Nell’Europa del Nord, negli anni tra il 1912 e il 1937, si svolge la storia di una giovane molto coraggiosa: il suo nome è Eva.

Figlia di un capostazione, Eva nasce con una malattia, ipertricosi congenita, che rende il suo corpo completamente ricoperto di una fitta peluria. Inizialmente non accettata dal padre, viene data in custodia a una coppia che se ne prende cura con affetto, sino a che lui decide di provare ad amare la sua piccola, tanto da farla visitare da specialisti nella speranza che possa essere curata. Tutto ovviamente invano, non può far altro che proteggere Eva dagli sguardi di tutti, sguardi che sarà solo lei stessa a riservare al mondo, dalla piccola finestra di casa che si affaccia sulla stazione.

Eva è molto intelligente, ama la matematica che impara da autodidatta, si affeziona ogni giorno sempre più alla governante e al nuovo telegrafista che lavora nell’ufficio proprio sotto casa sua, un’amicizia che la porterà a imparare come usare il telegrafo che, fino all’adolescenza, le terrà compagnia e farà sì che lei stia in contatto con il mondo esterno, unico modo non potendo vivere davvero a causa dell’ottuso padre.

Poche e occasionali saranno le uscite: una festa da piccola che non andrà a finire bene, e diversi giorni in una struttura specialistica che la faranno sentire ancor più inadeguata, triste e infelice.

Da queste esperienze, dall’amore per un ragazzo che pensava corrisposto, dalle risa della gente al suo passaggio, dagli sguardi cattivi e curiosi, imparerà qual è la sua vera forza. Troverà quel coraggio che la farà sbocciare come donna e realizzare, chissà, forse i suoi sogni.

La donna leone è un film difficile da guardare, crudo sotto molti aspetti e talmente vero da fare male. Ci si sente inermi di fronte alla cattiveria, al giudizio degli altri, anche perché in verità non capiamo, non capiamo il perché essere “diversi”, avere una particolarità che ci rende unici, debba essere un problema e motivo di tanta sofferenza.

La storia di Eva per me è come una metafora su ciò che le persone considerate al di fuori dei canoni devono subire ogni giorno della loro vita e non posso fare a meno di chiedermi il perché. Non dovremmo neppure stare qui a parlarne, perché non ci sarebbe nulla da dire, non c’è nulla di strano in nessuno di noi, se non un qualcosa di meraviglioso che è la bellezza imperfetta proprio perché gli uni diversi dagli altri.

La storia di Eva mi ha lasciato tanta malinconia nel cuore ma mi ha dato anche tanto di bello su cui pensare, su come è importante seguire degli obbiettivi, accompagnare la testa con il cuore, solo così saremo forti e in grado di affrontare ogni ostacolo che, purtroppo, la vita sempre ci porrà.

Il coraggio è la parola d’ordine di questo bellissimo film che si può vedere su Netflix.