Il Codice del Cavalieri di Cristo di Carmelo Nicolosi De Luca, edito dalla Newton Compton Editori, ci dimostra come un thriller pungente, ben studiato e ricco di colpi di scena non è solo appannaggio della scuola americana.
Lo scrittore italiano costruisce un thriller dal retrogusto noir, dove tutto può davvero succedere.
La storia narra di Julen Brunner, un docente di Geofisica all’Università di Losanna che, durante un’escursione sul monte Pellegrino, una vera e propria montagna calcarea che si snoda tra il Golfo di Palermo e quello di Mondello, si imbatte in un corpo orrendamente sfigurato da strani segni incisi sul petto. L’uomo viene sentito come testimone e mandato via, per poi scoprire, nonostante il suo passaporto in regola, che un Julen Brunner è stato trovato morto a Losanna proprio quella mattina. Un fatto inquietante che metterà Giovanni Barraco, della Questura di Palermo, sulle tracce di questa misteriosa persona portandolo fino in Portogallo. Chi è, dunque, il giovane trovato morto sul monte? Chi è, in realtà, il falso Julen Brunner? È l’assassino? Giovanni Barraco, detto la Leggenda, scarterà questa ipotesi e inizierà un viaggio dentro un’indagine che di normale non avrà davvero nulla. E, per aggiungere altri problemi alla già intricata e misteriosa situazione, altri due corpi con strani segni incisi verranno ritrovati sulla spiaggia di Cefalù. È evidente il collegamento fra i vari omicidi ma non si riesce a trovare il punto di contatto. Anche se ben presto Barraco si renderà conto di essere alle prese con un intreccio che stritola chiunque cerchi di capire. Gli omicidi, dopo una serie di indagini svolte dall’uomo, portano a Lisbona e sembrano essere legati a dei numeri che un sacerdote egiziano diede ad Aleister Crowley, un esoterista inglese, fondatore dell’Abbazia di Thélema a Cefalù. Il viaggio a Lisbona farà conoscere a Barraco i discendenti dei cavalieri di Cristo, un ordine fondato dopo la soppressione dei Templari. Un mondo esoterico legato anche alla malavita marsigliese che coinvolgerà una serie di personaggi insospettabili dell’aristocrazia lusitana. Il bene ed il male che si scontrano in una battaglia all’ultimo respiro, l’ordine dei geronimiti che cercherà di aiutare la polizia e Tomar, una città portoghese come scenario principale.
La storia costruita dall’autore renderà davvero difficile per i protagonisti capire chi è coinvolto in prima persona e chi sono le vittime di questa sequenza esasperata di eventi; ci si troverà ad affrontare reticenze, omissioni e menzogne che porteranno la perdita di molte vite, come quella di frate Cristiano, del suo confratello Manuel e di Cristovao de Almeida. Ma quello che colpisce è il tono narrativo usato da Nicolosi De Luca: mai noioso o ripetitivo, mai lento ma sempre concitato con la giusta moderazione. Una narrazione ricca di dettagli che coinvolgono emotivamente il lettore mostrando un’eccezionale padronanza dei caratteri tipici di un thriller.
Così come Giovanni Barraco, anche il lettore viene catapultato tra gli scenari della Sicilia e le bellezze di Lisbona e Tomar e viene coinvolto in una ricerca spasmodica della verità che, in più momenti sembra essere a portata di mano per poi sfuggire all’improvviso. Un gioco delle tre carte che sconvolgerà il vicequestore Barraco ed il tenente Celia Moreira della polizia portoghese: una corsa contro il tempo che si concluderà nel modo più impensato. Una verità che era lì davanti, con la figura di Frederico, giovane frate che, inconsapevolmente, ha dato vita a questa caccia all’ultimo sangue.
Come già anticipato, questo thriller nostrano non ha nulla da invidiare a quelli di Glenn Cooper o Dan Brown, ma viaggia con la stessa intensità che chi ha letto La Trilogia della Biblioteca dei morti di Cooper o di Angeli e Demoni di Brown, ad esempio, saprà riconoscere subito.
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