Una Barcellona magica, una giovane storica dell’arte, un matematico scettico, una setta segreta ed un ordine di cavalieri che risale ai tempi delle Crociate uniti alle architetture visionarie di Gaudì diventano la ricetta perfetta di un thriller: La Chiave Gaudì, scritto a quattro mani da Esteban Martin e Andreu Carranza. Diventato un caso editoriale in Spagna, il quotidiano spagnolo El Paìs ha parlato di “una trama in cui si gioca con gli spunti dell’architettura di Gaudì. Un thriller che ha il respiro del Codice Da Vinci.”

Il libro inizia insinuando nella mente del lettore il dubbio che la morte di Gaudì non sia stata naturale, ma che il grande architetto sia stato ucciso per mano di qualcuno che ha assolutamente la necessità di impedire un qualcosa che, per tutta la prima parte del libro, rimane oscura, ignota anche a Maria Givell e al suo fidanzato Miguel, coinvolti in una corsa contro il tempo. Cosa cercano gli uomini di questa setta? Disposti a qualsiasi atrocità per impedire che il destino si compia. Ma quale destino? Con lo scorrere delle pagine, il lettore comprende che sia la figura di Maria che quella di Miguel sono predestinate a compiere una profezia lunga più di duemila anni e, in loro soccorso, arrivano i Cavalieri Moria, la cui storia affonda le radici sin dai tempi dei Templari. Piano piano Maria, sconvolta per la morte del nonno, cresciuto sin da piccolo con Gaudì, inizia a mettere insieme i pezzi di un puzzle che all’inizio non sa assolutamente come cominciare. Un serie di indovinelli porteranno i protagonisti nella fervente religiosità di Gaudì, celata dietro le sue architetture: un mondo di simboli che affondano le radici nella tradizione e nell’esoterismo. Un racconto incalzante che tiene alta la tensione dall’inizio alla fine.

Personalmente credo che, La chiave Gaudì, sia un thriller appassionato, che svela al lettore come ai protagonisti cosa cercare con lo scorrere inesorabile del tempo; all’inizio tutto sembra avvolto nella nebbia, la confusione imperversa negli animi dei protagonisti e di coloro che li aiuteranno sacrificando le loro vite. È un thriller che, a differenza di molti altri, quasi fino alla fine non svela qual è l’oggetto che bisogna assolutamente trovare e lascia il lettore con l’ansia della scoperta, quando all’improvviso, come un bagliore, tutto diventa chiaro, accelerando ancora di più i tempi.

Gli autori creano un vero e proprio rompicapo, oggetti, parole, frasi ed indovinelli smuovono un nutrito gruppo di persone disposte a tutto pur di rintracciare l’oggetto nascosto e protetto per oltre duemila anni, un simbolo della cristianità che il maestro Gaudì ha custodito fino alla morte lasciandolo in eredità al nonno di Maria, Juan. Una Barcellona ricca di misteri fa da sfondo a questo thriller dinamico, una Barcellona esoterica che va al di là della nostra immaginazione. Un racconto che si muove attraverso varie epoche intrecciando personaggi e storie sempre diverse, un percorso che incontra molti ostacoli ma che resiste fino ai giorni nostri, quando la grande verità dovrà essere svelata attraverso i grandi dubbi della scienza e di un fervente spiritualismo unito ad un’incrollabile fede.

Nulla ha da invidiare ai thriller di Dan Brown o Glenn Cooper, bestsellers internazionali. La Chiave Gaudì, possiede tutto quello che un buon thriller deve avere: velocità, azione, conoscenza e mistero.

GIOIA CATIVA