Oltre Marie di Nastassja Cipriani e Edwige Pezzulli per Le Plurali. Quando sentiamo parlare di donne scienziate, soprattutto del passato, quasi tutti pensiamo a Marie Curie, ma…

Oltre Marie. Eppure anche nella storia recente ci sono nomi come quello di Rita Levi Montalcini, vincitrice del Premio Nobel nel 1986 che fanno capire come anche le donne hanno dato importanti apporti alla ricerca scientifica. Nonostante questo quando pensiamo alla figura dello scienziato, è più facile pensare ad un uomo con il camice bianco. Ed è proprio di questo che Nastassja Cipriani e Edwige Pezzulli ci parlano nel loro libro Oltre Marie, edito da Le Plurali.

Una discriminazione di genere

Attraverso una serie di esperimenti di tipo sociale, alcuni ricercatori, tra psicologi e sociologi, hanno mostrato come la professione dello scienziato sia accostata più facilmente ad un profilo maschile che ad uno femminile: questo vale sia per gli uomini che per donne. Tale circostanza si verifica anche nei bambini invitati a disegnare uno scienziato dove anche le bambine spesso disegnano un uomo. Tale fenomeno “discriminatorio” affonda le proprie radici nel passato poiché , secoli fa, erano gli uomini gli unici a poter studiare e a fare, di conseguenza, delle scoperte importanti.

Le scienziate dimenticate

Eppure alcune scoperte sono riconducibili a donne scienziato i cui meriti però sono andati a colleghi uomini. Per quanto possa sembrare ingiusto, per molto tempo la scienza e i suoi esponenti si sono mostrati così in virtù del fatto che la figura maschile è stata sempre privilegiata rispetto a quella femminile. Il lavoro delle donne è sempre stato messo su un livello subalterno rispetto a quello dei colleghi maschi. E ancora oggi, nonostante la società si sia evoluta, spesso accadono situazioni come questa. Si riscontra una disparità di trattamento tra donne e uomini nel campo scientifico e della ricerca.

Una sfida impari

Davanti a curriculum di pari livello, tende a prevalere lo scienziato maschio ritenuto più adatto anche quando è chiaro che una donna possa fare meglio. I recruiter tendono, anche inconsapevolmente, a prediligere figure maschili nell’ambito della ricerca e questa sorta di pregiudizio può essere anche inconsapevole. I pregiudizi derivano da stereotipi che possono anche derivare dai famosi BIAS, cioè distorsioni anche inconsce che ci portano a vedere in modo alterato la realtà.

Un lungo cammino

Questo libro, pertanto, ci vuole mostrare come, seppur siano stati fatto passi in avanti nell’affermazione delle donne nel campo scientifico, la strada è ancora lunga ed in salita se si vuole cercare di abolire il gender gap che ancora esiste in moltissimi ambiti della società.

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