
La nuova edizione del libro di Cinzia Giorgio sul pittore Raffaello Sanzio certifica un lavoro che andrebbe letto non solo agli appassionati di storia dell’arte
La funzione del viaggio
Un viaggio di quattrocento anni raccontati in modo originale, leggero. Per chi ama davvero leggere, ascoltare e assaporare le storie è più che un toccasana. Una passeggiata nel bel mezzo di un parco ricolmo di foglie colorate nel tiepido autunno di Roma.
Un connubio perfetto
A primo impatto il romanzo di Cinzia Giorgio può apparire come un volume storico e biografico sulla figura di un’artista senza tempo. Solo leggendo e metabolizzando le prime nozioni della sinossi, ci si accorge che l’autrice abbia unito la passione e la professione di storica dell’arte con quella della scrittura di storie e romanzi.
Abbinare la vita privata e professionale di Raffaello Sanzio con quella fittizia di una famiglia dei nostri giorni è qualcosa di notevole e che spesso in letteratura e anche nel cinema non ha mai del tutto convinto. Chiamiamolo esperimento rischioso.
Ricordiamo che Raffaello è arrivato alla seconda versione dopo quella edita da Oepus del 2017.
La preparazione culturale dell’autrice
Fantasia e preparazione culturale sono da tenere sott’occhio. Questo è il primo pensiero che può venire in mente alla lettura dell’intera storia. Grazie agli innumerevoli flash-back utilizzati dall’autrice, il lettore ha un filo diretto tra il personaggio di Raffaello e quello di Bianca, inventato dall’autrice.
Il valore emerge tutto nella conoscenza che l’autrice sfoggia nel descrivere le opere e i passaggi storici dell’artista. Conoscere Raffaello per professione è il punto di forza che emerge sin da subito. Tuttavia la scelta vincente è quello di presentarlo non attraverso un linguaggio curricolare, ma vicino alla narrativa di formazione. Ricordiamo in tutto questo che Cinzia Giorgio è una docente di storia dell’arte.

Una storia per tutti
Raffaello è un romanzo adatto a tutti, appassionati di arte e non solo. Il suo linguaggio scorrevole ed evocativo sembra prendere per mano il lettore fino alla scoperta di un segreto in cui risiede il nocciolo dell’intero intreccio narrativo. Inoltre conferisce un messaggio chiaro di amore e passione verso una donna. Margherita Luti, per tutti La Fornarina, così chiamata perché figlia di un fornaio di Trastevere in contrada Santa Dorotea. La donna amata da Raffaello in quegli anni, secondo le testimonianze.
“Siete come una visione, Margherita” esclamò Raffaello. Gli occhi gli brillavano come due stelle e a Margherita sembrò l’uomo più bello che avesse mai visto
Raffaello. Cinzia Giorgio pp.102
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