A Vercelli nasce la start-up del riso che promuove la conoscenza scientifica sui temi dell’alimentazione (e non solo). E lancia sul mercato “Ebano”, il riso nero ecosostenibile corto, senza bisogno di trattamenti e a basso consumo d’acqua. La fondatrice è Anna Cecilia Rosso.
L’Italia, con i suoi 220 mila ettari coltivati tra Piemonte e Lombardia, è il maggiore produttore europeo di riso. Una delle zone più vocate è la provincia di Vercelli. E proprio qui nasce Quanto, start-up innovativa fondata a novembre del 2021 in seno all’Università degli studi dell’Insubria. La fondatrice è Anna Cecilia Rosso, che è riuscita a unire una storica tradizione familiare alla sua passione per la divulgazione scientifica.
La start-up produce poco più di mille scatole all’anno di riso, differenziate in tre linee.
“La passione per il riso è nel mio DNA e io l’ho coniugata con il mio amore per la scienza”, ci racconta Anna Cecilia Rosso. “Mi sono resa conto che, per colpa di noi ricercatori, tutto quello che noi sappiamo e studiamo non viene recepito nella nostra società. Ho pensato allora ad un modo semplice e alternativo di portare i messaggi della ricerca, sfruttando la capacità aggregativa del cibo, in questo caso il riso. E così è nata QuantoRiso.com. Quanto non è solo riso, ma è anche un portale finalizzato alla divulgazione scientifica. La capacità di comunicare la ricerca rimane un tema molto importante nella nostra società, il cui limite è emerso per esempio durante il Covid, quando i principi della scienza sono stati più volte messi in discussione”.
La start-up ha deciso di selezionare per la distribuzione del proprio riso solo una nicchia di negozi, quelli più sensibili al quadro di valori aziendali: l’ecosostenibilità e la passione per la scienza. Tre sono le tipologie di riso Quanto immesse per ora sul mercato. Il Carnaroli Quanto, per risotti, insalate e timballi; il riso rosso integrale Quanto, per accompagnare verdure, vellutate e zuppe. Ma il prodotto più interessante è il riso nero Ebano Quanto.
La missione scientifica.
Quanto Riso vuole anche essere un veicolo per divulgare (e finanziare) la ricerca scientifica. Quanto sostiene anche un progetto editoriale: vuole contribuire a creare consapevolezza su temi scientifici per tutte le persone che sono interessate a “sapere di più”, attraverso contenuti divulgativi. La filosofia di Quanto è quella di credere che la mente, e non solo il corpo, deve essere correttamente e sufficientemente alimentata, per affrontare le sfide del futuro, nel rispetto non solo del nostro pianeta, ma anche delle persone che lo abitano. Aiutandosi e relazionandosi con maggiore rispetto, si può migliorare, dal basso, l’intera società. Un bene di largo consumo, come il riso, si impegna a divulgare la ricerca scientifica, portandola sulla tavola di tutti. Avvicinare il cittadino alla scienza significa creare una nuova coscienza sociale, promuovendo così un percorso comune che, attraverso l’opinione pubblica, possa raggiungere anche le istituzioni o comunque una nuova dimensione nel rapporto sociale.
Il riso Ebano.
Creato nel 2022, cresce infatti in modo biologico e veloce, è sostenibile, ha bisogno di poca acqua ed è naturalmente resistente alle malattie e parassiti quindi non deve essere trattato. Per essere un riso medio ha una consistenza diversa rispetto ai soliti risi integrali, grazie anche alla sua capacità di assorbire meglio i sughi. Inoltre, dal punto di vista nutrizionale è molto bilanciato perché, così come il rosso, è un riso integrale.
Rispetto agli altri risi integrali neri questa nuova varietà è la più precoce nei tempi di maturazione. Può essere seminata anche a fine giugno inizio luglio e nel giro di 90 giorni è pronta per la raccolta. La pianta arriva a 65 centimetri di altezza. Queste le caratteristiche agronomiche e merceologiche: è un riso con granello nero medio aromatico, con pianta a taglia bassa e ciclo precocissimo adatto a semine ritardate per rotazione in regime di agricoltura biologica, sostenibile e a basso impatto ambientale. Non richiede fertilizzante, preferisce il concime organico. Ha una produttività limitata dovuta al ciclo particolarmente corto. È resistente al brusone e non richiede trattamenti fungicidi. Ha una bassa capacità produttiva, ma una buona resa alla lavorazione. Si semina fino a inizio luglio a file interrate, in terreni di medio impasto e sabbiosi.
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