Siccità, carenza idrica e stato d’emergenza sono parole che vengono ripetute spesso in questi giorni. Si è abituati a pensare che l’acqua sia infinita e rinnovabile al 100% ma questo è vero solo in parte.
Sono diventate virali le immagini circolate qualche giorno fa del Po’ in secca a causa della siccità. L’Italia, ma con lei il mondo intero, sta cambiando. A causa dei cambiamenti climatici le estati sono sempre più torride mentre gli inverni sono sempre meno piovosi e gli effetti si fanno sempre più disastrosi. Ma quali sono le conseguenze della carenza d’acqua? E come si può risolvere?
Acqua: una fonte rinnovabile al 100%?
L’insegnante di scienze delle elementari ha insegnato a tutti che cos’è il ciclo idrologico. Si tratta del percorso di vita, se così vogliamo chiamarlo, dell’acqua.
Semplificando possiamo dire che l’acqua è contenuta nelle nubi sottoforma di vapore acqueo. Da qui precipita al suolo e può finire sulla terraferma, dove può essere assorbita dalle piante o può percolare nel terreno più o meno in profondità; oppure può finire nei fiumi, nei mari, nei ghiacciai e nei laghi. Dal terreno e dalle piante può evaporare nuovamente, e quindi tornare al cielo, così come da ogni bacino idrico.
In linea di principio, quindi, questo è un ciclo continuo e l’acqua una fonte inesauribile e completamente rinnovabile.
In verità esiste un paradosso che invalida questo concetto di completa rinnovabilità.
Di tutta l’acqua presente nel pianeta Terra, soltanto una piccola quantità interessa l’uomo ed è la cosiddetta acqua blu, quella raccolta da fiumi, laghi, falde sotterranee etc. Se di questa di questa acqua, l’uomo ne preleva e consuma una quantità maggiore rispetto a quella con cui le precipitazioni ricaricano queste fonti, ecco che si ha un bilancio negativo.
L’acqua, quindi, non è infinita.
Ma non si può scavare più a fondo?
Le fonti che procurano all’uomo il suo prezioso oro blu iniziano a scarseggiare. Basti pensare che solo il riscaldamento globale ha drasticamente ridotto il volume dei ghiacciai, che d’estate si riducevano alimentando i fiumi e d’inverno tornavano indicativamente al loro volume iniziale grazie alle precipitazioni.
Si può cercare nuove falde sotterranee, vero. Ma senza piogge, anche queste si svuoterebbero prima o poi. Inoltre, c’è il pericolo che, pompando una falda semivuota, vi entrino sostanze inquinanti che possono poi contaminare l’acqua.
La soluzione futurista
Ciò che gli scienziati stanno studiando, e che in alcuni paesi prevalentemente desertici già si fa, è la desalificazione dell’acqua.
In linea di principio il concetto è semplice: si prende l’acqua del mare e gli si toglie il sale.
Purtroppo, però, la realtà è molto più complessa. Innanzi tutto, basti pensare a tutti gli inquinanti che riversiamo ogni giorno nel mare e che devono essere rimossi prima del processo: dalle più svariate sostanze, non da ultimo il petrolio, alle microplastiche. Si tratta di particelle che per essere eliminate necessitano di un certo sforzo.
Allo stesso modo, il sale del mare richiede un notevole sforzo in termini di energia.
Desalificare l’acqua marina è un’operazione estremamente complessa e, ad oggi, estremamente costosa. Pertanto, in attesa di soluzioni più economiche, non resta che fare particolare attenzione.
I consigli sono sempre quelli
Risparmiare l’acqua dovrebbe essere un dovere civico che tutti dovremmo tenere. Ovviamente, le norme di base dell’igiene personale e della pulizia della casa vanno sempre mantenute. Ma come sempre bastano pochi accorgimenti.
Al di là di chiudere il rubinetto quando si lavano i denti, bisogna sapere che lavare i piatti a mano ha un consumo estremamente maggiore rispetto all’impiego della lavastoviglie. Dipende dal quantitativo di stoviglie, certo, ma al contrario del caro vecchio lavello che butta acqua direttamente nella fossa biologica di casa, la lavastoviglie ha un suo ciclo di ricircolo interno e consuma meno.
Un altro accorgimento, specie adesso, è quello di annaffiare di meno il giardino. È bellissimo avere un giardino rigoglioso, ma magari, visto che si parla di razionare l’acqua, si potrebbe anche pensare di fare qualche sacrificio, no?
Mentre invece è bene continuare a tutelare i propri orti, che sono sempre di più una personale fonte di sostentamento, salutare e a km 0. Magari, in questo caso si può optare per un funzionale impianto a goccia.
Insomma, come per tutte le cose che possono salvare il nostro pianeta, il motto è sempre quello: basta poco.
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