Dalla Grotta dell’Orrore emergono nuove scoperte. Dopo la serie di resti umani che le ha dato il nome, vengono alla luce emozionanti reperti. Primi tra tutti, alcuni versetti della Bibbia dei dodici.

Nel deserto della Giudea, dove da anni si effettuano studi mirati delle numerose grotte, sono stati rinvenuti preziosi reperti storici. In particolare, affascinanti ritrovamenti sono stati portati alla luce nella Grotta dell’Orrore. A fare notizia sono principalmente i nuovi frammenti derivanti dai rotoli della Bibbia risalenti a 2000 anni fa. Ma oltre a questi sono stati scoperti reperti rispettivamente di sei e diecimila anni fa.

I rotoli del Mar Morto

Il deserto della Giudea è sicuramente noto per la vasta estensione delle sue grotte scavate nella roccia. Si tratta di cavità difficili da raggiungere se non tramite un opportuno allenamento. Per questo motivo sono rimaste inviolate per migliaia di anni ma, allo stesso tempo, preda di ladri di tesori sprezzanti del pericolo.

Nel 2017 l’IAA (Israel Antiquities Autorithy) ha avviato una missione volta a contrastare questo fenomeno. Da allora vengono effettuate ricerche mirate nelle grotte del deserto e i ritrovamenti dei nuovi frammenti appartenenti alla Bibbia ne sono il bellissimo risultato. Anche perché, come spesso accade, prima di questo progetto le scoperte avvenivano un po’ per caso.

È l’esempio dei famosi rotoli del Mar Morto, il cui ritrovamento risale agli anni 40 del secolo scorso. Secondo le fonti dell’epoca, infatti, un pastore beduino avrebbe trovato la grotta che li conteneva inseguendo una capra. I rotoli sono composti da circa 900 documenti e rappresentano una delle più importanti scoperte bibliche degli ultimi decenni.

La Grotta dell’Orrore

Negli anni ’60 questa grotta venne così macabramente rinominata a causa del numero di scheletri umani rinvenutevi. Si tratta di un luogo estremamente difficile da raggiungere se non grazie a specifiche tecniche di speleologia. E anche una volta lì, i cunicoli spesso si rivelano essere di difficile esplorazione. Molti di questi, infatti, sono stati scandagliati grazie all’uso di droni.

Ma nonostante le difficoltà, dalla Grotta dell’Orrore sono recentemente emersi reperti dal valore inestimabile. Nel video pubblicato proprio dall’IAA trapela tutta l’emozione e la gioia che ha accompagnato gli istanti delle scoperte.

Primi tra tutti, sono stati rinvenuti alcuni frammenti di un rotolo biblico datato duemila anni fa. Si tratta dei testi dei profeti Zaccaria e Naum, appartenenti al gruppo dei Profeti Minori, così chiamati per la brevità dei loro libri rispetto a quelli di altri profeti come Isaia o Ezechiele. Nello specifico, gli esperti sono riusciti a ricostruire undici righe di Zaccaria e un versetto di Naum. Il testo, in greco, contiene però la parola “Dio” in ebraico.

Indietro nel tempo

Ma le scoperte eccezionali non finiscono qui. Oltre ai frammenti biblici, infatti, sono state rinvenute alcune monete risalenti ai tempi di Bar Kochba, noto condottiero ebreo che insorse contro i romani. Proprio alla stessa rivolta erano datati gli scheletri rinvenuti nella grotta negli anni ’60 e di cui gli esperti hanno certificato la morte per stenti. Gli studiosi affermano che l’esercito romano si accampò proprio fuori dalle cavità, impedendo la fuga a coloro che vi si erano nascosti.

“Noi archeologi in queste grotte ricostruiamo la vita di coloro che alla fine non sono sopravvissuti”
Oriah Amichai, archeologa dell’IAA.

Ma prima di Roma e del suo impero, altri cercarono rifugio nelle protette cavità della Giudea. Durante le missioni, infatti, è stato rinvenuto lo scheletro di una bambina parzialmente mummificato. Grazie alle condizioni climatiche del deserto lo scheletro si è conservato perfettamente e gli esperti lo hanno ricondotto a seimila anni fa.

Infine, è necessario andare ancor più indietro nel tempo per datare un ritrovamento unico nel suo genere. Si tratta di un cesto risalente al periodo neolitico pre-ceramico (10.000 anni fa). La bellezza di questa scoperta è che non ne esistono altri, in tutto il mondo, di così ben conservati.

Tutti questi reperti, appartenenti ad epoche così diverse e distanti, forniscono dettagli importanti sulla vita degli uomini che hanno vissuto. Chissà cosa riveleranno le prossime esplorazioni: in più di ottanta chilometri di grotte e migliaia di anni, è certo che gli archeologi troveranno altre vite passate da raccontare.