Ogni mese 1,8 miliardi di persone in media hanno le mestruazioni; parliamo di quasi il 23% della popolazione mondiale. Sapevi che non tutte le persone possono permettersi prodotti mestruali come assorbenti, tamponi, coppette, ecc.? Questo fenomeno ha un nome: povertà mestruale (in inglese period poverty).
Assorbenti liberi.
“Perché parliamo di persone con le mestruazioni e non solo di donne e ragazze? Perché non tutte le donne hanno le mestruazioni e non tutte le persone che hanno le mestruazioni sono donne. Pensiamo, ad esempio, alle persone che non si identificano nel genere assegnato alla nascita, quindi, nate con caratteri biologici femminili, ma che non si riconoscono come donne”.
È con questa premessa che che WeWorld, organizzazione italiana indipendente impegnata da oltre 50 anni con progetti di cooperazione allo sviluppo e di aiuto umanitario per garantire i diritti a tutte le persone a partire dalle comunità più vulnerabili, promuove il Manifesto per la giustizia mestruale: sei punti per affermare il “diritto mestruale” anche in Italia e per scardinare i tabù e le discriminazioni legate al ciclo mestruale.
Una vertenza, spiega WeWorld, ampia e complessa: “Non è solo una questione di costi: anche non ricevere informazioni adeguate rispetto alla gestione del proprio ciclo mestruale, il non poter scegliere liberamente per il proprio corpo, il persistere di tabù e stereotipi sull’argomento, il dover rinunciare a praticare sport, a uscire, a partecipare a occasioni sociali per vergogna o imbarazzo sono tutte manifestazioni di povertà mestruale”.
Per questo, la Ong italiana ha lanciato il Manifesto. Questo significa riportare al centro le mestruazioni e le persone. Per farlo, però, è necessario prima di tutto un cambiamento di prospettiva, che parte dal riconoscimento del fatto che “tutte le sfide connesse a un’adeguata gestione del ciclo sono parte di un problema più grande e sistemico: le mestruazioni non sono una questione personale, ma una questione di diritti umani e salute pubblica”.
SEI PASSI PER PROMUOVERE LA GIUSTIZIA MESTRUALE IN ITALIA
PUNTO 1:
Chiamiamole con il loro nome, chiamiamole tutt3. Quante volte hai sentito dire “ho le mie cose”? Il primo passo per rompere lo stigma è nominare e parlare di mestruazioni in maniera corretta, positiva e non giudicante, così come di perimenopausa e menopausa, senza usare eufemismi. Dobbiamo, però, rendere questa conversazione inclusiva: non solo chi ha le mestruazioni, tutt3, compresi gli uomini, dovrebbero parlarne.
PUNTO 2:
Il ciclo mestruale non è un lusso: IVA 0%. La Tampon Tax (la tassa sui prodotti mestruali) è un’ingiustizia che colpisce tutte le persone con ciclo mestruale. WeWorld sostiene da tempo l’abolizione dell’IVA e la gratuità dei prodotti mestruali, con la campagna #FermaLaTamponTax.
PUNTO 3:
Prodotti mestruali gratuiti in tutte le scuole ed edifici pubblici. Avere prodotti mestruali gratuiti e disponibili per chiunque è una questione di salute pubblica e di diritti umani, che permette di combattere la povertà mestruale e vivere le mestruazioni con dignità. Per questo dovrebbero essere disponibili in scuole, presidi comunali, uffici postali e altri luoghi pubblici. Educazione sessuo-affettiva nelle scuole.
PUNTO 4:
Non può esserci giustizia mestruale senza corretta informazione e consapevolezza di sé e del proprio corpo. Un’educazione completa di tutti gli aspetti cognitivi, emotivi, fisici e sociali della salute sessuale e riproduttiva, compresa quella mestruale è un intervento preventivo fondamentale. Per prendere decisioni consapevoli sui propri corpi, sviluppare relazioni sociali e sessuali rispettose e assicurare la giustizia mestruale, si passa da qui.
PUNTO 5:
Prendiamoci cura. La nostra salute mestruale ci dice tanto della nostra salute complessiva, per questo è importante prendersene cura e monitorare eventuali anomalie. Molte persone, però, vivono dolori invalidanti. Per questo, chiediamo di inserire la sindrome premestruale e le altre patologie legate al ciclo mestruale tra i Livelli essenziali di assistenza (LEA), in modo che la loro cura sia garantita dal Servizio Sanitario Nazionale, come fatto per l’endometriosi.
PUNTO 6:
Congedo mestruale. Questa forma di congedo concede alla persona con mestruazioni la possibilità di prendere ferie o di usufruire di giorni di malattia extra e retribuiti dal proprio impiego e/o lavorare in maniera flessibile. Diversi paesi, come Spagna, Giappone, Korea del Sud, lo hanno già adottato, mostrando come i luoghi di lavoro possano riconoscere e validare le diverse esigenze ed esperienze delle persone che hanno le mestruazioni.
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