
Una data: 16 maggio. È stata approvata alla Camera la Giornata nazionale contro il body shaming. Un segnale politico forte, importante che vi annunciamo grazie alla collaborazione con la pagina Politica Sostantivo Femminile.
Parte da oggi, da questo importante traguardo contro una forma di violenza meschina e tremenda, quella del body shaming, una collaborazione di cui andiamo orgogliose, quella con la pagina Politica Sostantivo Femminile.
Politica Sostantivo Femminile è un progetto editoriale e divulgativo fondato da Vanessa Adabire Aznar, esperta di comunicazione politica digitale, e nato per raccontare la politica attraverso lo sguardo delle donne. Attraverso contenuti social, rubriche, newsletter e iniziative pubbliche, il progetto valorizza la storia dell’emancipazione femminile, analizza l’attualità con un taglio femminista e promuove la partecipazione civica delle donne. Uno spazio politico e culturale, libero da stereotipi, che mira a rendere visibili le protagoniste del cambiamento.
Un progetto, quello di Vanessa, che amiamo e di cui sposiamo intenti e cause. Perché, lo sapete, noi di Pink Magazine Italia da ormai dieci anni promuoviamo la presenza, la resistenza e il genio femminile in tutte le sue forme. E dal 2024 siamo più attive anche sul piano dell’eco-femminismo, perché abbiamo deciso di mostrarci più attive, perché miglioraci e cambiare il mondo si può partendo proprio da noi.
Contro il body shaming.
L’istituzione della giornata contro il body shaming è un segnale politico e culturale forte, perché finalmente si riconosce che l’odio verso i corpi non è solo una questione estetica. È una forma di violenza. E come tale va nominata, contrastata, affrontata.
A promuovere e scrivere questa legge è stata l’On. Martina Semenzato, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul Femminicidio e ogni forma di violenza di genere. Una proposta che ha raccolto il consenso unanime della Camera, portando finalmente il body shaming nel discorso pubblico istituzionale. Non più questione “privata”, ma responsabilità collettiva.
Il body shaming non nasce con i social, ma oggi si amplifica tra video, commenti e algoritmi. Raggiunge le più giovani, le più esposte, quelle che stanno ancora costruendo la propria identità. E lascia segni profondi, invisibili a occhio nudo, ma che si trasformano in disturbi alimentari, in senso di inadeguatezza, in silenzi.
Lo abbiamo visto, di recente, anche grazie al lavoro di chi documenta con attenzione quello che accade online. Come ha fatto @marcobuonanno, condividendo un video della performance di BigMama e Alessandra Amoroso. Un momento intenso, pieno di libertà e presenza, sepolto sotto una valanga di commenti carichi di odio. Tutti rivolti al corpo. Tutti rivolti a chi, con coraggio, si è mostrata.
Condividere per supportare.
Nel carosello di Instagram che Vanessa ha creato e al quale noi abbiamo deciso con forza di collaborare e condividere raccontiamo cosa prevede questa legge, perché è una delle prime al mondo a istituire una giornata nazionale contro il body shaming, e cosa significa averla scritta a più voci, con l’impegno di chi lavora nei luoghi della politica. Ma ti raccontiamo anche altro: le storie, i numeri, i meccanismi culturali che ci spingono ancora a giudicare, umiliare, isolare attraverso lo sguardo.
Il corpo non è un limite, non è un errore, non è un difetto da correggere.
Il corpo è il luogo da cui partiamo.
Difenderlo dal giudizio, proteggerlo dall’umiliazione, liberarlo dallo sguardo altrui è un atto politico. E oggi, per la prima volta, anche una legge lo dice.
Scorri il carosello, racconta cosa significa per te, condividi se vuoi farlo conoscere. clicca qui sotto:
Immagine di copertina di Moe Magners

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