Rita Levi Montalcini nasceva il ventidue aprile 1909. Esattamente 113 anni. Una scienziata indimenticabile e soprattutto una donna ricca di valori umani, ancor prima della genialità che la rese celebre in tutto il mondo
RITA LEVI MONTALCINI – Una vita dedicata alla scienza, lasciando l’immagine di una signora elegante, dallo sguardo sicuro ma anche dolce. Una donna estrosa capace di partecipare fino alla fine alla vita scientifica e politica del nostro Paese. Un impegno che l’ha portata, contro tutto e tutti, a diventare scienziata, a vincere un Premio Nobel. Connubio perfetto del rapporto tra le donne e il sapere.
“La donna è stata bloccata per secoli. Quando ha accesso alla cultura è come un’affamata. E il cibo è molto più utile a chi è affamato rispetto a chi è già saturo”.
Rita Levi Montalcini
Pillole biografiche
RITA LEVI MONTALCINI – La dottoressa Montalcini nasce a Torino il 22 aprile 1909, insieme alla gemella Paola, in una famiglia ebrea molto colta. Il padre, Adamo Levi, era un ingegnere elettrotecnico e matematico e la madre, Adele Montalcini, una pittrice. Nel 1930 si iscrive a medicina all’Università di Torino. La sua decisione non è accolta con soddisfazione dai genitori, che la volevano moglie e madre. Sin dai primi anni si dedica agli studi del sistema nervoso. Concluso il percorso di laurea però, la proclamazione delle leggi razziali le vietano di continuare i propri studi all’università. Fu il Belgio a dare alla donna la possibilità di proseguire le ricerche, prima di ritornare a Torino e lavorare in un laboratorio nascosto. Fu il periodo di massima difficoltà per la scienziata, impossibilitata a operare con strumenti e spazi consoni al suo impiego.
La svolta a stelle e strisce
RITA LEVI MONTALCINI – Nel 1947 prende la strada oltre continente negli Stati Uniti. Il programma prevedeva di restare solo un semestre. Non lo farà mai, tornerà dopo 30 anni. Proprio negli States costruisce passo dopo passo una carriera ricca di successi e scoperte. Il tutto si coronerà nel 1986 con l’assegnazione del Premio Nobel per la Medicina per le scoperte sul fattore di crescita nervoso (NGF). SI tratta della proteina responsabile della crescita delle cellule e degli organi, indispensabile nello studio di malattie come il cancro, il Parkinson e l’Alzheimer.
In Italia ritorna definitivamente solo nel 1977, dopo il pensionamento. Fu la prima donna ad essere ammessa all’Accademia Pontificia, la National Academy of Sciences negli USA e la Royal Society.
Rita Levi Montalcini ha continuato il suo percorso di ricerca fino a poco tempo prima di morire. Era il 30 dicembre 2012 e all’età di 103 anni ci lasciava una donna da sempre impegnata in campo sociale e politico. Nel 2001 era infatti stata eletta Senatrice a vita.
L’impegno in favore delle donne
RITA LEVI MONTALCINI – La Montalcini ha sempre avuto molto a cuore anche la questione della parità dei diritti delle donne in ambito scientifico. Attraverso la sua fondazione “Rita Levi-Montalcini Onlus” ha iniziato a finanziare borse di studio a sostegno delle donne dei Paesi in via di sviluppo. Notevole la sua lotta per il diritto all’aborto e il suo impegno in favore dell’emancipazione femminile. Conosceva benissimo il destino di molte donne, totalmente diverso dal suo, sapeva che in numerose non avevano avuto neanche l’opportunità singola di formarsi. Proprio per questo si è sempre battuta in loro favore. Negli anni ha creato un suo personalissimo stile, fatto di spalline, spille e collane vistose, i capelli raccolti in uno chignon. Ma soprattutto non si è mai voluta sposare, per dedicarsi in maniera incondizionata, al proprio lavoro.
Il ritratto di una personalità imponente e rivoluzionaria. Sorella illegittima del vento, capace di condividere con questo l’impossibilità di arrestarsi e la bramosia di cambiare lo stato delle cose. Perché non sempre quello che viene considerato normalità può essere definito come formula esatta e indiscutibile.
In essenza questa era Rita Levi Montalcini, modello intramontabile del concetto di empowerment femminile.
Fonte- Luce.La Nazione
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