Fin dalle sue origini, l’uomo non ha fatto altro che porsi domande su quel sottile velo che separa la vita dalla morte. Il mistero relativo all’aldilà, alla possibilità di sentire o “vedere” persone trapassate è forse strettamente legato al timore della fine. Ma non c’è nulla da temere in questo, anzi. C’è piuttosto un altro mondo, parallelo al nostro, da studiare in maniera scientifica. Ed è questo che fa il team dei Ghost Hunters Roma, un’associazione di professionisti che attraverso strumentazione e anni di studi si occupa della sfera, tanto affascinante quanto misteriosa, del paranormale.

L’Associazione di Ricerca Scientifica Ghost Hunters Roma svolge in maniera gratuita analisi e ricerche in luoghi, privati o pubblici, dove avvengono delle presunte “anomalie inspiegabili”. Materie, queste, che hanno sempre richiamato il fascino e l’attenzione dell’uomo attento a ciò che non può vedere o spiegarsi con il proprio raziocinio.

La morte è soltanto il principio

Il tema della morte è un argomento che l’uomo tenta di evitare, se non è strettamente chiamato a farlo. Se esiste un aldilà, se qualcosa dei nostri cari estinti resta tra di noi, sono interrogativi che forse non troveranno mai una risposta chiara e precisa. Ma sono domande che meritano approfondimenti, la giusta attenzione. I Ghost Hunters, le associazioni o gli individui che svolgono in maniera scientifica questo lavoro, tentano di trovare le risposte. Oltrepassano il possibile, ma sempre accompagnati dalla scienza. Perché scienza e mistero, in questo campo, possono trovare un punto di incontro.

Ghost Hunters Roma

Il Pink Magazine Italia ha il piacere di ospitare il presidente e fondatore dell’associazione di ricerca scientifica Ghost Hunters Roma, Daniele Cipriani. Nelle sue parole tutta la passione di anni di studi e ricerche sul campo volti a capire e sbrogliare, se possibile, quel sottile velo tra vita e morte che riassume, in sé, il significato forse dell’intera esistenza.

Quando e perché è nato il progetto Ghost Hunters Roma?

Tutto iniziò a seguito di un fenomeno che mi accadde personalmente in età adolescenziale. All’interno di una casa dove andammo con degli amici per trascorrere un weekend accaddero fenomeni inspiegabili. Alcuni oggetti si spostarono davanti ai nostri occhi e degli apparecchi senza spina attaccata iniziarono ad accendersi inspiegabilmente. Ero molto giovane ma quell’episodio mi spinse a capire cosa fosse realmente successo. Allucinazioni? Fantasmi? Eventi normali che ero troppo piccolo per comprendere? Da quel momento iniziò un percorso di studi ed esperimenti che mi portarono, anni dopo, alla fondazione dell’Associazione GHR. Lo scopo dell’Associazione è quello di capire, attraverso studio e ricerca scientifica sul campo, cosa e quanto c’è di vero nelle manifestazioni definite paranormali. Il tutto è (e sempre dovrebbe essere) per spirito di ricerca e sempre gratuito.

Quali sono e come si articolano le attività del tuo team?

Inizialmente l’Associazione nacque con lo scopo di indagare prettamente sul campo attraverso ricerche strumentali (da qui il nome Ghost Hunters Roma), negli anni si è però sviluppato a 360 gradi attraverso lo studio di fenomeni quali telepatia, chiaroveggenza, precognizione e medianità. Forniamo dei test di tipo qualitativo per capire in che misura si estrinsecano queste facoltà e in parallelo spesso, partecipo in prima persona a sedute medianiche, letture medianiche e sensitive per capire quando il fenomeno è reale o quando invece è frutto di suggestioni o frodi.

Qual è, se c’è, la ricerca svolta finora che ti ha trasmesso più emozioni e che ricordi più delle altre?

Sicuramente la ricerca al pozzo di Latina. Adiacente ad un casolare c’è un pozzo dove si racconta che siano stati uccisi dei bambini per motivi legati alla Seconda guerra mondiale o, non si sa con certezza, per questioni legate al loro aspetto fisico deforme. Siamo giunti in prossimità del pozzo ed abbiamo calato la nostra strumentazione nelle profondità dello stesso. Quando abbiamo recuperato l’attrezzatura, sul registratore, sono rimaste impresse delle voci molto nitide, una delle quali sembra dire “Babbo sto qua, papà”. La parola papà, tra le altre, si distingue in maniera inequivocabile. Un cenno devo farlo anche per un’altra ricerca che in termini di emozioni cammina di pari passo con quella appena citata. Un’abitazione privata, una mamma che aveva perso la figlia in tenera età per un brutto male. Durante le registrazioni abbiamo sentito una voce dire chiaramente “Salve mamma”. Abbiamo poi scoperto che questo

“Salve Mamma” era una frase che sovente si ripetevano mamma e figlia giocando insieme quando la piccola era ancora in vita. Le registrazioni ed i report dettagliati possono essere visionati sul nostro sito: www.ghosthuntersroma.it

In giro, ho notato, ci sono parecchi gruppi di ghost hunters. Ma quale è il giusto approccio che si deve avere nei confronti della ricerca sul campo?

Purtroppo, il mondo del ghost hunting oggi è legato a gruppi che di fatto sono degli “youtuber” che vivono di fake e visualizzazioni sui vari canali social. La televisione ed il web ci hanno abituati a vedere personaggi dubbi che urlano e fuggono, che invocano presunte entità con le quali pensano di parlare in un continuo: “Avete visto? Avete sentito?” poi puntualmente non si vede nulla né tantomeno si sente qualcosa. È show, intrattenimento a volte anche simpatico (raramente) ma non è ricerca. Si utilizzano strumenti pensati apposta per funzionare sempre (creando fake) si pensi ad esempio al K2 o ad applicazioni come Echovox. Alla base di una ricerca sul campo deve esserci studio e precisione e credetemi, quando si fa ricerca seria, il tutto è molto meno adrenalinico di quanto ci si possa aspettare. La ricerca è fatta di attesa, esclusione delle variabili “normali”, comparazione dei risultati e rielaborazione degli stessi, il tutto in condizioni di controllo. Insomma, se proponessimo la vera ricerca in televisione probabilmente lo spettatore cambierebbe canale dopo pochi minuti.

Spiritismo e medianità. Due argomenti affascinanti ma per molti ancora ostici. In base alla tua esperienza, quale definizione daresti dell’uno e dell’altro termine?

Lo spiritismo è una corrente filosofico-religiosa degli inizi dell’800, la medianità è la presunta facoltà di alcuni individui di comunicare con l’aldilà o con esseri disincarnati. I due termini vengono spesso confusi o utilizzati in maniera univoca per indicare tutte quelle pratiche dove sostanzialmente si ricorre alle sedute medianiche. Personalmente, essendo dedito alla ricerca scientifica sono molto più affascinato dalla medianità e dai fenomeni che appartengono a questa disciplina. Nel corso degli anni ho studiato sul campo diversi medium e smascherato diverse frodi, al tempo stesso ho anche assistito a fenomeni molto particolari che difficilmente trovano una spiegazione nel campo delle scienze classiche. Bisogna fare però molta attenzione, dietro al mondo della spiritualità e della medianità c’è un giro di denaro non indifferente. Si specula sul lutto, sul dolore e molti si arricchiscono utilizzando tecniche di cold-reading o più semplicemente illudendo le persone che hanno davanti. Non tutto è marcio ovviamente, ma personalmente mi sento di consigliare massima attenzione in questo senso, se un medium chiede ingenti somme di denaro, c’è qualcosa di torbido che va oltre l’aiuto spirituale e va più in direzione del portafogli della persona.

Daniele Cipriani, presidente e fondatore dell’associazione di ricerca scientifica Ghost Hunters Roma
Il paranormale affascina da sempre l’uomo. C’è un motivo specifico per cui questo avviene?

Sicuramente tutti una volta nella vita ci siamo chiesti se c’è qualcosa dopo la morte e sono certo che uno dei motivi principali che giustificano l’interesse delle persone sia proprio questo. La storia e la filosofia ci insegnano che spesso, le domande senza risposta, sono proprio quelle che maggiormente stuzzicano la curiosità̀ ed impegnano menti e persone alla ricerca di una risoluzione a dilemmi che difficilmente possono essere risolti. Ciò̀ che non conosciamo ci affascina da sempre, quell’alone di mistero in fatti e racconti stimola la fantasia e la curiosità̀ da sempre.

Il tema della morte, per molte persone, resta ancora tabù e difficile da affrontare. Quali sono le vostre teorie sul trapasso e sui fantasmi?

Molto dipende da quale parte del mondo ci si trova. In oriente, così come in molte altre parti del mondo vi è una visione diversa ed una vera e propria cultura della morte, l’occidente su questo tema è molto indietro. I fantasmi molto spesso non sono anime di persone defunte ma fenomeni residuali, mi spiego meglio. Secondo diverse teorie in alcuni luoghi rimangono impresse delle scene (spesso comportamenti abituali della persona quando era in vita) ed in date circostanze queste scene si ripropongono in maniera ciclica dando vita al fenomeno di apparizione. Una sorta di loop dal passato senza coscienza. Questo spiegherebbe anche perché spesso si vedono figure attraversare muri, oggetti etc. Magari in quel punto, in passato vi era una porta ed il tavolo non si trovava lì. Un’inchiesta del passato effettuata da Gurney, Podmore e Myers, pionieri della ricerca psichica, ha portato alla luce casi dove le apparizioni appartenevano a persone ancora in vita, spesso però in prossimità della morte. Queste figure comparivano ai propri cari pochi istanti prima del trapasso. Indipendentemente dalle circostanze, si tratta di “fantasmi di persone viventi”. Ultima tesi è quella spiritica, che vede il fantasma come un vero e proprio spirito di una persona defunta che fa visita ai propri cari. Personalmente abbiamo riscontrato strumentalmente con maggiore frequenza fenomeni del primo tipo anche se una teoria non esclude le altre e se si mettono insieme ricerca sul campo,

fenomeni medianici e studi scientifici sulle esperienze di pre-morte si può iniziare a pensare che non tutto finisca con la morte del corpo fisico. Ovviamente in questo caso è solo una mia opinione personale.

Prima di avviare una ricerca sul campo quale è il percorso, o gli studi, che seguite? Come vi preparate a ciò che andrete ad analizzare?

Il primo step è la raccolta della testimonianza. Si parla con il committente e si cerca di capire che tipo di fenomeni dichiara e se la testimonianza è genuina. Successivamente si passa ad una ricerca che definiamo preliminare dove si cercano tutte le possibili cause “normali” ai fenomeni dichiarati. Il terzo passo è la vera e propria ricerca sul campo; posizioniamo l’attrezzatura ed iniziamo a porre delle domande (quello che chiamiamo stimolazione ambientale) cercando delle risposte strumentali. Durante tutto il corso della ricerca si monitoriamo i parametri ambientali, si effettuano centinaia di scatti fotografici con speciali macchine, di registra l’audio e si effettua una mappatura termica dell’ambiente. Durante tutto questo, un operatore verbalizza ogni cosa che accade per evitare di incorrere successivamente in falsi positivi. La fase finale è la visione di tutto il materiale raccolto che spesso si aggira intorno alle 12-15 ore di video, altrettante di audio e circa 200-300 fotografie.

Il team Ghost Hunters Roma ha in programma, in un futuro più o meno immediato, delle ricerche sul campo?

Si. Ci aspetta un ritorno in un castello nel Lazio, due ricerche in abitazioni private ed una all’interno di un esercizio commerciale.

Se qualcuno volesse avvicinarsi ai temi, agli studi, che analizzate e portate avanti come e da dove dovrebbe cominciare?

Sicuramente il modo migliore per iniziare è studiare. Non si prende in mano uno strumento e ci si improvvisa ghost hunters, a meno che non si voglia fare quello che maggiormente vediamo oggi sul web. L’approccio deve essere multidisciplinare e personalmente mi sento di consigliare lo studio della parapsicologia (oggi ricerca psichica) e dei fenomeni che hanno fatto la storia di questa disciplina. Si devono avere nozioni di base di fisica e conoscere molto bene la strumentazione che si va ad utilizzare. Si devono conoscere le illusioni della mente, come funziona il nostro cervello e come lavora davanti ad un presunto fenomeno paranormale.

Inoltre, cosa molto spesso sottovalutata da chi si improvvisa ricercatore, bisogna saper fare ricerca. Nel senso che sarebbe utile apprendere le nozioni base e la storia della ricerca scientifica. Essere in grado di saper scegliere in maniera critica quando e come utilizzare gli strumenti di una ricerca di tipo qualitativo o quantitativo.

Riassumendo: se non si ha voglia di apprendere nozioni circa la storia della parapsicologia, i diversi tipi di ricerca, la statistica, la psicologia e la fisica (basilare) penso che non sussistano neanche i presupposti per cominciare.

Infatti, la ricerca sul campo deve essere la parte finale di un lungo percorso di preparazione e studio.