Moda. Si è appena conclusa la Parigi Fashion Week. Ecco una carrellata delle proposte migliori delle più grandi Maison per la primavera-estate 2021. La settimana della moda parigina non ha perso il suo spirito nonostante la pandemia. Anzi, le grandi Maison si sono organizzate al loro meglio, offrendoci uno spettacolo insolito. Dalle carte dei Tarocchi di Dior, agli echi delle flapper anni Venti di Chanel, dai dettagli coloratissimi di Valentino, alle sete di Armani.
L’alta moda ai tempi della pandemia. La decisione finale della Federation de la haute couture et de la mode è stata perentoria: no alle sfilate in presenza per la Parigi Fashion Week primavera-estate 2021. Tutti gli eventi di gennaio si sono svolti infatti a porte chiuse, a causa delle restrizioni dovute al Covid 19.
La pandemia però non ha fermato la creatività e le Maison si sono adattate alle direttive. Vediamo come.
Dior
Maria Grazia Chiuri per Dior rielabora la Bar Jacket, creata da Christian Dior nel 1947 e, per la seconda volta, chiama il regista Matteo Garrone a raccontare il “mistero” che si cela dietro alla moda. Il cortometraggio che nasce da questo fortunato incontro è dedicato agli Arcani Maggiori dei Tarocchi, interpretati da giovani attori del cinema e delle serie tv. La Chiuri ha deciso di non procedere come le altre Maison, con la registrazione video della sfilata in location particolari. E ha fatto bene. Il risultato è molto suggestivo, benché gli abiti, ammettiamolo, passino un po’ in secondo piano.
Chanel
Virginie Viard per Chanel ha reinterpretato il mondo delle donne degli anni Venti, che vestivano abiti leggeri, impalpabili. Un taglio netto con l’era di Karl Lagerfled, da cui si distacca anche per tessuti e accessori. La sua invitata a un matrimonio, per esempio, è vestita senza dubbio “alla Chanel”, ma è soprattutto libera di danzare e divertirsi, perché non indossa abiti ingombranti. Bella l’idea delle testimonial del brand sedute attorno a un tavolo a discutere di moda.
Valentino
Pierpaolo Piccioli per Valentino reinventa logo e stile, manipolando il concept della Maison: l’unione imprescindibile tra manualità e tempo. Ciò che viene fuori è un lavoro importante sulle texture e sui colori. Spiccano il fucsia, l’oro. I contrasti cromatici rendono quasi irriconoscibile il marchio e ricordano molto gli eccessi degli anni Ottanta. Grandiosi i tessuti e meravigliosa la location storica della Maison, palazzo Gabrielli-Mignanelli, al civico 22 di Piazza Mignanelli,
Armani
E infine, per Armani Privé re Giorgio ribadisce con orgoglio il suo legame con Milano. La sua collezione di Haute Couture diventa la scusa per rendere omaggio a Milano. La città che lo ha accolto fin da giovane e nella quella ha costruito la sua carriera. Armani Privé sfila nelle sale di Palazzo Orsini, in via Borgonuovo, dove di solito Armani accoglie le sue clienti. Armani non si smentisce. È padrone dei tessuti impalpabili, delle silhouette sinuose e iperfemminili, ma con un tocco di antica fascinazione.
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