Una saga familiare che corre attraverso un secolo unendo tre parti del mondo diametralmente opposte: l’Inghilterra, il Cile e l’Australia. Una storia che inizia durante l’età vittoriana in una Cornovaglia dai mille colori, dove la natura e le lande inglesi creano un angolo di paradiso. Una famiglia da cui tutto nasce, gli Trebithick, la cui casa sorge in mezzo al verde grazie al capofamiglia John, esperto botanico e continua con la missione che, in punto di morte, affida a sua figlia Elisabeth. Una favola che viaggia tra passato e presente, fra generazioni di donne che, scriveranno le ultime pagine di questa famiglia che sembra destinata a scomparire con la sua ultima erede. A sua figlia Elisabeth, nel 1886, suo padre affiderà l’incarico di portare a termine la sua ultima missione. Di fondamentale importanza è riuscire a trovare prima del suo acerrimo rivale Damien Chegwidden – uomo senza scrupoli – un fiore di una rarità unica che cresce solo nelle valli del Cile, vicino Valparaìso dalle eccezionali capacità curative ma che, se usato in modo inappropriato, diventa una vera e propria arma letale. Sicuro che Chegwidden non abbia buone intenzioni, attirato più dal denaro che dalle conseguenze, John chiede a Elisabeth di intraprendere questo viaggio verso il Cile e di trovare questo fiore : la trompeta del Diablo, dall’indiscutibile bellezza e dal profumo seducente. È un viaggio rischiosissimo, Elisabeth dovrà viaggiare in incognito per non farsi scoprire da Chegwidden e fingersi un’illustratrice di piante. Niente di più semplice visto che dal genitore ha imparato moltissimo diventando anche un’abile disegnatrice.
Con un salto temporale di un secolo, la storia ci porta a Sidney, nel presente, dove Anna Jenckins ha appena ricevuto in eredità dalla defunta nonna Gus la sua villetta. Durante alcuni lavori di ristrutturazione viene alla luce un cofanetto con un album da disegno, un diario e una manciata di semi, nascosti in un doppio fondo. Anna, esperta di giardinaggio, e la sua famiglia rimangono colpiti dalla straordinaria bellezza di quei disegni ed in lei si insinuerà il tarlo della scoperta. Leggendo alcune pagine del diario, nonostante la grafia particolare e alcune pagine un po’ consunte, conoscerà le figure di Marguerite e Lily, approdate in Australia alla fine dell’Ottocento e, in qualche modo, legate alla sua famiglia. Contemporaneamente, cercherà, grazie all’aiuto di esperti botanici inglesi, di capire a quale pianta o fiore appartengano quei semi.
Un romanzo appassionato, nonostante l’inizio non lasci presagire un tumulto di eventi che, invece, porteranno le due protagoniste, Anna e Elizabeth, verso la verità.
Kayte Nunn scrive un libro bellissimo che lascia senza fiato letteralmente; lega la vita di tutta una serie di persone vissute così lontane fra loro sia temporalmente che geograficamente. Un’autrice che non conoscevo ma che è stata davvero una piacevolissima scoperta. Ho trovato tutti gli elementi che adoro trovare in una storia: mistero, amore, segreti, salti temporali e luoghi lontani. La figlia del mercante di fiori, edito dalla Newton Compton editori è un romanzo intenso, emozionante, coinvolgente e ricco di colpi di scena, tanto da lasciarti incollata alle sue pagine per ore senza smettere di leggere. E non si possono dimenticare le descrizioni dei paesaggi, dai prati inglesi alle radure e alle piante selvagge che crescono nelle terre cilene. E, come in molti altri romanzi, Valparaìso diventa il simbolo di quel Cile selvaggio, di quel Sudamerica ancora da scoprire, di quelle tradizioni così lontane dall’Europa e di quella bellezza nella fisionomia dei suoi abitanti che cambierà il destino di Elizabeth.
Le due storie viaggiano perfettamente in parallelo, Elizabeth ed Anna diventano le paladine di quelle donne indipendenti, forti e fragili al tempo stesso. Apparentemente sembrano molto diverse tra loro: mentre Elizabeth combatte per sentirsi libera dalle restrizioni della sua società, Anna, invece, non esce dalla sua zona sicura. Nonostante questo ho trovato molti punti affini che le lega. Donne che sembrano aver rinunciato all’amore per motivi diversi, storie che hanno segnato le loro esistenze regalandoci due protagoniste coraggiose. Così come Elizabeth troverà inaspettatamente l’amore in Tomàs, così Anna nel suo viaggio alla scoperta della verità troverà quell’amore puro e silenzioso in Ed, un uomo che come Anna ha sofferto una perdita importante ma che, a differenza di quest’ultima, ha saputo superare per andare avanti. E sarà questo che darà una svolta di 360 gradi al cuore congelato di Anna, riscoprendosi capace di provare emozioni ed innamorarsi ancora.
E poi c’è Daisy, la cameriera e compagna di avventura di Elizabeth, che si rivelerà fondamentale al fine di ricostruire ciò che ancora rimane oscuro nella ricerca della verità. Perché una promessa fatta, va mantenuta. E così Anna scoprirà chi è Marguerite, chi è Lily, e cosa le ha spinte fino alle coste australiane. Fuggivano, ma da cosa? O da chi?
“Marguerite si aggrappò alla ringhiera e cercò di placare le farfalle pronte a spiccare il volo nel suo stomaco. Ormai si considerava a buon diritto una veterana delle traversate oceaniche, ma aveva i nervi a fior di pelle come nel suo primo viaggio, che risaliva a due anni prima. Alle sue narici giunse l’odore della terraferma, dell’industriosità umana e delle piante che crescevano al suolo. Lo inspirò a fondo mentre si ritrovava l’equilibrio appoggiandosi al parapetto. […]Era certa di essere abbastanza lontana da potersi considerare in salvo” ( cit. Kayte Nunn, “La figlia del mercante di fiori”)
Nonostante la storia sia stupenda, l’epilogo mi ha lasciata un po’ perplessa, come un finale che non ha trovato una sua piena conclusione, ma che lascia intendere che forse ci sia spazio per un seguito. Ma questo non altera la bellezza e la profondità di questo romanzo che viaggia nel tempo e nello spazio.
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