Il 27 giugno di 190 anni fa si spegneva a Parigi Sophie Germain. Matematica di immenso talento e acume, le sue brillanti intuizioni dettero un contributo importante alla teoria dei numeri e gettarono le basi per la moderna teoria dell’elasticità. Ma Sophie dovette anche fare i conti con l’essere donna in un periodo storico in cui vigeva un soffocante maschilismo, soprattutto in ambito accademico.

Nata a Parigi il 1° aprile del 1776 Marie-Sophie Germain crebbe all’interno di una ricca famiglia di mercanti intrisa di ideali liberali e riformisti. Sophie visse nel pieno della Rivoluzione francese il cui spirito rivoluzionario ed innovatore determinò ed influenzò le sue scelte di vita. Una vita in cui Sophie operò la sua personale rivoluzione e fece da apripista a molte altre donne che si sarebbero poi affermate in ambito scientifico.

La passione per la matematica

Ad appena 13 anni Sophie si innamorò della matematica. I numeri iniziarono ad esercitare un enorme fascino su di lei soprattutto quando, nella biblioteca paterna, si imbatté in un libro in cui si narrava della morte di Archimede.

Il matematico siracusano era così concentrato nel risolvere un problema geometrico che non prestò attenzione alla richiesta di un soldato romano il cui esercito aveva invaso la città. Irritato, egli uccise Archimede con la sua spada.

La matematica, pensò Sophie, doveva essere davvero magica, un mondo tutto da scoprire se qualcuno ne era attirato talmente tanto da perdere la vita.

Da quel momento in poi Sophie divorò qualsiasi libro di matematica ci fosse nella biblioteca del padre. Inizialmente i genitori ostacolarono questa sua passione non ritenendola adatta “a una signorina” tant’è che Sophie fu costretta a studiare di notte a lume di candela per la paura di essere scoperta.

Tuttavia, grazie alla sua tenacia e perseveranza, i genitori capirono che la matematica era la strada di Sophie ed acconsentirono a farla studiare. Il padre, inoltre, finanziò i suoi studi per tutta la vita.

Antoine-August Le Blanc alias Sophie Germain

Il 1794 è l’anno in cui a Parigi fu aperta L’École polytechnique che si occupava di formare scienziati e matematici. Era la scuola ideale per Sophie…se non fosse che le donne non erano ammesse.

Essendo una ragazza volitiva, determinata e piena di risorse Sophie escogitò uno stratagemma: si fece passare per un uomo, tale Antoine-August Le Blanc. Si trattava, in effetti, di un ragazzo iscritto all’École ma che aveva abbandonato gli studi.

Per non farsi scoprire Sophie decise di non frequentare i corsi ma fu capace comunque di procurarsi le dispense sulle quali studiare e presentare le sue elaborazioni scritte ai docenti. Gli improvvisi ottimi risultati raggiunti da Le Blanc, tuttavia, iniziarono a destare sospetti.

Sophie, dunque, fu costretta a svelare la sua vera identità ma, contrariamente a quanto si aspettava, trovò un alleato nel professore e mentore Joseph-Louis Lagrange, uno dei matematici più importanti dell’epoca. Lagrange si complimentò molto con Sophie per il suo enorme talento in campo matematico e la incoraggiò a proseguire gli studi.

Il grande contributo di Sophie alla matematica

Con il sostegno di Lagrange, Sophie iniziò a dedicarsi alla matematica più avanzata interessandosi alla teoria dei numeri e lavorando sull’ultimo teorema di Fermat, un teorema matematico la cui ricerca di una dimostrazione ha portato nei secoli allo sviluppo di importanti aree dell’analisi matematica.

Nel corso delle sue ricerche Sophie arrivò persino ad individuare un nuovo e particolare tipo di numero primo chiamato, per l’appunto, numero primo di Sophie Germain.   

La sua consacrazione come uno dei grandi matematici del tempo arrivò all’età di quasi quarant’anni quando vinse, al suo terzo tentativo nel 1815, il concorso indetto per la prima volta nel 1809 dall’Accademia delle scienze francese per trovare una spiegazione matematica agli esperimenti del fisico Ernst Chladni sulle vibrazioni delle superfici elastiche.

In seguito, con la pubblicazione di “Memoria sulle vibrazioni delle piastre elastiche” dette il suo contributo più brillante alla matematica gettando le fondamenta della moderna teoria dell’elasticità.

Fu, inoltre, la prima donna ad essere finalmente ammessa a frequentare le sessioni dell’Accademia delle Scienze, privilegio prima di allora riservato alle mogli degli scienziati membri.

Il lascito di Sophie Germain e l’effetto Matilda

Oltre ai suoi grandi contributi alla matematica, Sophie scrisse molti articoli e saggi riguardo la storia e la filosofia della scienza, tant’è che Auguste Comte, il fondatore del Positivismo, ne ha riconosciuto l’immenso valore all’interno di un suo corso sulla filosofia positivistica.

Ma, siccome il maschilismo non era esente (come si è visto) nemmeno in ambito scientifico, a Sophie non vennero riconosciuti subito i suoi meriti. Basti sapere che non figura tra i settanta nomi di illustri scienziati fatti stampare sulla costruzione della Torre Eiffel, pur essendo noti agli ingegneri del tempo i suoi importanti contributi sulla teoria delle piastre.

Uno schiaffo e uno smacco nei suoi confronti. Per il semplice fatto di essere donna, il lavoro di Sophie venne ignorato per quasi due secoli fino a quando, negli ultimi anni, i suoi manoscritti diventarono oggetto di studio portando a una grande rivalutazione del suo lavoro e della sua figura.

Quando una persona del suo sesso che, secondo i nostri costumi e pregiudizi, deve incontrare difficoltà infinitamente superiori a quelle degli uomini nel familiarizzare con queste ricerche, riesce nondimeno a sormontare gli ostacoli e a penetrare le parti più oscure della materia, allora senza dubbio ella deve possedere il coraggio più elevato, talenti straordinari e un genio superiore

(Carl Friedrich Gauss su Sophie Germain)