Nella notte più spaventosa dell’anno, Pink Magazine Italia vi suggerisce 5 classici della letteratura da leggere, da soli, oppure in compagnia di chi come voi ama le storie di paura.
Iniziamo con un grande classico, I racconti del terrore di Edgar Allan Poe.
Ne esistono diverse edizioni, noi vi consigliamo quella inclusa negli Oscar Mondadori. Qui potrete trovare, da leggere, alcuni dei racconti più noti e più inquietanti del celebre scrittore. Il ritratto ovale, Il pozzo e il pendolo, Il cuore rivelatore, Il gatto nero, La maschera della morte rossa
“Nei Racconti del terrore, Poe sviluppa i vari aspetti della più agghiacciante paura che vanno da quello esteriore e immediato a quello che scaturisce dall’incerto altalenare tra la vita e la morte a quello terrificante dell’ansia della sepoltura prematura. In questa raccolta spiccano “Una discesa nel Maelstrom”, dove il protagonista rimane sospeso per una interminabile ora sulla parete precipite dell’orribile gorgo; “La maschera della Morte Rossa”, dove appare la morte durante una mascherata di nobili riunitisi per sfuggire alla peste; o, infine, “La rovina della casa degli Usher”, dove l’acutezza morbosa dei sensi e le sensazioni innaturali di un giovane Usher verso la propria gemella ne determinano il declino e la morte”. (Fonte Amazon.it)
Come non includere in questa lista uno dei romanzi più noti della regina del giallo. Dieci piccoli indiani di Agatha Christie
Di sicuro un libro che non può mancare nella vostra libreria, che siate amanti o no del genere. E che lascia sempre inquieto chi ne affronta la lettura.
“Dieci persone estranee l’una all’altra sono state invitate a soggiornare in una splendida villa a Nigger Island senza sapere il nome del generoso ospite. Eppure, chi per curiosità, chi per bisogno, chi per opportunità, hanno accettato l’invito. E ora sono lì su quell’isola che sorge dal mare simile a una gigantesca testa di negro che fa rabbrividire soltanto a vederla. Non hanno trovato il padrone di casa ad aspettarli; hanno trovato invece una poesia incorniciata e appesa sopra il caminetto della loro camera. E una voce inumana e penetrante che li accusa di essere tutti assassini. Per gli ospiti intrappolati è l’inizio di un interminabile incubo.
Come comincia la poesia? «Dieci piccoli negretti se ne andarono a mangiar: uno fece indigestione, solo nove ne restar.» E come finisce? «Solo il povero negretto in un bosco se ne andò: ad un pino s’impiccò, e nessuno ne restò.» Agata Christie, che si è cimentata più volte con il giallo in ambiente chiuso, con Dieci piccoli indiani, scritto nel 1939, ha sfidato sé stessa: dieci assassini, isolati, vittime a loro volta di un assassino invisibile. Un geniale capolavoro dell’impossibile possibile”. (Fonte Amazon.it)
Forse meno noto ai più, ma assolutamente da leggere, I misteri di Udolpho di Ann Radcliffe.
I misteri di Udolpho contiene tutti gli elementi del romanzo gotico: situazioni di terrore fisico e psicologico, eventi apparentemente soprannaturali, castelli remoti e in rovina, la presenza di un nemico e di un’eroina perseguitata.
“Ambientato nel 1584 nel sud della Francia, il romanzo si incentra sulle vicende di Emily St. Aubert, una giovane ragazza francese, figlia unica di una famiglia di possidenti terrieri le cui fortune sono in declino. Emily e il padre sono particolarmente vicini a causa del loro comune interesse per la natura. Dopo la morte della madre, Emily e il padre diventano ancora più vicini. Lei lo accompagna in un viaggio in Guascogna, attraverso i Pirenei fino alla costa mediterranea di Rousillon. Durante il viaggio, essi incontrano Valancourt, un bell’uomo anch’esso attratto, in modo quasi mistico, dal mondo naturale. Emily e Valancourt si innamorano velocemente.
Il padre di Emily, dopo una lunga malattia, muore. Emily, ormai orfana, per volontà del padre è costretta a vivere con la zia, Madame Cheron, che non condivide nessuno degli interessi di Emily e le mostra scarso affetto. Madame Cheron sposa Montoni, un mascalzone che si spaccia per un nobile italiano: l’uomo prova a sposarla per interesse a un amico, e poi, scoperto che il fidanzato non è ricco, porta moglie e nipote a Udolpho, separando Emily dal suo innamorato Valancourt. Montoni minaccia la moglie con violenza per spingerla a passargli le sue proprietà di Tolosa, che altrimenti alla sua morte andrebbero a Emily. Una serie di eventi spaventosi avvengono nel castello, e alla fine Emily acquista il controllo delle sue proprietà e si riunisce a Valancourt”. (Fonte Wikipedia)
Dalla penna del maestro dell’horror Stephen King sono usciti decine di romanzi ma quello che forse rimane il più inquietante, anche nella sua trasposizione cinematografica, è senza dubbio Shining. (Edizioni Bompiani)
“L’Overlook, uno strano e imponente albergo che domina le alte montagne del Colorado, è stato teatro di numerosi delitti e suicidi e sembra aver assorbito forze maligne che vanno al di là di ogni comprensione umana e si manifestano soprattutto d’inverno, quando l’albergo chiude e resta isolato per la neve. Uno scrittore fallito, Jack Torrance, con la moglie Wendy e il figlio Danny di cinque anni, accetta di fare il guardiano invernale all’Overlook, ed è allora che le forze del male si scatenano con rinnovato impeto: la famiglia si trova avvolta ben presto in un’atmosfera sinistra. Dinanzi a Danny – che è dotato di un potere extrasensoriale, lo “shine” –, si materializzano gli orribili fatti accaduti nelle stanze dell’albergo, ma se il bambino si oppone con forza a insidie e presenze, il padre ne rimane vittima”. (Fonte Amazon.it)
Ovviamente in questa lista non può mancare la recentissima pubblicazione della The Pink Factory Publishing.
In una nuova veste, con una nuova traduzione e con la prefazione di Cinzia Giorgio, La carta da parati gialla di Charlotte Perkins Gilman.
“The Yellow Wallpaper è un racconto della scrittrice americana Charlotte Perkins Gilman, pubblicato per la prima volta nel gennaio 1892 sulla rivista «The New England».
[…] Narrata in prima persona, la novella è una raccolta di diari scritti da una donna il cui marito, un medico di nome John, affitta una vecchia villa per l’estate. La moglie ha appena partorito e ha bisogno di un periodo di riposo.
[…] La storia fa un uso sorprendente di un personaggio narratore, ovvero la moglie, che rivela a mano a mano il grado in cui il marito la imprigiona e la opprime: la sua attenzione si concentra in particolare sulla carta da parati strappata…
[…] Per lei più si rimane in quella camera da letto, più la carta da parati sembra mutare, specialmente al chiaro di luna. Presto la protagonista inizia a vedere delle figure. Fino ad arrivare a credere che una donna stia strisciando a quattro zampe dietro la tappezzeria. Credendo di doverla liberare, la protagonista inizia a strappare la carta dal muro. Un crescendo agghiacciante di orrore e ingiustizia”. (Fonte: Prefazione La carta da parati gialla)
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