Da bellissima infermiera in carriera a “donna più brutta del mondo” a causa di una malattia: quella di Mary Ann Bevan è una storia di coraggio, determinazione, amore e dignità che dimostra che l’unica bruttezza esistente è quella dell’anima.
Mary Ann Bevan (nata Webster) venne al mondo il 20 dicembre del 1874 a Plaistow, un quartiere del borgo londinese di Newham (East London). Mary crebbe all’interno di una famiglia povera, numerosa (i figli furono otto in totale) ma dignitosa.
Nonostante all’epoca Londra fosse una delle città più industrializzate, le condizioni di vita nei sobborghi e nei quartieri popolari erano caratterizzate da una forte, se non estrema, povertà. Per questo Mary (come molti altri bambini della Londra vittoriana) capì fin da piccola che avrebbe dovuto contribuire economicamente al sostentamento della famiglia.
A Mary, tuttavia, piaceva lavorare e lo faceva con grande piacere e determinazione iniziando a maturare quello che sarebbe poi diventato il suo sogno: aiutare gli altri. Questa spinta altruistica la portò più tardi a diventare infermiera ed iniziò a lavorare all’ospedale dell’East London.
La carriera infermieristica di Mary decollò rapidamente venendo ammirata da tutti per la sua avvenenza e determinazione. Nel 1902 si sposò con Thomas Bevan da cui avrà quattro figli. Mary era quindi totalmente realizzata sia professionalmente sia per quanto riguardava la sua vita privata.
Ma all’età di 32 anni la sua vita cambiò radicalmente. Poco dopo il matrimonio Mary iniziò a manifestare i sintomi dell’acromegalia, una malattia rara e invalidante dovuta a un’eccessiva produzione di ormone della crescita in età post-puberale e che perciò comporta una crescita anormale e una distorsione dell’osso facciale.
L’acromegalia stravolse completamente i connotati di Mary rendendola irriconoscibile. Quella donna dai lineamenti perfetti e delicati scomparse per sempre lasciando il posto alla donna più brutta della Gran Bretagna e, poi, del mondo.
Come si può immaginare la malattia causò a Mary non pochi problemi sia a livello personale che lavorativo. Nel 1914 il marito, Thomas Bevan, morì improvvisamente lasciandola vedova con quattro bambini a cui badare. Come se non bastasse a causa del suo aspetto “mostruoso” fu licenziata dall’ospedale in cui lavorava.
Ma Mary non si abbatté. Ciò che la faceva andare avanti era l’amore per i suoi amati bambini e non si diede per vinta perché voleva che avessero un futuro. Così girò in lungo e in largo per tutta Londra alla ricerca di un impiego ma venne costantemente rifiutata: “spaventi i clienti”, “sei troppo brutta”, “non ti si può vedere”, queste erano le parole che Mary si sentiva rivolgere.
Tuttavia, nel XIX e XX secolo (purtroppo o per fortuna) esistevano i freak show, quegli spettacoli in cui il pubblico pagava per vedere e schernire i cosiddetti fenomeni da baraccone. Questa era ormai l’unica e l’ultima possibilità per Mary di far sopravvivere la sua famiglia.
Molto presto Mary trovò lavoro in diversi spettacoli in tutta l’Inghilterra e tra il 1915 e il 1920 alla Britannia Music Hall di Glasgow divenne una delle più ricercate attrazioni. La fama di Mary come “donna più brutta del mondo” arrivò oltreoceano e nel 1920 si stabilì definitivamente con la famiglia a Coney Island.
Mary, dunque, puntò il sostentamento e il benessere economico della sua famiglia sul suo aspetto e continuò ad esibirsi nei circhi fino alla sua morte avvenuta all’età di 59 anni il 26 dicembre del 1933.
Mary è oggi sepolta nel cimitero di Brockley a Londra. Furono i suoi quattro figli a riportarla in Inghilterra dopo il decesso i quali, proprio grazie ai sacrifici e alla grande determinazione della madre, godettero tutti di una buona posizione all’interno della società londinese.
Mary Ann Bevan è stata una donna determinata, coraggiosa, piena di dignità e che ha lottato con le unghie e con i denti per far sì che i suoi bambini avessero una vita degna di questo nome. Piegata e deformata dalla malattia, ha abbracciato la sua deformità per volgerla a proprio favore senza farsi annientare da essa. Come disse lei stessa ai giornali dell’epoca: “non ha importanza come mi vedono gli altri, è importante come io vedo i miei figli e li vedo con gli occhi dell’amore di una madre”.
Mary Ann Bevan: molto di più della “donna più brutta del mondo”.
Fonti
Londra: ecco la storia di Mary Ann Bevan, la donna più brutta del mondo
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