Prima di scrivere certe cose, occorre metabolizzarle. Scommettiamo che sono ancora molti gli italiani che faticano a riprendersi dalla vittoria con l’Inghilterra di domenica sera. Ma perché la nazionale di calcio, quando scende in campo, fa perdere letteralmente la testa anche a chi lo sport non è abituato o avvezzo a seguirlo?
Euro 2020: la vittoria degli azzurri ha infiammato gli animi degli italiani (e non solo, a giudicare dalle altre nazioni che facevano il tifo per noi). Anche chi non è esperto di calcio, o è proprio restio a seguirlo durante il campionato, durante gli europei o i mondiali tende a subire una metamorfosi. Tutti diventiamo tifosi, cantiamo a voce alta, impettiti, il nostro inno. Tutti esultiamo per un goal fatto all’avversario.
Insomma, ci troviamo uniti nello stesso coro. Sarà dunque questo che ci fa impazzire quando vediamo le maglie azzurre correre in campo? Il senso di appartenenza, il voler assaporare una vittoria condivisa, il desiderio di diventare un po’ tutti campioni per una sera?
Mai come oggi, poi, abbiamo bisogno di sentirci uniti. La pandemia, che ancora ci tieni stretti nella sua morsa, ci ha obbligato a dividerci. La maglia azzurra, in qualche modo, ci ha fatto riavvicinare. Più che mai. Ci siamo tutti, o quasi, immedesimati nel gesto di una coppa alzata al cielo. Di una rivincita dello sport e della vita. Al di là delle polemiche giustificate sui contagi che potranno risalire, abbiamo avuto indietro un assaggio di quella che prima era la nostra vita senza avere il timore di abbracciarci.
Ecco perché gli Euro 2020 e questa vittoria della nazionale ci ha fatto letteralmente perdere la testa. Perché per una sera, almeno, ci siamo ritrovati uniti nello stesso spirito di appartenenza.
Inoltre, la nazionale non è nient’altro che una metafora della vita: soltanto uniti, mettendo a disposizione l’uno dell’altro le proprie risorse personali, si può raggiungere un obiettivo. Un gruppo è fatto di molteplici personalità, tutte a servizio di uno scopo. Insegniamo questo ai nostri ragazzi che guardano adesso i nuovi eroi con occhi ammiccanti.
Abbiamo bisogno di sprazzi di normalità. Oggi, a conti fatti, la situazione nel mondo non è cambiata. Ma forse, un poco, è cambiato il nostro spirito di voler rinascere. Sempre di più. Fatto, questo, non indifferente.
Dunque, grazie azzurri! Le vostre lacrime di gioia sono state anche le nostre.
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