Il 25 novembre è una giornata che riempie di iniziative e dettami forti sul tragico universo del femminicidio. I dati però sono impetuosi e allora ecco una lettera aperta per l’ennesimo bilancio sbagliato
I numeri inchiodano
25 NOVEMBRE – Care donne, qui non si tratta di parlare per un giorno solo e poi ognuno per la sua strada. Amici come prima, silenzio stampa.
Qui i dati si complicano, leggiamoli insieme.
Dal ‘1 gennaio al 21 novembre di quest’anno in Italia sono stati commessi 263 omicidi. 109 vittime sono donne, di cui 93 uccise in ambito familiare/affettivo. 63 di queste hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Un omicidio, o meglio femminicidio, ogni 72 ore. Il tutto emerge dall’ultimo aggiornamento del report “Omicidi volontari”, curato dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della polizia criminale. Le pubblicazioni sono state rese note online dal Viminale.
Non bastano 24 ore
Care donne, come vedete qui le cose non filano, anzi portano rabbia e amarezza. Una giornata dedicata a voi, che siete fonte di vita e amore per gli stessi uomini, non potrebbe mai bastare. Al di là della retorica, qui si ha troppo poco tempo per parlare di tematiche delicate e confuse come violenza e sottomissione. O almeno, se il tempo c’è, viene impiegato con solito disfattismo pragmatico. Non c’è mai una soluzione, solo freschi dati confezionati su morti inspiegabili e atroci. Quasi a ridurre il tutto a semplici numeri neutri, piuttosto che di vite umane.
Il 25 novembre un punto di partenza
Parlarne ogni giorno e non solo, agire con iniziative mirate che non si limitino soltanto ad una singola giornata annuale. Emblematica è una frase sentita oggi vicino all’Hotel di Padova in cui risiedo temporaneamente per lavoro.
“25 novembre? Non ci credo più a queste cose. Ogni giorno ne uccidono una. Non mi sento sicura”.
Frasi che fanno male dentro, sconfortano, ma soprattutto danno l’idea che la società non ha ancora recepito il messaggio.
La violenza di genere e la violenza in sé sono crimini da estirpare con decisione. Una data può essere un supporto, non il punto d’arrivo.
Possibili risposte
Care donne, qui si cercano soluzioni, non solo problematiche da esporre a pappagallo. Non è tutto oscuro o buio come appare, le risposte si stanno delineando negli ultimi anni. Qualcosa si sta muovendo dal punto di vista sociale. Ovviamente siamo ancora in alto mare, ma il lavoro sta iniziando dal basso e comincia a stuzzicare la sensibilità dell’opinione pubblica.
Eccone alcune in questa gallery, potrebbero esservi utili nel caso qualcosa non andasse in questo periodo. Ci apriamo con il profondo del cuore, incalzandovi ad agire con un semplice gesto. Basta seguire queste informazioni non ci sarebbero conseguenze, se non la vostra libertà fisica ed emotiva.
Care donne, è con il cuore in mano che da uomo vi invito a parlare, ad argomentare e soprattutto a scegliere la vostra rinascita. Il 25 novembre che sia una festa, non un amaro bollettino di mamme, amiche, fidanzate e mogli private del sacro fuoco della vita.
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