Drinking with L. A.

Un drink con Alessandra Lumachelli

di Alessandra Lumachelli

Ha quasi quattro decenni, ma non li dimostra affatto, e anche recentemente, per la precisione il 7 e l’8 giugno durante il festival “Shade”, al Palafacchetti di Treviglio, ha dato prova della propria energia. Sto parlando della musica techno, ovviamente, che nello specifico è stata suonata e riprodotta da grandi nomi a livello internazionale: Sven Väth, Solomun, Sam Paganini, Adriatique, Deborah De Luca, Dewalta, Luigi Madonna, e molti molti altri. Storicamente, il genere techno viene anticipato dalle sonorità dei Kraftwerk (riproposti in Italia in modo egregio da Megahertz, alias Daniele Dupuis, da me già intervistato, vi ricordate, Amici?), il gruppo formatosi nel 1970 a Düsseldorf.

Chi non ha mai ascoltato “Trans-Europe Express”? Nonostante ciò, la proto-techno resta da attribuire all’album “The Zodiac: Cosmic Sounds“ (1967) dell’eclettico Mort Garson. La nascita ufficiale del genere techno si fa risalire all’inizio degli anni Ottanta a Detroit. Tale musica è caratterizzata dall’utilizzo del suono sintetico, generato da segnali e non da vibrazioni acustiche.

Nella mia rubrica, molti sono i musicisti techno da me intervistati: Alicante, Cirillo DJ, Alum Setter, Dario Rossi, Greeko, René, Roberto Clementi, Agostino Maria Ticino… Arrivare a un festival di musica dà la sensazione della allegria che fa da agglomerante, dove la musica e il ballo diventano il linguaggio universale che accomuna tutti.

Spesso mi sono sentita rispondere, dai miei intervistati, che la musica può migliorare il mondo. Ma io vado ancora più in là, nel credere che sarà la musica, eh già, proprio la musica, a salvarlo, il mondo. Ampliando il respiro di cuori e menti. In alto i calici, Amici, e alla prossima! (Per non dimenticare nessuno: un ringraziamento generale a Tutti: organizzazione, ospiti – Rea K, di nuovo ciao!-, staff, security, tecnici, pubblico!).

Sven Väth