
È stata una decisione giusta quella di censurare Ghali e DArgen D’Amico al Festival di Sanremo scorso? È giusto censurare Tony Effe al Capodanno di Roma?
Censurare gli artisti? È bufera sul Capodanno mancato di Roma, al Circo Massimo, a due settimane dalla fine dell’anno. Codacons sul piede di guerra in vista di Sanremo 2025. Alle porte il Giubileo. All’ormai saltato Concerto di Capodanno nella Capitale, si è abbattuta una shitstorm social sui colleghi solidali con Tony Effe: Emma replica infuriata con una storia Instagram “Tanta confusione solo per offendermi”, scrive l’artista e intanto la polemica si allarga anche alla casa discografica del rapper.
Tanti colleghi uniti in segno i solidarietà, si sono sfilati dalla kermesse, prima Mahmood e poi Mara Sattei. Tanti altri, in queste ultime ore – come Vasco, Cristicchi, Giorgia, Noemi, Jovanotti, Lazza – stanno affidando a Instagram i loro pensieri e riflessioni, schierandosi. Intanto il Sindaco Gualtieri dice: “Roma non censura nessuno”. I testi di Tony Effe, al secolo Nicolò Rapisarda ex leader della Dark Polo Gang, vengono giudicati sessisti, volgari e omofobi, conditi di sesso, soldi e pistole. Un linguaggio divisivo, una narrazione che non piace a molte, a molti. Anzi, spesso disgusta. Un immaginario molto edonista; una crudezza che spesso confina con la volgarità. Portatore di un linguaggio che vorrebbe ancora le donne a fare il sugo, schiave, bamboline, sottomesse.
“Voglio uno scandalo”, cantava Gianna Nannini anni fa. E scandalo oggi sia.
La domanda però è sempre quella: dove erano tutti, quando bisognava dare vicinanza e offrire solidarietà ad altri illustri colleghi come Ghali e Dargen? Quando, a febbraio, Ghali e Dargen D’Amico furono pubblicamente liquidati e perfino “smentiti” pubblicamente da un comunicato stampa fatto leggere in diretta Rai Uno a Mara Venier, nessuno si è stracciato le vesti e gli artisti non si sono alzati in piedi per difendere due colleghi a cui era stato negato il diritto di esprimere una propria opinione.
È giusto porsi domande. Censura, non censura… oppure c’è dell’altro?
Ognuno ha il diritto di esprimere la propria arte, piaccia o meno; ognuno può giudicare testi di canzoni come orrendi, orribili, improponibili come altri belli, profondi e meravigliosi: ognuno può e deve impegnarsi in battaglie in cui creda ma ci piacerebbe anche vedere un centesimo di quello spirito grintoso, battagliero e definitivo anche per artisti come Ghali e Dargen, per nobili cause degne di questo nome e che ci ricordano un solo termine: pace.
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