Emily in Paris è la nuova romantic comedy ideata da Darren Star, il creatore di Sex and the City.
Disponibile sulla piattaforma Netflix dal 2 ottobre 2020, la serie tv Emily in Paris si è già guadagnata, per visualizzazioni, un posto d’onore nella classifica delle top 10 in 70 dei paesi in cui è attiva.
Emily, interpretata dalla solitamente bravissima Lily Collins, è una giovane americana che si trasferisce a Parigi per lavorare a Savoir, agenzia di comunicazione che si occupa di luxury brands.
La ragazza, entusiasta, cercherà d’integrarsi nella nuova realtà europea obbligata però a scontrarsi con un capo che vorrebbe piazzarla sul primo aereo di ritorno per Chicago, e un vicino che tra une omelette e l’altra le farà girare la testa (e non per lo champagne).
A meno di una settimana dall’uscita ufficiale il web si scatena con le opinioni per una serie tanto attesa quanto commentata.
Il The Guardian la condanna definendo la protagonista egoista e dagli atteggiamenti tendenti all’amorale. Anche Il giornale Premiere non riserva parole benevole sostenendo che la rappresentazione del popolo francese sia poco veritiera e ricca di cliché. I gruppi di fan comunque non mancano e sospirano per una seconda stagione. Netflix non si è ancora pronunciato ufficialmente in merito, ma i rumors sembrano presupporre che a breve la continuazione potrebbe essere annunciata.
Le aspettative per questa serie tv erano alte, immaginavo un nuovo The Bold Type, con un pizzico del Diavolo veste Prada, e il fascino classico dei film di Audrey Hepburn”. Le mie pretese, ovviamente, erano talmente complesse da essere inarrivabili. I richiami ai classici menzionati e ad altri come “un americano a Parigi” risultano chiari durante la trama, strappandoci un sorriso nel ricordo delle scene che abbiamo amato.
Lo sviluppo delle tematiche che alcune puntate sembrerebbero voler affrontare è solo accennato lasciando una sensazione d’incompiuto, quasi superficiale. Emily in Paris è come un leggero soffio di vento Parigino, scompiglia per un attimo, ma poi lascia in ricordo solo il profumo dei croissant senza permetterci di assaggiarli.
Una serie tv poco impegnativa sulla quale forse le pretese erano troppo elevate. Puntate carine se l’obiettivo è quello di distrarsi per qualche ora in queste fredde giornate di ottobre con una tazza di cioccolata calda alla cannella e una coperta.
I cliché nella rappresentazione della cultura francese sono ricorrenti, ma la contrapposizione con quella americana è evidente e le situazioni, a volte al limite del verosimile, sono divertenti.
Consigliata anche per chi stesse cercando una serie tv da guardare in lingua originale per migliorare il proprio inglese. Il Gap linguistico presente tra la protagonista che non parla francese e gli altri personaggi della serie ha permesso di prediligere dialoghi non troppo complessi, però ricchi di modi di dire ed espressioni interessanti utilissime per chi desiderasse avvicinarsi al mondo del parlato.
Non so se Emily in Paris potrà eguagliare il successo del suo predecessore, Sex and the City, probabilmente solamente il tempo e una seconda stagione potrà rivelarcelo.
Voi l’avete già vista? cosa ne pensate?
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