L’Alzheimer è la forma più comune di demenza degenerativa progressivamente invalidante che colpisce, più comunemente, in età avanzata. Una cura alternativa è la Doll Therapy.
La Doll Therapy. Il primo sintomo, più frequente, è la difficoltà nel ricordare eventi recenti, ma non solo. Con il passare del tempo può portare sintomi come afasia, disorientamento, cambiamenti repentini di umore, depressione, incapacità di prendersi cura di sé, problemi nel comportamento. Ciò porta la persona, inevitabilmente, a isolarsi nei confronti della società e della famiglia. A poco a poco, le capacità mentali basilari vengono perse.
La velocità di progressione può variare, ma l’aspettativa media di vita, dopo la diagnosi, è dai tre ai nove anni. Una malattia che distrugge interiormente, a poco a poco, chi ne viene colpito. Ma che porta anche tanta sofferenza ai familiari che si sentono impotenti di fronte a questa malattia devastante. Non vi è molto da fare, non esiste una cura effettiva che la combatta completamente sino a farla scomparire, purtroppo. Ma un modo di aiutare queste persone esiste e credo sia un modo davvero incredibile e unico.
Nasce in Svezia, alla fine degli anni ’90, la Doll Therapy. Grazie a Britt Marie Egedius Jakobsson, una psicoterapeuta, e mamma di un bimbo autistico.
Da allora e sempre più, in Europa, vengono create le bambole Joyk per stimolare l’empatia e le emozioni, diventando sempre più oggetti simbolici nelle relazioni di aiuto.
Una bambola può trasformarsi da semplice giocattolo a strumento terapeutico. Si tratta di bambole bellissime create per stimolare e favorire lo sviluppo e la continuità delle emozioni degli anziani vittime di questa terribile malattia. Il loro sguardo dolce, il loro peso, la pelle setosa e i capelli morbidi, sono tutte caratteristiche che permettono di creare empatia.
Queste bambole speciali hanno caratteristiche particolari che le differenziano dai giocattoli comuni. Sono diverse nel peso, nelle dimensioni, nei tratti somatici e persino nella posizione di braccia e gambe. La Doll Therapy è un trattamento di carattere non farmacologico che prevede la possibilità per l’ammalato, attraverso la bambola, di esternare le proprie sensazioni e ricevere stimoli per le relazioni interpersonali. Infatti, nel rapporto con le bambole, la persona può ripetere le proprie esperienze infantili, recuperare la funzione di accudimento vissute nel ruolo madre/padre. Rivivendo tali esperienze, la persona affetta da Alzheimer, viene portata dolcemente a comunicare con gli altri, a stimolare la memoria, ad allentare e a gestire i disturbi a volte aggressivi che la malattia comporta.
L’utilizzo di bambole per donne o uomini che affrontano questa terribile malattia. O l’utilizzo anche di particolari cani di peluche anch’essi creati con lo stesso scopo, può far davvero la differenza, perché l’aspetto emotivo in questa malattia è il punto focale. L’emozione positiva può accompagnare il malato e far sì che possa vivere ancora attimi o momenti di felicità.
Comments are closed.