Dimenticate Il Diavolo Veste Prada. The Bold Type è tutta un’altra storia. La serie tv americana creata da Sarah Watson è già negli States alla sua quinta stagione. Una serie Tv che mostra come cercare la giusta tonalità di rossetto da indossare mentre si distrugge il patriarcato.

The Bold Type, il comedy-drama creato da Sarah Watson, è la storia di tre ragazze che lavorano nella rivista Scarlet, interpretate da Katie StevensAisha Dee e Meghann Fahy. La serie è ispirata alla vita della ex caporedattrice del periodico statunitense Cosmopolitan, Joanna Coles. La serie è iniziata ufficialmente su Freeform l’11 luglio 2017 con un doppio episodio dalla durata di due ore. Il 4 ottobre 2017 la Freeform rinnovava già la serie per una seconda e una terza stagione di 10 episodi ciascuna.

La serie segue le vicende di tre amiche (Jane, Kat e Sutton) che lavorano per Scarlet, una rivista femminile di moda.

Come in ogni serie che si rispetti, oltre al lavoro, le protagoniste dovranno fare i conti con le loro vite, la loro affermazione personale e professionale in una città che non perdona: New York.

“Scherziamo sempre sul fatto che lo slogan dello show dovrebbe essere Cercare la giusta tonalità di rossetto da indossare mentre si distrugge il patriarcato“, dice Sarah Watson, già autrice di Grey’s Anatomy e Parenthood. La Watson ha lavorato a stretto contatto con la redazione di Cosmopolitan USA per poter scrivere la serie TV e dare credito e corpo ai personaggi. il risultato è veritiero anche se a tratti le storie cadono un po’ nel cliché della retorica americana per la quale il coraggio viene sempre premiato, la lealtà pure e compagnia bella.

“Ho incontrato tantissimi dipendenti diversi, di tutti i livelli e ho parlato con loro di quello che facevano, trascorrendo un po’ di tempo anche con i tirocinanti”, dice la Watson a The Hollywood Reporter, raccontando la genesi di The Bold Type, che originariamente era programmato per la NBC, prima di passare a Freeform.

The Bold Type segue le vicende lavorative e sentimentali di tre amiche, che lavorano per la rivista Scarlet. Jane (Katie Stevens) è una redattrice emergente, Sutton (Meghann Fahy) è un’assistente che si occupa di moda e Kat (Aisha Dee) è una guru dei social media. L’aspetto dei social media, in particolare, è un elemento della cultura moderna difficile da catturare sullo schermo a causa del ritmo veloce con cui si evolve, ma The Bold Type riesce a stare al passo.

Che cosa c’è di nuovo?

Intanto la differenza con Il Diavolo Veste Prada. Questa serie non scimmiotta, né omaggia l’inarrivabile film (più che il romanzo, ahimè uno dei pochi casi nella storia in cui il film è meglio del libro). È una storia poco originale ma con contenuti intelligenti. Primo fra tutti la crescita e la maturità delle tre giovani protagoniste che passa attraverso il dialogo. Si perdonano le solite storie a lieto fine, che talvolta costellano gli episodi, perché i dialoghi tra i personaggi sono pieni, ricchi e offrono una visuale della generazione di millennials che va al di là dei pregiudizi. L’evoluzione di queste tre donne è la parte più autentica di questa storia.

Il conflitto con il capo è di solito un Leitmotiv delle serie TV simili a The Bold Type. Bene, ci viene risparmiato, per fortuna. Jacqueline Carlyle, la direttrice di Scarlet interpretata dall’ottima Melora Hardin, è sì severa ma è anche comprensiva, riesce a immedesimarsi nei suoi collaboratori e trova sempre il modo per far capire loro come lavorare al meglio. Il personaggio è speculare alla giovane redattrice Jane, che rappresenta la nuova generazione di redattori. Non a caso la Watson ha pensato di assegnare loro la stessa iniziale. Jacqueline è quello che vorrebbe diventare Jane. Jane è Jacqueline da ragazza. È evidente, ma Jane è anche la giovane venuta dalla provincia che ha bisogno di affermare sé stessa. Tiny Jane, la chiamano per la sua fisicità minuta, ma di piccolo Jane ha solo la statura. In contrasto con l’algida Jacqueline. Be’, ci sta: si deve imparare a crescere.

The Bold Type è una serie femminista? No, per lo meno non si propone come tale. Le critiche al sistema maschilista e patriarcale ci sono tutte, ma del resto questa serie nasce quasi in contemporanea con il lancio dell’hashtag Me too twittato da Alyssa Milano il 15 ottobre 2017. E in diversi episodi si affrontano tematiche di genere, ma non è una serie denuncia. “After all”, afferma la Watson, “I want to smash the patriarchy, but I also want an awesome-fitting pair of jeans”.