L’Emilia Romagna è la prima regione premiata dall’Unione europea. Scopriamo il perché
DONNE LAVORO – L’Emilia-Romagna è la regione italiana in cui le donne hanno migliori opportunità di vita e lavoro. Il dato proviene da una ricerca dell’Unione europea. Questa analisi ha preso in considerazione la condizione femminile in base a sette indicatori. Lavoro e denaro, conoscenza, tempo, potere, salute, sicurezza, qualità della vita.
La ricerca
La ricerca analizza due indici. Quello di successo e quello di svantaggio femminile. Una mappa elaborata dall’Osservatorio sull’uguaglianza di genere della Commissione Ue ha assegnato all’Emilia-Romagna un punteggio complessivo pari a 51. Questa mappatura ha collocato la regione al vertice della classifica nazionale. Seguono Lombardia e Provincia autonoma di Bolzano, entrambe con 50.
I campioni internazionali
L’analisi ha visto 235 regioni partecipanti. L’indagine di Bruxelles si concentra sulle maggiori difficoltà per le donne in alcuni territori della Grecia. Qui il punteggio si attesta tra quota 31 e 35. In Romania si arriva a sfiorare i 30 punti. In cima alla classifica si colloca invece la regione finlandese di Helsinki-Uusimaa. Ben 79 punti assegnati.
L’agenda 2030
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, pianeta e prosperità. Il piano ha visto la luce nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU (Organizzazione Nazioni Unite). Il progetto ha avuto inizio nel 2016. Esso direziona il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni. I Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungere degli obiettivi entro il 2030.
Gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – sono 17. Essi costituiscono un grande programma. Il fine d’azione mira ad un totale di 169 ‘target’ o traguardi.
L’obiettivo parità di genere
Il seguente obiettivo è il quinto dei 17. Parità di genere ha delle prospettive specifiche.
Porre fine, ovunque, a ogni forma di discriminazione nei confronti di donne e ragazze. Eliminare ogni forma di violenza nei confronti di donne e bambine, sia nella sfera privata che in quella pubblica. Viene compreso il traffico di donne e lo sfruttamento sessuale e di ogni altro tipo. Eliminare ogni pratica abusiva come il matrimonio combinato. Tra queste il fenomeno delle spose bambine e le mutilazioni genitali femminili. Riconoscere e valorizzare la cura e il lavoro domestico non retribuito, fornendo un servizio pubblico, infrastrutture e politiche di protezione sociale e la promozione di responsabilità condivise all’interno delle famiglie. Il tutto conforme agli standard nazionali. Garantire piena ed effettiva partecipazione femminile e pari opportunità di leadership ad ogni livello decisionale in ambito politico, economico e della vita pubblica.
L’azienda Sonepar. Un esempio di cooperazione
Emblematico è il modus operandi della multinazionale Sonepar. Il Gruppo Sonepar è il primo distributore di materiale elettrico al mondo. Fondato nel 1969 in Francia da Henri Coisne conta oggi su una presenza in 5 continenti e 40 nazioni. Il gruppo internazionale vede in Italia una fitta rete di 100 punti vendita e 1.500 dipendenti. L’attività di Sonepar in Italia è iniziata nel 1988.
Al di là dei risultati altisonanti dell’azienda, ad impressionare è il fattore umano e l’attenzione ad alcuni campi dell’Agenda 2030. Ambiente e proprio la parità di genere su tutte. Sentiamo che cosa ha detto Donato Fiore, Direttore HR di Sonepar Italia, un mese prima della nuova edizione dell’Academy Sonepar. Scopri di più su questo progetto, cliccando sul link.
“In Sonepar Italia lavorano 236 donne e vorremmo sfatare il mito che questo è un settore in cui lavorano esclusivamente uomini, per cui saremo molto lieti di ricevere molte candidature femminili”
Donato Fiore. Sonepar Italia
Un messaggio per il futuro
Quando un’azienda come la Sonepar muove passi così decisi verso integrazione e cooperazione, gli equilibri si spostano. Gli obiettivi stilati dall’ONU non sono semplici righe da seguire, ma stili di vita da adottare. Quando una multinazionale leader di un settore, spesso marcato da figure maschili in prevalenza, compie dei passi del genere, si impara una nuova lezione. Si è leader del mercato, prima nella costruzione della mission e poi negli altri settori.
Una speranza importante in vista della giornata internazionale contro la violenza di genere del 25 novembre.
Fonti: Modena Today, Elettronews
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