
Per non aver commesso il fatto non è solo il titolo del romanzo di Michele Navarra, ma è la frase che, nel sistema giuridico italiano, assolve un imputato accusato di qualcosa di molto grave. È quello che succederà al protagonista di questo romanzo? Scopriamolo insieme.
Torna lo scrittore Michele Navarra con un grande romanzo, Per non aver commesso il fatto per Fazi Editore. Ancora una volta vediamo all’opera l’avvocato penalista Alessandro Gordiani: il suo obiettivo sarà quello di far pronunciare quelle parole che assolvono il suo imputato dall’accusa di omicidio.
Un ritrovamento insperato.
Dalle acque del lago di Bracciano viene estratta un’automobile con all’interno un cadavere. Dai primi accertamenti risulta che la vittima sia un certo Giuseppe Finotti, un uomo scomparso da tempo e di cui si era persa ogni traccia. Ma il ritrovamento non è stato casuale. L’indicazione così precisa è stata data da un criminale già noto alle forze dell’ordine, Giacomo Raimondi, che afferma di aver visto l’auto venire gettata nel lago con un corpo e accusa Carlo Baldini, un agente immobiliare di Roma. Il movente potrebbe essere passionale dato che Finotti era un dongiovanni e, tra le sue conquiste, ci sarebbe anche la moglie di Baldini. Ma ci sono ancora tanti perché che non hanno risposta e il movente non sembra essere solidissimo. Inoltre la reputazione e la credibilità del Raimondi sono un aspetto che può giocare a suo favore. Tra queste lacune lavora Alessandro Gordiani alla ricerca di qualcosa che metta in dubbio la colpevolezza del suo assistito. Ma non sarà facile sentire il giudice pronunciare “per non aver commesso il fatto”.

Un processo appassionante.
Michele Navarra scrive un romanzo dalle forti tinte gialle che appassiona già dal prologo. Tutto è avvolto nel mistero. Ancora una volta Alessandro Gordiani non ha solo il compito di difendere un possibile innocente, ma anche quello di mostrare come funziona la giustizia italiana e, nel caso specifico, come si istruisce un processo penale. Le varie fasi del processo sono raccontate con precisione ma anche con tocco di sana ilarità. Lo scopo è anche far vedere la parte umana che emerge dai personaggi coinvolti. È possibile comprendere meglio la figura di Gordiani che non è solo un avvocato ma, prima di tutto, un uomo con pensieri, paure e una propria vita familiare.
La giustizia italiana.
Un romanzo di questo tipo, raccontato in modo fantastico da Navarra, ci permette di capire quanto i processi nostrani siano diversi per impostazione e procedura rispetto a quelli statunitensi, di cui molti di noi hanno memoria grazie alle innumerevoli serie televisive. Nell’immaginario collettivo fare l’avvocato e partecipare ad un processo sono una cosa fantastica, con colpi di scena e avvocati superstar. Navarra, invece, in modo intelligente e mai noioso, ci mostra un classico processo italiano che risulta molto lontano dal modello statunitense. Ci mostra le lungaggini burocratiche, gli aspetti meno esaltanti ma fondamentali per un avvocato coinvolto in un grosso processo penale.
La descrizione minuziosa di fatti e personaggi, la possibilità di conoscere passaggi legali a noi sconosciuti derivano dalla professione dell’autore. Navarra non è solo un abile scrittore ma anche un avvocato penalista che, attraverso i suoi scritti racconta anche la sua quotidianità. Verrebbe da pensare che, in qualche modo, Gordiani sia una sorta di alter ego dell’autore, un personaggio costruito sia sul suo modo di essere ma anche dall’esperienza che ha acquisito negli anni e dai giudici e avvocati con il quale ha avuto a che fare.
Un romanzo da leggere.
Già il titolo, nella sua brevità, quasi una massima, è accattivante quanto basta per dare inizio alla lettura. Ancora una volta Michele Navarra non delude e immerge il lettore in una dimensione parallela da cui è difficile distogliere l’attenzione. Dalla prima all’ultima pagina niente è come lo si può immaginare. Verrà a galla la verità?
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