Proseguono i nostri incontri con le #donnedellentertainment. La protagonista di oggi è la musicista romana Gaia Vazzoler che ci racconta della sua carriera fatta di sacrificio, passione e determinazione. E del suo progetto del salotto musicale.

Il salotto musicale.

Sono Gaia Vazzoler, 45 anni, romana, pianista, musicologa, organizzatrice di eventi, presentatrice, insegnante di pianoforte e mamma. Nient’altro? Farà certamente sorridere questa descrizione piena di definizioni, ma tant’è e credo che forse la mia piccola storia possa essere utile a qualcuno.

Questo, in breve, il mio percorso. Dopo il diploma in Pianoforte, mi laureo con lode in D.A.M.S. all’Università RomaTre con il Prof. Mario Bortolotto, vincendo la prestigiosa borsa di Studio della Richard Wagner Stipendienstiftung di Bayreuth (Germania). Collaboro per oltre dieci anni dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia nell’ambito dell’introduzione ai concerti, coniugando l’insegnamento del pianoforte all’attività concertistica e di divulgazione musicale. 

Collaboro con le più importanti e prestigiose istituzioni culturali Capitoline. E sono il Direttore Artistico di VILLA BORGHESE PIANO DAY, giornata completamente gratuita di concerti nel cuore verde di Roma.  Curo l’organizzazione di eventi artistici e rassegne di concerti, trasmissioni radiofoniche e video-documentari.

E ho rilanciato la formula del “Salotto musicale”.

Non appena mi sono diplomata in pianoforte ho capito che nell’ambito della sterminata offerta musicale di pianisti e di concerti nella mia città, per poter lavorare davvero occorreva inventarsi qualcosa di unico. Di diverso. Un qualcosa che catturasse l’attenzione e che fidelizzasse il pubblico.

E allora ho pensato di mettere insieme tutte le competenze che piano piano nei miei anni di studio avevo maturato. Perché è nella sinergia delle cose che si trovano le soluzioni migliori, secondo me. Quindi, partendo dall’organizzazione dell’evento (trovare la sede migliore, lo strumento, l’allestimento necessario) ho capito che il pubblico di un concerto di musica classica, per la maggior parte, ama essere condotto, accompagnato, verso l’esperienza di ascolto migliore, conoscendo tutti quei piccoli “segreti”, quei “dietro le quinte” che impreziosiscono la storia di un brano, di un compositore o di un interprete.

In questo modo, quando nel mio caso il pianista, anzi la pianista, suona, non esiste più quella barriera di silenzio impenetrabile tra interprete e pubblico. Ma si crea un ponte empatico fortissimo che costituisce profondo legame comunicativo. Il concerto si trasforma in un salotto, dove ci si scambia impressioni, emozioni ed il dialogo diventa l’elemento più potente tra musicista e ascoltatore.

Così facendo, mi sono letteralmente ritagliata una mia nicchia. E da oltre vent’anni organizzo e realizzo con successo salotti musicali con un pubblico appassionato e fedele. Credo fortemente che le possibilità di lavoro, oggi più che mai, vadano inventate, reinventate. E ripensate in funzione di ciò che si sa fare, di ciò che sanno fare gli altri e di ciò che “il mercato” richiede. Fossilizzarsi in un’unica visione lavorativa è ormai impensabile e inefficace.

Questa capacità di adattabilità alle circostanze e di ottimizzazione delle risorse mi ha permesso di trovare il tempo (e le forze!) per essere mamma di due bellissimi gemelli maschi, ora quindicenni, e tanto tempo fa, nel lontano 1992, di affrontare e superare un impegnativo intervento chirurgico sulla mia spina dorsale, che da trent’anni è tutta d’acciaio.

Alle giovani donne (ma anche ai giovani uomini) di oggi…

Consiglio di studiare tanto, di allargare i propri interessi e combinarli insieme in visioni elastiche e plasmabili a seconda delle circostanze, di credere tantissimo in sé stessi e nelle proprie idee, altrimenti sarà difficile che altri lo facciano, e di osare proprio mentre tutti diranno: “questa cosa non funzionerà mai”.

(photo credits GIORGIO SACHER)