Si è svolta a Roma, all’ex Mattatoio, la 1a Edizione Italiana di Vogue Forces of Fashion. Un evento internazionale di Vogue per raccontare la moda attraverso fashion talks, atelier e interviste con i direttori creativi.

Ho scelto di assistere ai Vogue fashion talks di “Moda mobilità de futuro” e “Tessuti del futuro: un’innovazione italiana”.

Giulia Di Giamberardino Fashion Contributor di Vogue Italia, ha fatto da mediatrice tra Silvia Stella Osella Creative Consultant and Sustainable Fashion Specialist & Editor e Komal Singh Color and Materials Design Expert Polestar. Silvia Osella ha sottolineato l’opportunità di contribuire a cambiare la prospettiva della nuova generazione in merito ai materiali sostenibili, organici grazie all’innovazione, alla tecnologia e alle tematiche connesse con la sostenibilità. C’è un ritorno alla storia delle origini che consente di vedere i processi di realizzazione.

I trend di mercato forniscono le informazioni necessarie per le scelte del futuro.

Soprattutto nel settore microcosmo. Ma è stato l’entusiasmo emerso nell’evidenziare la varietà del suo lavoro a confermare l’amore e l’impegno in linea con la sua visione del tessile della moda.

Komal Singh, ha comunicato l’importanza di una collaborazione di un team di ricercatori, ingegneri, specialisti e alcune aziende proiettate nel futuro. Ci sono cambiamenti ovunque, persino nel mondo della cosmesi e i nuovi colori esprimono questo ciclo di cambiamento in cui la moda è il settore maggiormente coinvolto. Komal sta portando avanti il suo lavoro per trovare materie prime sostenibili e innovative. nella realizzazione di questi nuovi colori

Il talk dedicato all’innovazione tessile.

Attraverso l’esperienza dell’azienda Albini, numero uno in Europa nella produzione di tessuti per le camicie attraverso Elisa Pervinca Bellini Senior Fashion News & Sustainability Editor Vogue Italia che ha intervistato Stefano Albini Presidente dell’onomina azienda, Giorgia Carissimi Textile Innovation Manager dell’azienda e Responsabile della Albini Next e Tiziano Guardini Conscious Fashion Designer. L’impegno, i valori, il coinvolgimento dei giovani nell’azienda sono tra i fattori di successo; l’innovazione contraddistingue la volontà di avere qualcosa di nuovo, trasparente. Hanno presentato tre progetti importanti realizzati dal 2019 a oggi.

Il primo riguarda la collaborazione con, un’azienda al di fuori della moda, Riso Gallo che dalla produzione di riso venere attraverso una pre-bollitura per far cuocere velocemente il prodotto al consumatore, aveva un esubero di acqua sporca piena di molecole coloranti che è stata riutilizzata da Albini attraverso strumenti specializzati in un bagno per tingere i tessuti.

Dopo due anni si è arrivati alla realizzazione di colori bruno rossastro e, attraverso coloranti naturali, di altri colori leggermente diversi come il moka utilizzato per il lino. Hanno collaborato nel secondo progetto con una start up degli Stati Uniti, che lavora con i coltivatori con cui si è riuscito a produrre un indaco naturale.

Il terzo progetto sottolinea il concetto di economia circolare: come riutilizzare gli scarti dell’azienda attraverso un progetto per fare carta. Dopo due anni di ricerca, si è arrivati a produrre una carta con il 25% di scarto e il restante di cellulosa vergine che è utilizzata come supporto per la presentazione delle loro collezioni.

Il talk si è concluso con l’esperienza diretta di uno stilista cliente della Albini.

L’azienda Albini infatti è un’azienda “B2B” che realizza tessuti che sono venduti ad altre aziende per creare capi di moda. Lo stilista ha evidenziato l’importanza di un capo di qualità, durevole nel tempo, che può subire trasformazioni nel senso che può essere indossato in vari modi, dando valore a ciò che si indossa. E’ importante il valore di un acquisto ritornando al concetto “less is more” di cui si è sentito parlare soprattutto nel periodo della pandemia.

Uno dei dati più importanti è che finalmente in Europa ci saranno più informazioni su quello che si compra attraverso il QR code, il codice a barra dell’etichetta dei capi e che anche i brand di lusso entro il 2025 useranno materiali organici. Un altro dato importante è relativo al progetto Kilometro rosso, un distretto sperimentale in cui giovani, start up hanno la possibilità di scambio attraverso anche centri di ricerca e laboratori. Ci sono tutte le premesse per giungere finalmente a coinvolgere finalmente il consumatore finale nella consapevolezza di meno acquisiti ma più di valore per una produzione inferiore di scarti. D’altra parte l’Unione Europea sta lavorando a un decreto legislativo per eliminare la fast fashion per contenere i danni ambientali e aumentare la sostenibilità.