Viaggi, curiosità, salute mentale e un pizzico di spiritualità, sono i temi principali di cui parleremo insieme in questa nuova rubrica di Pink tutta al femminile e non, perché quando si tratta di paure e coraggio non esiste distinzione.
“Come fai a viaggiare senza paura? Io ne sono terrorizzata! Vorrei scoprire il mondo, ma l’ansia mi blocca e sono qui, ferma, nel solito posto”.
Questo messaggio è arrivato da una mia cara lettrice. Come molte persone, anche lei sogna di viaggiare in solitaria ma non riesce a uscire dalla sua comfort zone a causa degli attacchi di ansia e panico di cui soffre. Un sogno quindi chiuso nel cassetto, che però desidera trovare la chiave.
A bloccarci spesso non sono i soldi – esistono molti modi per viaggiare low cost – bensì la paura.
Attraverso storie di persone comuni, qualche piccola guida pratica e tante curiosità, spero di riuscire a restituirti un po’ di coraggio per preparare lo zaino e comprare quel tanto bramato biglietto aereo.
Ma a una condizione!
A prescindere che si tratti di viaggi o altro, dovrai fare lo stesso con chi ne avrà bisogno perché, se è vero che ansia, panico e depressione sono brutte malattie, il coraggio è l’unico virus buono esistente al mondo e, come dico sempre, è contagioso da vivere!
L’ansia di partire.
Molti sognano di farlo ma non ci riescono perché hanno paura.
Quando è la mente che soffre, viaggiare diventa una grande sfida, ahimè, non solo con sé stessi, ma anche con una società che ancora confonde e non legittima qualsiasi tipo di disturbo psicologico o psichiatrico perché “chi sta male non viaggia”.
Forse, in piccola parte è vero. Talvolta chi è depresso rinuncia a partire perché non ne ha né il desiderio, né la forza. Uscire dalla propria stanza è una fatica immensa. Anche stare in mezzo a tante persone, o in situazioni dove non si può avere pieno controllo sul cibo, può rappresentare una vera e propria violenza. Vivere è difficile.
Ma affermare che chi sta male non viaggia non fa che rafforzare la falsa credenza che chi soffre dovrebbe relegarsi allo spazio esiguo della casa, alimentando così la malattia.
Ebbene, udite e udite, molte persone che viaggiano e che ogni giorno vincono dei gran “beata/o te!”, vivono o arrivano da situazioni terribili.
Come faccio a dirlo? Durante i miei viaggi ho incontrato donne e uomini di ogni età che mi hanno aperto il loro cuore e in cui mi sono rivista e ritrovata.
Sì. Anche chi sta male viaggia.
Partire con l’ansia.
Non è tutto rose e fiori come appare nelle foto su Instagram.
Qualcuno parte con uno zaino carico di ansia e paure, magari nella convinzione di fuggire da situazioni spiacevoli o dolori irrisolti. Del resto, capita a tutti di subire un lutto, una delusione sentimentale o lavorativa, oppure di sentirsi depressi senza un motivo apparente. A chi non è mai passato per la testa di voler prendere, partire e lasciarsi tutto alle spalle? Scommetto che è successo anche a te.
Qualcuno lo ha fatto. C’è chi torna, e chi continua a girovagare.
Viaggiare infatti può farci dimenticare i problemi che per un attimo appaiono piccoli e lontani, come quando osserviamo il mondo dall’alto del finestrino dell’aereo. Ma è solo mera illusione, perché possiamo anche andare dall’altre parte del mondo che quei problemi non scompariranno. Anzi, ci raggiungeranno più stanchi e arrabbiati di prima. Ecco che quindi saremo costretti a farci i conti.
Il viaggio è una metafora e una grande scuola di vita. Stare male lontano da casa non è semplice, ma è costruttivo.
Quell’oblò diventa una lente di ingrandimento che permette di guardare in modo nitido le nostre paure e ciò che dobbiamo cambiare.
È lì che ha inizio il vero viaggio.
Viaggio come terapia.
Quando le cose non vanno come vorremmo, tendiamo a voler cambiare le altre persone o le circostanze. Viaggiando imparerai ad abbandonare questo comportamento e a modificare la tua reazione agli eventi, a essere flessibile e ad accogliere non solo le emozioni belle, ma anche a quelle brutte perché, in entrambi i casi, è proprio lei a creare movimento: l’emozione.
Possono cambiare le stagioni, la cultura, il colore della pelle, le credenze, il modo di vivere ma, ovunque andrai, inciamperai in persone che hanno i nostri stessi problemi. L’ansia esiste in tutto il mondo, la depressione non ha etnia, ogni famiglia ha le stesse dinamiche e incomprensioni.
In questo percorso di crescita, incontrerai anche molte difficoltà. È una certezza. Ma, tappa dopo tappa, acquisirai sempre più sicurezza in te, la stessa che ti aiuterà nella vita di tutti i giorni a nuotare tra le onde, perché non esiste mare sempre calmo.
Alleggerire e fare spazio.
Se è vero che percorrere chilometri e chilometri con troppo peso sulla schiena è gravoso, perché mai non dovrebbe esserlo anche con il carico emotivo?
Viaggiare zaino in spalla insegna ad alleggerire.
Quando inizierai a liberarti del superfluo, ti accorgerai che stare a galla diventa più semplice e che è possibile vivere con pochissime cose, se scelte bene.
Imparerai a selezionare, ridimensionare o lasciare andare non solo vestiti e accessori, ma anche ricordi dolorosi, pensieri invalidanti e persone negative per accoglierne di nuove. La parte più bella dei luoghi che visitiamo, infatti, sono proprio loro: le persone. E ognuna di loro può diventare una guida.
Il viaggio non è solo quello che compiamo sulla mappa. È anche e soprattutto quello che intraprendiamo dentro noi stessi.
Ok, sì, tante belle parole. Ma come si può fare nella pratica?
Ecco qualche piccolo consiglio per iniziare:
- scegli una destinazione non troppo distante da casa tua – non serve andare per forza all’estero – in modo da avere una via fuga
- assicurati che sia agevole negli spostamenti
- se l’idea di muoverti in luoghi sconosciuti ti crea troppa ansia, puoi tornare in un posto che hai già visitato
- prenota un alloggio in anticipo, in modo da non rischiare di farti assalire dal panico, qualora ci fosse qualche imprevisto
- se ami leggere – e se stai leggendo questo articolo è probabile di sì – porta con te un buon libro capace di motivarti e stimolarti
- scrivi un diario, non importa che sia cartaceo o sulle note del telefono
- ogni giorno prova a fare una cosa nuova, piccola o grande che sia, e annotala su quel diario.
Provaci!
Viaggia. Mettiti alla prova.
Chiudi WhatsApp e sperimenta la tua stessa compagnia davanti a un tramonto, al tavolo di un ristorante, passeggiando per le strade della tua città preferita o nel cuore della natura. Parla con gli sconosciuti senza vergogna, ascolta le loro storie. Scrivi quelle che ti danno coraggio per rileggerle quando ne avrai bisogno.
Ti accorgerai che sarà molto più semplice di quanto sembrasse. E sarà proprio lì che ti verrà voglia di andare sempre più lontano, ma sempre più vicino alla versione migliore di te.
Quando raggiungerai la tua meta, sorriderai con orgoglio.
Letture consigliate: L’Alchimista di Paulo Coelho
Foto di Federica Ooyen (all rights reserved)
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