Dietro ogni voce che ci emoziona sullo schermo si nasconde una storia di dedizione, creatività e amore per l’arte del doppiaggio. Gemma Anna Sergi, doppiatrice e fondatrice del gruppo Partners in Dub, che ha dato vita alla versione italiana della webserie fantasy Ren – La Ragazza con il Marchio.
Ren – La Ragazza con il Marchio è un progetto nato dalla passione per il cinema indipendente e dalla volontà di rendere accessibile al pubblico italiano un prodotto di altissima qualità narrativa e visiva. Nell’intervista in esclusiva per Pink Magazine Italia, Sergi racconta con entusiasmo il percorso che l’ha portata a scoprire la serie, a radunare un team di professionisti e appassionati, e a trasformare un sogno in realtà: dare voce, in italiano, a una storia di coraggio, magia e umanità.

Come hai scoperto Ren – La Ragazza con il Marchio e cosa ti ha spinto a volerla doppiare in italiano?
Non l’ho scoperta per caso: seguivo già il lavoro di Kate Madison, creatrice della serie insieme a Christopher Dane, da qualche anno. Nel 2009 avevo avuto modo di apprezzare molto il suo film Born of Hope, un’opera incredibilmente curata e ambientata nell’universo di Tolkien, e allo stesso modo ho amato la webserie Ren: the Girl with the Mark quando è approdata su YouTube nel 2016. Mentre guardavo gli episodi, pensavo che fosse una storia che meritava di essere conosciuta anche in Italia.
Si tratta, infatti, di una serie di alta qualità visiva, dotata di una trama avvincente e soprattutto con personaggi molto ben scritti. Speravo che qualcuno, prima o poi, ne realizzasse il doppiaggio italiano e non avrei mai immaginato che, qualche anno dopo, sarebbe toccato a noi “Partners in Dub” farlo! A proposito, approfitto dell’occasione per ringraziare Neil Oseman, Responsabile della Produzione della serie, per aver avuto fiducia in noi e nel nostro lavoro. Senza di lui, quest’avventura fantastica non avrebbe nemmeno avuto inizio!
Il doppiaggio è un lavoro di squadra: come sei riuscita a coinvolgere altri doppiatori e formare il team di Partners in Dub per questo progetto?
Fortunatamente negli anni ho potuto contare sull’aiuto preziosissimo di alcuni amici, soprattutto per la gestione degli aspetti più tecnici e per i confronti necessari durante le fasi di doppiaggio. Non posso, perciò, non menzionare e ringraziare Livio Facelgi (voce italiana di Hunter nella prima stagione e co-fondatore, insieme a me, del gruppo “Partners in Dub”), Raffaele Amendola e Filomena Irma Titaro (rispettivamente voci di Hunter e Tansy nella seconda stagione).
Quando abbiamo saputo che avremmo potuto doppiare ufficialmente la serie e ci siamo imbarcati in quest’avventura…il loro supporto è stato fondamentale in tutte le fasi del lavoro, a partire proprio dalla definizione dei profili dei personaggi e dal lancio dei casting. Per trovare le voci giuste, abbiamo condiviso annunci nei principali gruppi di doppiaggio amatoriale sui social, indicando con precisione le caratteristiche di ogni ruolo e i requisiti tecnici richiesti. Il riscontro è stato incredibile: tantissime persone hanno risposto con entusiasmo, pur sapendo che si trattava di un progetto senza scopo di lucro, fatto solo di passione e tante ore di lavoro. Una volta completato il cast… siamo passati alla parte tecnica!
Qual è stato l’iter tecnico e organizzativo per tradurre, doppiare e montare la serie in italiano? Hai curato anche il montaggio audio?
Mi sono occupata personalmente dell’intero iter: dalla traduzione all’adattamento dei dialoghi, fino al montaggio finale, ma sempre con l’aiuto fondamentale di Livio, Raffaele e Filomena, perché da sola non ce l’avrei mai fatta! Il primo passo è stato tradurre i testi e adattarli in modo che funzionassero non solo per il senso, ma anche per il labiale e il ritmo delle scene. A volte una frase perfetta in inglese diventa impossibile da doppiare in italiano se tradotta letteralmente, quindi bisogna trovare soluzioni creative che rispettino l’intento originale ma suonino naturali nella nostra lingua.
Una volta pronti i dialoghi, abbiamo preparato il materiale da distribuire a ogni doppiatore, che ha inciso la propria parte in autonomia, con le proprie attrezzature (microfoni, cuffie, software) ma seguendo le nostre indicazioni tecniche per garantire una certa coerenza. Infine, le tracce sono state raccolte e montate sugli episodi regolando i volumi, pulendo i rumori di fondo, aggiungendo degli effetti quando necessario… È forse la fase più lunga e meticolosa, ma anche quella in cui la magia prende forma: quando senti le voci “entrare” nella scena e “incollarsi” ai personaggi, l’emozione è davvero indescrivibile!
La serie è ambientata in un mondo fantasy ricco di mistero e mitologia. Secondo te, quali sono gli elementi narrativi o visivi che la rendono speciale per il pubblico italiano?
Credo che ciò che rende Ren così speciale (per il pubblico italiano e non solo) sia la sua capacità di raccontare il fantasy partendo dal basso. Non ci sono regni dorati né maghi onnipotenti all’inizio: tutto comincia in un villaggio semplice, con una ragazza qualunque che conduce la sua vita di sempre. Ren (interpretata da Sophie Skelton nella prima stagione e da Oriana Charles nella seconda) potrebbe essere chiunque: è umile, legata alla terra e alle persone intorno a lei.
È proprio questa normalità a rendere straordinario ciò che le accade. Quando riceve il Marchio, non diventa all’improvviso un’eroina pronta per il destino: è spaventata, confusa, costretta a fuggire… ma non è sola. Condivide il suo cammino con Hunter (interpretato da Duran Fulton Brown nella prima stagione e da Alexander Hackett nella seconda), e il loro rapporto, il loro trasformarsi da perfetti sconosciuti a compagni di viaggio, è una parte molto importante nella storia.
Poi c’è l’atmosfera: dai costumi alle location naturali, fino al ruolo della luce del sole o della luna… tutto è curato nei minimi dettagli, ma senza artifici. E la mitologia, pur essendo originale, parla un linguaggio universale: quello del destino che irrompe nella vita comune, della ricerca di sé, del coraggio che nasce quando non hai altra scelta. Per il pubblico italiano credo che Ren possa risuonare come una fiaba moderna, fatta non solo di magia, ma anche di umanità.

A chi consiglieresti Ren – La Ragazza con il Marchio? È pensata per un pubblico giovane, adulto o trasversale?
Assolutamente trasversale! Ren è una storia che parla a chiunque abbia mai sentito di essere diverso, di non rientrare negli schemi, o di dover affrontare qualcosa di più grande di sé e credo che, almeno una volta nella vita, questo capiti a tutti. I più giovani ci vedranno un’avventura fantasy con una protagonista con cui identificarsi: non è perfetta, non capisce appieno cosa le sia accaduto nel momento in cui è diventata una Marchiata, ma trova comunque la forza di andare avanti.
Gli adulti, invece, apprezzeranno la profondità emotiva, la cura visiva e quel senso di mistero che non ha fretta di svelarsi. Inoltre, non c’è violenza gratuita, non c’è romanticismo forzato, e il rapporto tra Ren e Hunter è costruito su una crescita condivisa, qualcosa di raro e prezioso. Insomma, la consiglierei a chi ha dai 14 anni in su, ma anche a chi, a 40 o 50, ha ancora voglia di credere che una ragazza qualunque possa cambiare il corso del destino… semplicemente scegliendo di non arrendersi.
C’è una scena o un personaggio che ti ha colpita particolarmente durante il lavoro di doppiaggio?
La scena che ho amato tanto da commuovermi è stata quella in cui Ren utilizza consapevolmente il suo potere per la prima volta. È un momento davvero molto toccante, merito anche dell’incredibile colonna sonora di Rob Westwood. Per quanto riguarda il personaggio, invece, doppiando Ren ho avuto modo di studiare a fondo il suo personaggio e di cogliere tantissime sue interessanti sfumature: paura, determinazione, coraggio, altruismo… ma, a parte lei, c’è un altro personaggio che mi ha colpita profondamente: Karn.
Lo incontriamo già nella prima stagione e, anche se nella seconda ha meno spazio, la sua presenza è fondamentale. Vive ai margini del villaggio, avvolto da un alone di mistero: di lui sappiamo pochissimo, se non che conosce la famiglia di Ren da tantissimo tempo. Per il padre di Ren, è quasi un fantasma colpevole, perché lo ritiene responsabile dell’allontanamento della moglie.
Ma per Ren, Karn è tutt’altro. È un mentore silenzioso che le insegna a cacciare, a usare l’arco, a sopravvivere nel mondo reale… e tutto questo ben prima che il Marchio stravolga la sua vita. Alla fine della prima stagione scopriamo che è un Mahri’Rai, un guardiano dei Marchiati… e in quel momento tutto acquista un senso più profondo. Sono certa che Karn abbia ancora molto da raccontarci.
Hai già in mente altri progetti legati al doppiaggio di webserie o contenuti indipendenti? Ci sono novità future per Partners in Dub?
Certo che sì! Per quanto riguarda Ren, abbiamo già ricevuto l’autorizzazione per doppiare la terza stagione… non appena uscirà! (E sì, anche noi siamo in trepida attesa!) Oltre a questo, diciamo che qualcos’altro potrebbe bollire in pentola. C’è un’idea nuova che ci entusiasma, ma è ancora tutta nell’ambito delle intenzioni. Niente di concreto, per ora. Posso solo sussurrare che, se mai diventerà realtà, sarà un’altra storia che ci farà tornare al microfono pieni di energia ed emozione. Ma per il momento… shh!
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