Amore, ironia e libertà femminile: perché dopo 250 anni Jane Austen è ancora così scandalosamente attuale? Oggi Jane compie 250 anni (e non li dimostra).

C’è qualcosa di profondamente ingiusto nel fatto che Jane Austen compia 250 anni e continui a essere più moderna di noi. Più lucida, più ironica, più spietata. E soprattutto: ancora perfettamente capace di raccontare l’amore, il denaro, il potere e le aspettative sociali senza mai alzare la voce. Con una penna sottile, che incide invece di urlare.

Jane Austen nasce nel 1775 in un’Inghilterra apparentemente ordinata, fatta di salotti, passeggiate e buone maniere. Ma basta aprire una qualsiasi delle sue pagine per accorgersi che quell’ordine è una scenografia fragile. Sotto, ribollono ansia economica, gerarchie rigide, destini femminili già scritti. Il matrimonio non è una favola: è un contratto. L’amore, se arriva, deve farsi strada tra convenienza, status e paura di restare sole.

Scandalosa e magnifica.

Ed è qui che Jane diventa rivoluzionaria. Non perché scriva di eroine che scappano o combattono battaglie (non ne hanno il permesso, né i mezzi), ma perché regala loro una cosa potentissima: l’intelligenza. Elizabeth Bennet osserva, valuta, sbaglia e cambia idea. Emma Woodhouse è convinta di sapere tutto e impara, dolorosamente, che non è così. Anne Elliot ama in silenzio, resiste, aspetta, ma non si annulla. Sono donne che pensano. E, per l’epoca, è già un atto politico.

Jane Austen non predica mai. Non scrive manifesti. Sorride, inclina leggermente la testa… e colpisce.

La sua ironia è un bisturi: elegante, letale. Prende in giro le madri ossessionate dai matrimoni vantaggiosi, i gentiluomini tronfi, le ragazze educate a essere “gradevoli” più che felici. E intanto ci ricorda che il vero scandalo non è amare troppo, ma non poter scegliere.

250 anni e non sentirli.

Forse è per questo che, 250 anni dopo, Jane Austen continua a parlare a lettrici e lettori di ogni età. Perché racconta un mondo in cui le donne devono negoziare ogni spazio, ogni desiderio, ogni parola. Un mondo che, a ben guardare, non ci è poi così estraneo. Cambiano gli abiti, cambiano i salotti, ma le aspettative restano sorprendentemente simili.

Jane Austen non è una scrittrice “romantica” nel senso zuccheroso del termine. È una scrittrice profondamente pragmatica, che usa l’amore come lente per osservare il potere. E forse è proprio questo il segreto della sua eterna giovinezza: non ci chiede di sognare, ma di capire.

Buon compleanno, Jane. Continui a insegnarci che si può essere gentili senza essere ingenue, ironiche senza essere ciniche, innamorate senza perdere sé stesse. E no, 250 anni non si sentono. Soprattutto quando hai ancora così tanto da dire.

Per saperne di più: Orgoglio senza pregiudizio. Le ragazze di Jane Austen

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