Quando pensiamo al Natale, la figura più emblematica che ci viene in mente è sicuramente quella di Babbo Natale. Tuttavia in molti Paesi europei – prima dell’avvento del Cristianesimo e dell’affermarsi della figura di Babbo Natale nel nostro immaginario – le festività solstiziali e natalizie venivano associate a figure a forte predominanza femminile.
Kolyada
La prima delle figure femminili legate al Natale è Kolyada, la bianca fanciulla dell’inverno.
Kolyada era una luminosa entità femminile legata al tempo invernale e, in particolare, al giorno del solstizio d’inverno ed il cui culto è rintracciabile in Russia e in Slovenia.
Kolyada era la dea dell’inverno e del sole nascente. Infatti, si credeva che i timidi raggi di sole che sorgevano durante le fredde mattine d’inverno fossero opera sua.
Con il tintinnio delle campanelle ad annunciare il suo arrivo, Kolyada portava – durante la notte del solstizio d’inverno oppure della vigilia di Natale – i suoi doni di luce e abbondanza alle famiglie e ai bambini.
Vestita con un cangiante abito bianco, giungeva nei villaggi su di una slitta trainata da cavalli candidi come la neve dispensando intorno a sé benedizioni e fortuna.
Inoltre, in diversi Paesi dell’Europa dell’est, Kolyada era considerata anche una dea del tempo. L’etimologia del suo nome, infatti, potrebbe derivare da kolo, ovvero “ruota” in sloveno. Simbolicamente, quest’ultima richiama sia il sole sia il cerchio della perenne ciclicità e, dunque, il tempo ciclico, il ruotare costante delle stagioni e il sicuro ritorno della luce dopo il gelido inverno.
La Dama Verde
La Dama Verde è originaria della Francia, Paese in cui ancora oggi viene ricordata.
Secondo le credenze, era colei che distribuiva i regali nella notte della vigilia di Natale prima dell’arrivo di Père Noël, il Babbo Natale francese.
Questa Dama era una fata dell’inverno e dei boschi ed era amata e temuta allo stesso tempo. Infatti, se da una parte si invocava la sua benevolenza e doni generosi, dall’altra si aveva il terrore di vederla apparire.
Ma perché questa denominazione così curiosa di Dama Verde? La spiegazione sta nel suo aspetto che ricorda i sempreverdi e, in particolare, l’abete. La sua lunga chioma, infatti, è verde come gli aghi delle conifere e la veste che indossa è anch’essa verde, adornata di rametti e profumata di resine balsamiche.
Si dice che la Dama Verde vivesse in grotte coperte di muschio tra gli alberi dei boschi più antichi.
Ella è una figura ambigua, come anticipato poc’anzi. Viene descritta sia come una dama solitaria, sia come un’amante della compagnia. Era invocata soprattutto dalle madri con le quali si mostrava sempre premurosa e indulgente.
Poteva, tuttavia, rivelarsi anche dispettosa e ostile e si racconta che si dilettasse particolarmente nel tormentare i padroni tiranni, i gelosi, le donne sciocche e i ricchi avari e malvagi.
Accovacciata sul loro petto, mentre erano profondamente addormentati, provocava in loro una terribile angoscia e popolava il loro sonno di incubi spaventosi.
Con il passare dei secoli e con l’arrivo del più conosciuto e amato Père Noël, la Dama Verde si nascose sempre di più nei boschi fitti e scuri dai quali proveniva.
A Poligny, nella Borgogna-Franca Contea, si racconta che non voglia più uscire la notte della vigilia di Natale come faceva, invece, un tempo e che preferisca rimanere chiusa nella sua grotta a ricordare con nostalgia i bei giorni passati in cui era invocata e attesa nelle gioiose festività natalizie.
Frau Holle
Frau Holle è considerata la befana del mondo germanico. Ha origini antichissime e si pensa che incarni l’antica dea dell’abbondanza, la quale veniva festeggiata nei primi giorni del nuovo anno da molte tradizioni dell’Europa precristiana e antica.
Frau Holle, infatti, è associata alla dea paleolitica del mondo sotterraneo, signora del focolare, legata al culto delle acque e all’energia della terra.
Frau Holle è associata, inoltre, alla dea che governa il tempo atmosferico. È anche la dea a cui giungono i bambini che muoiono da piccoli ed è conosciuta sia come “la nonna oscura” sia come “la signora bianca”.
Questa doppia connotazione di Frau Holle proviene dal Medioevo cristiano e dalla sua ossessione per il male, il diavolo e la misoginia.
L’alone di mistero e di spiritualità che aleggia intorno alla dea Holle non potevano non ispirare Jacob e Wilhelm Grimm. Frau Holle, infatti, è il titolo di una loro fiaba contenuta nella raccolta Fiabe del 1812. In Italia, la fiaba è anche conosciuta con il nome di Fata Piumetta.
Frau Holle è una figura chiave del periodo dell’Avvento, molto sentito in Germania dove viene celebrato con candele e decorazioni di tutti i tipi.
Nella cittadina tedesca di Hattingen, per esempio, è usanza decorare la facciata di un edificio a mo’ di enorme calendario dell’avvento con Frau Holle che ogni giorno alle cinque del pomeriggio esce ad aprire una casellina.
In seguito, Frau Holle racconta l’eponima fiaba dei Grimm e canta. I bambini, nonostante il gelo, stanno lì ad ascoltarla come se fossero sotto un qualche incantesimo.
Infine, Frau Holle è solita sbattere un piumino da cui scendono dei brillantini bianchi e anche delle monete di cioccolato per deliziare le papille di tutti i bambini.
Trotte-Vieille
Trotte-Vieille che possiamo tradurre con “trotta-vecchia” o “la vecchia che trotta” è una figura conosciuta soprattutto a Saulnot, nella regione francese dell’Alta Saona (Borgogna-Franca Contea).
Ella, come le altre figure natalizie che abbiamo visto, ha una natura ambivalente. Può apparire come una donna anziana dall’aspetto spaventoso oppure nelle vesti di fata benefica e gentile.
In entrambi i casi, è riconoscibile dal fatto che porta sulla fronte due lunghe corna di mucca appuntite con le quali infilza i bambini cattivi.
Nei confronti di coloro che sono stati buoni, invece, si mostra benevola e generosa e concede buoni doni e benedizioni.
La sua visita nelle case è attesa e desiderata, in quanto si crede che porti abbondanza, gioia e fortuna per l’anno a venire.
Proprio per incoraggiarla a fare visita nella propria dimora, si usa preparare la sera di Natale una particolare minestra calda della quale la vecchia Trotte-Vieille è particolarmente golosa.
Frau Gaude
In diverse parti della Germania, durante le dodici notti che intercorrono fra Natale e l’Epifania, si festeggia Frau Gaude.
Questa bellissima fata è descritta come una donna alta e bionda, vestita di uno splendido abito bianco con una lucente cintura d’oro allacciata in vita. Seduta in groppa a un cavallo bianco, attraversa i villaggi accompagnata dai suoi mastini e da altri animali selvaggi.
In altre regioni si dice, invece, che Frau Gaude appaia alla guida di un carro o di una slitta trainata da una grande muta di cani.
Se durante la sua corsa trova una porta socchiusa, ella vi manda all’interno uno dei suoi cagnolini, che subito va ad accucciarsi accanto al focolare.
Il cagnolino non può essere allontanato in alcun modo dalla casa nella quale è entrato e il suo tempo di permanenza dura un anno. Se durante questo periodo viene trattato con ogni cura e affetto, la sua felicità porta fortuna. Quando l’anno successivo Frau Gaude torna a prenderlo, al suo posto lascia un grande mucchio d’oro per la famiglia ospitante.
Se, invece, il cagnolino viene maltrattato o, peggio, ucciso esso si trasforma in pietra. Allo scoccare di ogni mezzanotte si tramuta di nuovo in cane, arrecando con i suoi guaiti maledizioni terribili a chi abita nella casa.
Frau Gaude si dimostra buona e generosa verso coloro che ispirano la sua benevolenza e ricompensa di buon grado e con tanto affetto coloro che l’hanno servita.
Queste sono solo cinque delle innumerevoli figure femminili legate a questo magico periodo dell’anno. Figure che, per quanto abbiano origini diverse, non sono altro che la continua incarnazione della Grande Madre, dell’abbondanza, della gentilezza e della gioia da portare nel nostro cuore per tutto l’anno, soprattutto durante il freddo e gelido inverno.
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