Il kintsugi è una pratica giapponese che ha lo scopo di valorizzare le imperfezioni: se un oggetto, si rompe, viene aggiustato con oro liquido e collante, così l’oggetto diventa unico e di rara bellezza.
Kintsugi è una parola composta da kin che significa “oro” e tsugi che significa “unione”, letteralmente quindi il suo significato è “unione d’oro”.
È un’arte piena di fascino e soprattutto di significato. Gli artigiani giapponesi ricorrono a tale pratica per riparare un oggetto rotto usando l’oro, in tal modo l’oggetto non riacquista solo interezza ma simbolicamente c’è anche il ripristino della bellezza.
Il kintsugi non è solo una tecnica artistica, ma rappresenta molto di più, è custode di simboli, filosofia ed è usata anche come cura psicologica.
Ma come viene eseguita questa tecnica?
Il procedimento del kintsugi consiste nell’utilizzare una vernice dorata unita a colla incollando tutti i cocci dell’oggetto rotto, dandogli nuova vita. Il risultato è di rara bellezza.
Origine
La tecnica del kintsugi è molto antica, le prime riparazioni di vasellame giapponese risalgono al periodo Jomon che va dal 10.000 a.C. fino al 400 a.C.
Questa nuova tecnica di artigianato è nata tra le corti e i collezionisti, spesso le porcellane sono rotte volontariamente per farle poi riparare con la tecnica del kintsugi.
La leggenda
C’è una leggenda molto nota sul kintsugi, secondo la quale Ashikaga Yoshimasa, ottavo shogun, militare giapponese, dopo che ha rotto la sua tazza preferita, la invia in Cina per farla riparare, ma qui la riparazione avviene con legature metalliche non estetiche.
Così l’oggetto fu affidato ad artigiani giapponesi che decisero di rendere la tazza un oggetto prezioso riempiendo le sue crepe con lacca e polvere dorata.
Una metafora da applicare alla vita reale – Il cuore d’oro
Nella cultura giapponese il kintsugi non è solo una pratica artigianale ma è applicato anche alla vita reale di ogni persona.
Il suo scopo è quello di guarire le ferite e mettere in risalto le cicatrici dell’anima riempiendole d’oro.
Quando subiamo la perdita di una persona cara, o dopo la fine di una relazione, il nostro cuore si spezza in mille pezzi, il kintsugi ci aiuta a trovare forza.
Pilastro fondamentale di questa disciplina infatti è “la valorizzazione dell’imperfezione”.
Mette in risalto le cicatrici del cuore con l’oro.
La rottura non è sempre la fine ma un inizio.
There is 1 comment on this post
Comments are closed.