Dopo Il diavolo veste Prada, non esiste persona sulla faccia della terra che non conosca Anna Wintour, la terribile e temibile editor-in-chief di “Vogue America”, la regina della moda, colei che decreta la vita e la morte dei trend, creatrice di idoli e distruttrice di carriere, blindata dietro i suoi occhiali da sole e il suo caschetto.

Ammetto che anche io sono rimasta affascinata da questa autorevole donna di potere e ho scavato alla ricerca di quei dettagli che rendono Anna Wintour, l’Anna Wintour che conosciamo.

1. Fa la piega due volte al giorno. Il suo caschetto è perfetto perché lo fa phonare sia alla mattina che nel tardo pomeriggio/sera. Questo, da quando lo porta, ossia dall’età di 14 anni.

2. Manolo Blahnick produce apposta per lei da vent’anni il sandalo incrociato kitten-heel color nude. Il nude matcha alla perfezione con il colore della pelle di Anna, ça va sans dire.

3. Va a dormire alle 22.15 e si sveglia alle cinque ogni mattina, e scende in campo per il suo quotidiano allenamento di tennis. I suoi atleti preferiti? Roger Feder e Serena Williams.

4. Dirige “Vogue America”, ma è inglese, nativa di Hampstead, Londra.

5. È astemia. Frequenta after-show party ed eventi di ogni genere, ma la diavola dal caschetto cenere non tocca alcool. Per lei acqua frizzante o caffè.

6. Condè-Nast le riconosce un budget annuale di 200.000 dollari l’anno per il suo guardaroba. Se il tuo lavoro è la moda, i vestiti griffati sono la tua uniforme. Niente paura, Anna fa guadagnare a “Vogue” almeno 2 milioni all’anno.

7. Un altro elemento immancabile dei suoi outfit è la collana. Le piacciono le collane pesanti, fantasiose, colorate, con molta personalità.

8. Quando è a Parigi per le fashion-week alloggia nella suite Coco all’Hotel Ritz.

9. È aracnofobica. Si potrebbe pensare che lei, dura come un chiodo da bara, non si faccia spaventare da nulla, invece ha paura dei ragni.

10. Su le mani amiche del team Jane Austen, Anna è una nostra sorella! Infatti il suo libro preferito è Orgoglio e pregiudizio. Chissà se anche lei ha sospirato sognando di essere Mrs Darcy di Pemberley?

11. Ama il floreale. Nel suo ufficio sono sempre presenti vasi di fiori freschi e anche sui vestiti ama le stampe e le fantasie a fiori. Non per nulla la stagione che preferisce è la primavera.

12. Colleziona vasi Clarice Cliff, coloratissimi. Uno dei mantra di Anna, infatti, è: COLORE! Osare con il colore.

13. Tra pelle e pizzo, preferisce il pizzo; tra velluto e pelliccia, vota pelliccia; e non si vestirebbe mai completamente di nero dalla testa ai piedi.

14. Ha lasciato la scuola a 15 anni. Si potrebbe pensare che chi siede sulla poltrona più importante di Vogue debba avere un chilo e mezzo di titoli accademici, invece non è così. Anna è sempre stata restia a rispettare le regole, in particolare quelle del suo collegio. Odiava l’uniforme e spesso accorciava l’orlo della gonna, infrangendo il regolamento. Regolamento che le stava stretto e dal quale si è liberata. Erano altri tempi e l’editore di ferro che conosciamo, anziché all’università, si è formata sul campo.

15. “AWOK” è l’acronimo in codice per “Anna Wintour’s O.K.”, e se ricevi una nota con quelle quattro lettere vuol dire che hai fatto bene il tuo lavoro. Se invece ti trovi un post-it con scritto “Dobbiamo vederci”, inizia a tremare.

16. Si concede con il contagocce: raramente rimane a una festa per più di 20 minuti.

17. È una fan di Game of Thrones. Chissà se è #teamCercei o #teamDaenerys?

18. Gli occhiali che ormai sono il suo marchio di fabbrica, sono più che una questione di stile, una questione visiva: ha la vista deteriorata e le sue sono lenti correttive. Ricordate Sandra Mondaini, che portava sempre gli occhiali da sole anche al chiuso? Ecco.

19. Nella sua carriera ha lavorato per un breve periodo anche come editor per una rivista erotica femminile, ora chiusa, di nome “Viva”, della famiglia “Penthouse”.

20. È stata licenziata. Sì, questa è la dimostrazione che anche i grandi falliscono. Quando lavorava per “Harper Bazaar” è stata licenziata dal suo ruolo di junior fashion editor. Il motivo? Le hanno detto che non capiva il mercato americano. Sembra che il tempo abbia dato ragione a lei.