non fu estirpato con l’avvento del Cristianesimo come religione di Stato ma continuò a vivere nascosto e a diffondersi in tutti gli strati della società.
Margaret Murray avanzò addirittura l’ipotesi che la tristemente nota caccia alle streghe (XV – XVIII sec.) non fosse il risultato di un oscurantismo o di un delirio superstizioso, ma un tentativo da parte della Chiesa di eliminare una setta rivale.
I detrattori della teoria sulla stregoneria
La teoria della Murray fu davvero spiazzante, sensazionale. Fu accolta con grande entusiasmo soprattutto dalla società dell’epoca, molto interessata a tutto ciò che riguardasse il paganesimo e il ritorno alla natura.
Tuttavia, negli anni ’60, la sua tesi fu smentita mediante rigorosi studi antropologici.
La Murray venne “accusata” di aver manipolato le fonti storiche delle testimonianze dei processi per stregoneria.
Alcuni detrattori hanno considerato il suo uso delle fonti poco attento. Altri criticarono la tendenza della Murray a generalizzare su larga scala partendo da poche ed insufficienti prove.
Ciononostante, alcune delle intuizioni esposte da Margaret sono, invece, considerate ora corrette da alcuni antropologi. La maggior parte degli storici della stregoneria concordano che, a livello locale ed in zone più o meno isolate,
moltissime credenze e pratiche derivate dal paganesimo sopravvissero fino all’età pre-moderna e che il conflitto fra tali credenze e il cristianesimo aiutò ad accelerare l’avvio della caccia alle streghe (assieme ad altre problematiche di tipo sociale e religioso).
Il lascito e le influenze di Margaret Murray sulla cultura di massa
Margaret Murray morì centenaria a Londra il 13 novembre 1963.
La sua tesi sulla stregoneria ebbe così tanto impatto che venne assunta tra i “miti di fondazione” della Wicca e di tutto il contemporaneo neopaganesimo.
Proprio per questa ragione, la Murray viene considerata “the Grandmother of Wicca” (la nonna della Wicca). Infatti, la struttura teologica della Wicca fu influenzata dalle idee della Murray sull’antico culto delle streghe.
Così come Margaret aveva sostenuto nella sua tesi, anche i praticanti della Wicca entravano a far parte della congrega attraverso una cerimonia di iniziazione. Infine, il primo sistema di feste stagionali della Wicca era basato sul quadro esposto dalla Murray.
Anche la letteratura non fu immune alla teoria di Margaret Murray. Influenzò autori del calibro di Aldous Huxley, Robert Graves e Howard Phillips Lovecraft.
Quest’ultimo citò The Witch-Cult in Western Europe della Murray nei suoi scritti sul culto di Cthulhu, creatura immaginaria semi-divina facente parte della complessa mitologia partorita da Lovecraft.
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