Johanna Holmström, L’isola delle anime, Neri Pozza
“Ma poi. Di nuovo l’ospedale. Attira l’attenzione su di sé. Un blocco in stile liberty, così fuori posto là in mezzo alle fragili casette dell’arcipelago. Lo steccato che corre tutt’attorno. Gli spessi muri di pietra che trasudano freddo. Isolano. Circondano ciò che è all’interno. Ciò che non deve vedere la luce del sole. Ciò che è meglio non far uscire.”
Chiudo il libro. Finito. Ho terminato di leggere L’isola delle anime, chiudo gli occhi. Respiro ed espiro; riprendo il ritmo; devo lasciare l’isola. Devo abbandonare i corridoi dell’ospedale. Le stanze buie, le grate alle finestre, la mensa intrisa di odori e disinfettanti. Devo ritornare e allontanare il cuore dalle pagine di questo romanzo sublime e potente che riesce a farti buchi nel cuore ; perché quando si ha da subito la consapevolezza che di libri belli come questo ci si può innamorare, si deve essere preparati anche a soffrire, quando si finiscono.
L’autrice, Johanna Holmström, mi porta in Finlandia, alla fine dell’Ottocento, tra le mura dell’ospedale psichiatrico Själö, troneggiante edificio sulla piccola isola Åbo. Kristina, Elli, Martha, Karin le “donne incurabili” che vengono accolte e assistite qui.
Nella maggior parte dei casi, nessuna di loro lascerà più la struttura, nessuna sarà più libera di vivere lontana da questo ospedale, che diventerà la loro nuova casa. La loro unica casa.
Voci, grida, sussurri, pianti e lamenti. Storie, ricordi e tremende verità. Silenzi e legami. Tra le pagine di questo libro si raccontano e s’intrecciano bellissime storie e crudi tormenti. Tante donne, molte vite, nessuna libertà. Sigrid, l’infermiera, dedicherà a molte di queste donne la propria professione e la propria vita; proprio lei sarà spesso il perno e l’ancora attraverso le quali molte pazienti riusciranno a uscire dalla propria alterata realtà o a trovare vero conforto.
Tutto questo e molto altro si cela tra il susseguirsi di parole ed emozioni che il libro raccoglie, ma su tutto riecheggia la forza stessa del genere femminile; che da sempre lotta per affermare la voglia di essere se stesse e il diritto ad essere libere. Durante la lettura sono stata accompagnata dalla voce di Enya e dalla sua musica unica e ipnotizzante.
“È così che sarà per me? Sempre? – Si chiede Elli. – Dovrò scegliere tra essere felice in segreto o infelice alla luce del sole? Sempre scegliere di essere accettate senza il mio amore o essere rifiutata con il mio amore? Scartare una parte di me e con ciò non essere mai completa? “
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