La storia dell’attivista Alice Paul ci racconta molto più di quanto immaginiamo: soprusi, coraggio e lotta civile in un mondo ottuso e ingiusto. Conosciamo insieme la donna dalla quale tutto ebbe inizio.

Alice Stokes Paul era nata l’11 gennaio 1885 in una famiglia quacchera alto-borghese. È stata suffragetta, suffragista, femminista e attivista per i diritti delle donne, nonché una delle principali leader e strateghe della campagna per il diciannovesimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, che proibisce la discriminazione sessuale nel diritto di voto.

Paul diede inizio, e insieme a Lucy Burns e ad altre donne, alla Woman Suffrage Procession e alle Silent Sentinels: la campagna che portò all’approvazione dell’emendamento nell’agosto del 1920.

Alice e le altre.

Mentre era a Londra, Alice Paul conobbe Lucy Burns, un’altra attivista americana, che sarebbe diventata un’alleata determinante per la lotta per il suffragio, prima in Inghilterra, poi negli Stati Uniti. Le due giovani donne furono notate da importanti membri della Women Social and Political Union e iniziarono a organizzare eventi per la campagna sociale per il diritto di voto. Quando Emmeline Pankhurst tentò di portare il movimento in Scozia, Alce Paul e Lucy Burns la accompagnarono come assistenti.

Rientrata negli Stati Uniti, Paul fondò il National Woman’s Party (NWP) che nel 1916 aveva la sua sede a Cameron House, in Lafayette Square. Aveva già acquisito notorietà con la parata per il suffragio a Washington D.C. del 1913, il giorno prima dell’insediamento di Woodrow Wilson. Paul comprese l’importanza della strategia e della spettacolarizzazione per ottenere visibilità attraverso campagne che coinvolgevano gli organi di stampa.

Le più caute attiviste della National American Woman Suffrage Association (NAWSA), guidate da Carrie Chapman Catt, stavano facendo pressioni già da tempo sulla Casa Bianca in riunioni private, senza tuttavia aver ottenuto nulla. Alice Paul riteneva che un approccio del genere non fosse riuscito a generare un cambiamento sociale significativo. Ci voleva coraggio, bisognava esporsi, gridare al mondo le proprie ragioni.

Le Sentinelle Silenziose.

Il 10 gennaio 1917, un gruppo di dodici donne uscì da Cameron House. Percorsero la breve passeggiata dal lato est di Lafayette Square, fino alla recinzione che delimitava il prato nord della Casa Bianca. Esposero cartelli a sostegno del diciannovesimo emendamento e rimasero in silenzio. Così furono chiamate Silent Sentinels (Sentinelle Silenziose) perché non interagivano verbalmente con gli astanti o con coloro che ritenevano che le donne non avessero il diritto costituzionale di voto.

Le proteste continuarono fino a giugno, quando le prime suffragiste furono arrestate fuori dalla Casa Bianca con l’accusa formale di intralcio al traffico.

L’ordine di arresto proveniva direttamente da Woodrow Wilson e dalla sua amministrazione. Quando le suffragiste furono arrestate, vennero condotte nel carcere cittadino o nella prigione e ospizio di lavoro di Occoquan, a 35 chilometri a sud di Washington. I carcerieri di entrambe le sedi non mostrarono alcuna simpatia nei loro confronti, anzi.

Alice Paul, che scontò diverse condanne in carcere, subì la tortura dell’alimentazione forzata, dopo aver intrapreso uno sciopero della fame. Il sistema giudiziario penale mise in dubbio la sua sanità mentale e lei evitò per un pelo il ricovero in una struttura psichiatrica. Quale altra spiegazione, oltre alla psicosi, poteva spiegare una donna che organizzava proteste alla Casa Bianca e chiedeva che le donne avessero il diritto di voto?

Alice Paul subì spesso brutalità da parte della polizia e altri abusi fisici per il suo attivismo, rispondendo sempre con non violenza e coraggio. Fu incarcerata in condizioni terribili nel 1917 per aver partecipato a una protesta delle Silent Sentinels davanti alla Casa Bianca, come era già successo diverse volte durante i precedenti sforzi per garantire il voto alle donne nel Regno Unito.

Luci e ombre.

Come tanti (troppi) altri leader di movimenti per i diritti, anche Alice Paul non era perfetta. Permise, infatti, alle convinzioni razziste delle suffragette del Sud di intromettersi nelle sue azioni e decisioni, il che portò a un trattamento non paritario alle donne di colore che sostenevano la causa.

La battaglia finale sulla ratifica dell’emendamento si svolse in Tennessee. Alice Paul rimase a Washington, D.C. durante l’ultimo dibattito, tuttavia lo spettro della discriminazione razziale non si placò. Anzi, le argomentazioni conclusive e le dimostrazioni a sostegno della ratifica dell’emendamento ruotarono attorno all’espansione del suffragio afroamericano piuttosto che al genere.

National Women’s Party.

Dopo il 1920, trascorse mezzo secolo alla guida del National Woman’s Party, che si batté per l’Equal Rights Amendment, scritto dalla stessa Alice Paul e da Crystal Eastman, per garantire l’uguaglianza costituzionale delle donne. Ottenne un importante successo duraturo con l’inclusione delle donne come gruppo protetto contro la discriminazione dal Civil Rights Act del 1964.

Poche persone hanno avuto un impatto così profondo sulla storia americana come Alice Paul. La sua vita simboleggia la lunga lotta per la giustizia negli Stati Uniti e in tutto il mondo. La sua visione era quella comune che donne e uomini dovessero essere partner paritari nella società.

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