Ambra Sabatini, Martina Caironi, Monica Contrafatto. Questi i nomi delle tre donne che hanno portato l’Italia sul tetto del mondo dei 100 metri. Alle Paralimpiadi in scena a Tokyo, infatti, le tre velociste hanno conquistato rispettivamente oro, argento e bronzo nella specialità, dando luogo ad un podio interamente tricolore. Non solo Marcell Jacobs, nn solo la staffetta maschile 4×100 ai Giochi: la velocità made in Italy ha altri tre nomi da appuntare sul libro dei successi azzurri.
Chi dice donna dice resilienza.
Sia Ambra che Martina hanno perso la gamba sinistra in un incidente d’auto. Monica invece, ha perso la gamba destra quand’era caporal maggiore in Afghanistan, nel 2012. “Un paese che mi ha tolto molto, ma mi ha anche regalato una nuova vita”, ha dichiarato dopo la gara.
Da Bebe Vio a Xenia Francesca Palazzo
Protagoniste di un evento traumatico, tutt’e tre non si sono perse d’animo, ma hanno reagito iniziando una nuova vita. Tre maestosi esempi di resilienza, come Bebe Vio, di cui già abbiamo parlato su questo sito, o come la nuotatrice Xenia Francesca Palazzo che ha fatto incetta di medaglie in queste Paralimpiadi, ne ha vinte ben 4, di cui un oro nella staffetta femminile stile libero 4×100.
Giulia Terzi, Francesca Porcellato e Assunta Legnante
Esempio eccellente di resilienza è anche la nuotatrice Giulia Terzi, oro nei 100 stile libero S7, che ha appeso al collo, in totale, 4 medaglie (oro nella staffetta 4×50 stile libero mista, argento nella 4×50 stile libero e argento nei 400 stile libero S7), ma anche l’intramontabile Francesca Porcellato. A 51 anni, questa campionessa che ha perso l’uso delle gambe a soli 18 mesi dopo essere stata investita da un camion, ha conquistato l’argento nella crono H3 di handbike. Eterna, da Seoul 1988 è alla sua 11esima partecipazione, ma ancora non intende fermarsi. “Non so cosa farò da grande”, ha detto ridendo.
E non dimentichiamo la sontuosa Assunta Legnante, doppio argento nel lancio del disco F11 e nel lancio del peso F12.
Costretta a convivere fin da bambina con un glaucoma congenito, Assunta ha vissuto una vita normale e non si è posta limiti, perseguendo le sue passioni. E’ diventata una sportiva professionista e ha raggiunto risultati da sogno – che in tanti possono sognarsi in una vita intera – nel getto del peso. Nel 2009, purtroppo, la vista è peggiorata e nel 2012 è diventata cieca. Non ci sono cure, non c’è possibilità di recupero. Assunta però non si è arresa. Se non può partecipare alle Olimpiadi di Londra che si disputano in quell’anno, punterà alle Paralimpiadi. Il resto è storia. Una storia che l’ha vista entrare tra gli atleti paralimpici più vincenti di sempre.
“Occorre gettare il peso là dove si desidera che vada. Anche nella vita”, ha dichiarato in un’intervista tempo fa. Una frase che nessuno dovrebbe mai dimenticare.
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