Un regno spezzato per Anna Bolena
Tornano gli appuntamenti speciali dedicati alle mogli di Enrico VIII d’Inghilterra. Ci eravamo lasciati con un approfondimento sulla pia Caterina d’Aragona, rea di non aver mai accettato l’idea del divorzio dal ventennale marito. Del suo stesso avviso erano il Papato e il popolo, il primo escluso in malo modo e l’altro costretto ad accettare una regina che non riconosceva.
Quella di Anna Bolena è una figura storica che ha sempre spaccato le opinioni della gente, ispirando libri e film a quantità.
Certo è che Anna aveva il fascino dei temporali, e sfido chiunque a non guardare con soggezione quella tela luminosa che si allarga nel cielo, a dispetto del danno che porta con sé.
Fonti alla mano, è bastato unire la grazia e i modi appresi alla corte francese con un’intelligenza fine e una fitta rete di informatori, per arrivare al vertice della piramide sociale.
Ciò che molti si chiedono, tutt’oggi, è se Anna abbia davvero amato il suo re. La lotta per il potere passava per il cuore di Enrico e lui era solito cedere ai sentimenti, ma lei?
Tra loro ci sono stati stati sette anni di corteggiamento folle, e in questi sette anni la bella Bolena ha sfruttato, sì, la propria influenza per togliersi dalla scarpa qualche pietrina politica: l’allontanamento del cardinale Wolsey e l’ascesa di Cromwell, protestante come lei, non sono da ritenersi un caso. Ma oltre al versante istituzionale, ci sono prove di un certo trasporto: lettere appassionate, nonché il libro personale delle preghiere della regina, dove messaggi scritti a mano, a piè pagina, testimoniano un sentimento forte.
Ciò che lascia sempre e costantemente irretiti da questa storia, è che Enrico ha effettivamente spaccato un regno, per il suo sogno romantico con la conturbante regina. E quando si compie un sacrificio così grande, ci si aspetta un lieto fine epico, lo stesso che viene smentito dalla storia. Un amore così travolgente, quindi, com’è potuto finire in circa mille giorni?
Alcuni credono che Anna abbia rivelato il suo vero carattere e suo marito, che ripetiamo, non voleva ingerenze femminili nella gestione degli affari di stato, si sia sentito stretto improvvisamente. Che la corona abbia reso la donna più sicura di sé?
Certo è che un matrimonio è fatto anche di promesse, e spesso l’amore può scemare, nel momento in cui queste promesse vengono disattese. Più di tutto, a Enrico premeva avere un erede maschio. Se la nascita di Elisabetta è stata la prova da parte della regina di poter mettere al mondo figli sani, i due aborti successivi si sono rivelati un pesante campanello d’allarme per il re d’Inghilterra, hanno aggiunto pressione a un matrimonio che poteva confermarsi soltanto in un esito felice per la successione.
Il processo turbolento che ha condotto la regina sul patibolo si muove su accuse a cui probabilmente neanche il re ha mai creduto per davvero. Il fascino di Anna, strumento fondamentale della sua ascesa al trono, si è rivelato per lei un’arma a doppio taglio, alimentando le accuse a suo carico: adulterio, incesto, stregoneria e alto tradimento. Il discorso che tenne al popolo qualche attimo prima di morire rivela un’anima fragile e innamorata, ci dice molto sul suo carattere impulsivo e geloso, forse troppo ingombrante per quanto riguarda il bisogno di Enrico di regnare da solo.
Cosa ci insegna, dunque, l’esperienza di Anna Bolena?
Come Caterina – anche se in modo diverso – Anna è un esempio di tenacia. Si deve lavorare, per quel che si vuole, quali che siano i nostri mezzi non ci si deve risparmiare, mai. Anna ha sopportato anni di indeterminatezza, e le sue spalle si sono fatte larghe sotto il peso di non poche critiche, le stesse che l’hanno poi condannata.
Tuttavia, è opportuno dire anche che quanto ci attrae di una persona può essere, a volte, anche a causa del nostro allontanamento, e la regina non aveva intuito, forse, che la regalità è un abito che va indossato con prudenza.
In ultimo, Anna insegna l’attenzione verso le promesse che si fanno, perché la disattesa di queste è facile da far passare per inganno. Specialmente quando in gioco c’è l’esistenza di un futuro sovrano.
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La storia di Enricp VIII e di Anna Bolena mi è sempre piaciuta, soprattutto della loro figlia Elisabetta
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