Dicembre, che stress? Questa guida non ti renderà una persona migliore. Ma potrebbe evitarti un esaurimento nervoso a tavola.
Dicembre è quel mese in cui il mondo pretende che tu sia felice, grata, luminosa e organizzata. Tu invece sei stanca, hai freddo e stai valutando l’idea di scomparire fino a febbraio o fingere la morte neanche fossi un opossum. Ecco la nostra guida alla sopravvivenza.
Nessuno ha chiesto nulla ma in nome della solidarietà femminile è doveroso elargire consigli su come sopravvivere alle festività più lunghe dell’anno. Ecco la guida non richiesta al Natale per donne esauste.
Prima regola: abbassa le aspettative (tutte).
Aspettative tue, loro, della società e anche quelle vaghe aspettative interiori tipo “magari quest’anno sarà diverso”. Non lo sarà. Non perché sei negativa, ma perché sei adulta e hai memoria. Il Natale non migliora le persone: le mette solo sotto una luce più calda. Se qualcuno è insopportabile a novembre, a dicembre lo sarà con una candela profumata accesa accanto. Abbassare le aspettative non è arrendersi. È una strategia di sopravvivenza emotiva.
Il mito della donna multitasking va abbattuto.
La donna che fa tutto con grazia, efficienza e sorriso è una creatura mitologica. Viene avvistata solo nelle pubblicità natalizie, subito prima che tu lanci il telecomando. Nella vita reale, la donna multitasking è stanca, nervosa e leggermente ostile. E mentre lei organizza il Natale, qualcuno le chiede: “Dimmi se posso aiutarti”. Traduzione: dimmi esattamente cosa fare, altrimenti resto fermo. Non sei disorganizzata. Sei solo l’unica che sta tenendo insieme tutto mentre gli altri “vivono la magia”.
I regali non misurano l’amore (ma il tuo livello di esaurimento).
Il regalo perfetto è una truffa emotiva. Se spendi troppo, sei esagerata. Se spendi poco, sei tirchia. Se azzecchi il regalo, era ovvio. Se non lo azzecchi, “ma non mi conosci?”. A questo punto, l’unica verità è che il regalo dice una cosa sola: quanto eri stanca quando l’hai comprato. Regalo all’ultimo minuto? Onesto. Buono regalo? Pragmatico. Pensierino inutile? Coerente con il tuo stato mentale.
La famiglia e la domanda maledetta sul tuo stato civile.
La domanda arriva sempre quando hai appena riempito la bocca di cibo. Perché loro sono strategici. “E tu?” Come se fossi una pratica rimasta aperta sul tavolo da anni. Sei fidanzata? Quando ti sposi? E i figli? Domande fatte con il tono di chi chiede se vuoi ancora del pane. Ma con il peso emotivo di un macigno ciclopico. Risposta corretta: nessuna.
Risposta reale: sorridi, annuisci e pensa che la tua vita non è un progetto rassicurante per chi ha bisogno che tutto sia prevedibile. E ricorda: per quanto tu sia grande, c’è sempre posto al tavolo dei bimbi!
Il cibo non è una gara, è carburante.
Il pranzo di Natale non è una performance artistica. Non serve stupire. Serve nutrire persone che mangeranno comunque troppo e si lamenteranno comunque. Se qualcuno critica quello che hai cucinato, sta dicendo una cosa precisa: io non ho mai avuto la responsabilità di cucinare per tutti. Il cibo deve essere buono, caldo e sufficiente. Il resto è ego.
E l’ego, a Natale, andrebbe lasciato fuori insieme al cappotto.
Pianifica una fuga (mentale o fisica).
Ogni donna sopravvissuta al Natale ha una strategia. Una sigaretta anche se non fumi. Un bagno lunghissimo. Un “torno subito” che dura venti minuti. Non è scortesia.
È gestione della rabbia. Le fughe non sono debolezza. Sono manutenzione ordinaria, ricordalo!
Viva il Natale.
Questa non è una guida spirituale. Non è una guida alla felicità. E di sicuro non è una guida per diventare una persona migliore entro Capodanno. È una guida di sopravvivenza.
Una guida emotiva. Una guida pratica per attraversare il Natale senza perdere la dignità, la pazienza o la fedina penale.
Segui questa guida come si segue un cartello sbiadito in mezzo alla nebbia: non è elegante, ma ti evita di finire fuori strada. Usala quando ti chiedono per l’ennesima volta se sei “sistemata”. Ripassala mentalmente mentre qualcuno ti spiega come dovresti vivere il Natale. Alla fine delle feste, quando tutto sarà passato e tu sarai ancora in piedi — stanca, ironica e leggermente più cinica — ricorda una cosa fondamentale: non dovevi brillare, dovevi sopravvivere.
E se ce l’hai fatta, anche solo con sarcasmo e vino, questa guida ha funzionato.
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